30 febbraio il giorno virtuale
30 febbraio a volte si può. Almeno tre volte nella storia è successo, senza contare la fine di un particolare anno fiscale.
Ma allora oggi è il primo di marzo o il 30 febbraio?
Tranquilli oggi è l’1 marzo ma in passato accadde di tutto e di più…
Assicurato che non si tratta di uno scherzo, e o che non si tratta di un delirio da Corona Virus
oppure di una deriva particolare tipo le Ceneri Ambrosiane
passiamo in rassegna questa curiosità ai confini della realtà.
Una breve premessa. A volte per distrazione si mettono in calendario date fittizie. Anni fa lavoravo in un quotidiano locale e in un angolo della redazione su una parete era stata allestita una sezione ribattezzata la Colonna Infame o ancora l’Accademia della Biada. Fra amenità varie a cura dei vari corrispondenti (compreso lo scrivente…) campeggiavano le previsioni del tempo per il giorno 31 giugno…
Tralasciando vicende passate ritorniamo al nostro 30 febbraio.
Come già accennato fra le righe, nel corso della storia, sono esistiti casi isolati di calendari che hanno adottato la data del 30 febbraio.
Il primo risale al XVIII secolo con location in quel della Svezia. Nel paese scandinavo, infatti, nel 1712, il re Carlo XII decise di eliminare gli anni bisestili, dal 1700 fino al 1740, per far coincidere il calendario giuliano con quello gregoriano. Fin qui tutto bene, peccato che si fosse dimenticato di promulgare i relativi editti.
Per rimediare, tornò sui suoi passi e ripristinò il calendario giuliano.
Tutto ciò provocò però uno sfasamento di un giorno. Così, per recuperare il giorno saltato nel 1700, statuì che venisse aggiunto, al mese di febbraio dell’anno 1712, anno bisesto, un secondo giorno bisestile. Il calendario svedese ebbe così, nel 1712, l’onore di ospitare un mese di febbraio con ben 30 giorni.
Con un salto temporale di due secoli abbondanti, dalla Svezia arriviamo all’Unione Sovietica. Nel paese della rivoluzione bolscevica, il 1° ottobre 1929 l’Unione Sovietica fu adottato il cosiddetto calendario rivoluzionario sovietico, dove ogni mese contava 30 giorni; ovviamente un anno di 360 giorni non si armonizzava con la rivoluzione della Terra intorno al Sole. Per far quadrare il cerchio i rimanenti 5 o 6 giorni erano considerati alla stregua di feste senza mese. Per esempio, dopo il 30 gennaio, veniva inserita una giornata ribattezzata la Festa di Lenin, al quale seguiva il 1° febbraio. Quindi, nel 1930 e nel 1931 ci fu il nostro 30 febbraio. Nel 1932, però, venne reintrodotto il vecchio calendario e così febbraio tornò a 28 (o 29) giorni a seconda che l’anno fosse o meno bisesto.
Ma non mancano frasi (o strafalcioni) celebri riguardo a questo giorno più o meno fantasma. Per esempio, nel 2006, il presidente degli Usa, al secolo George Walker Bush, affermò quanto segue: Questi sono i risultati ufficiali dell’anno fiscale conclusosi il 30 febbraio…
Ovviamente un lapsus, che però lascia forse trapelare come nell’immaginario collettivo le tasse siano addirittura atemporali…
Ovviamente ben più consistente è la storiografia del giorno bisesto ufficiale, ovvero il 29 febbraio.
Fra le tante vale la pena di citare come dal 1980, in Francia, solo il 29 febbraio, esca in edicola il periodico umoristico La Bougie du Sapeur (La candela del pompiere). Si tratta di un giornale che conta su una tiratura consistente pari a 200.000 copie circa.
Ma quali sono le notizie del giorno? Semplice, il riassunto degli ultimi quattro anni trascorsi dall’ultimo giorno bisesto. E non è tutto: se vi venisse lo schiribizzo di scrivere alla posta dei lettori avrete risposta solo dopo quattro anni e uguale lasso di stesso tempo bisognerà aspettare per conoscere la soluzione dei giochi, per esempio le mitiche Parole Crociate.
Fonte
https://cultura.biografieonline.it/anno-bisestile/