Alfredo di Stefano il calciatore dei tre mondi

Alfredo di Stefano

Alfredo di Stefano la saeta rubia di due continenti

Alfredo di Stefano oltre a essere stato uno dei più grandi calciatori della storia può vantare, nel suo curriculum, di aver giocato per tre nazionali diverse: vediamo insieme la storia di questo grandissimo.

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Alfredo di Stefano (rectius Alfredo Stéfano Di Stéfano Laulhé) detto la saeta rubia, ovvero la freccia bionda, ecce curriculum di questo attaccante nato a Buenos Aires (il 4 luglio del 1926) 178 cm d’altezza per 74 kg di peso:

  • campionato argentino 59 gol (su 90 gare) e due titoli con il River Plate;
  • campionato colombiano 267 gol (in 292 gare) e due titoli con i Millionarios di Bogotà;
  • Liga alias campionato spagnolo 227 gol (in 329 gare), con Espanyol et Real Madrid con il quale si aggiudica 8 scudetti, 5 coppe dei Campioni, una coppa Intercontinentale e una coppa del Re (Coppa Nazionale Spagnola ndr);
  • Nazionale Argentina l’albiceleste 6 gol (su 6 presenze) con in bacheca la Copa America del 1947 in Equador;
  • Selezione della Colombia (4 presenze), paese che addotta il giovane Di Stefano, fino a fargli indossare la divisa dei Cafeteiros, e che qui pensa di mettere a miglior frutto il suo talento, accettando le sensazionali offerte di sopra citati Millionarios, club colombiano che rimane fuori dell’ambito Fifa (Fédération Internationale de Football Association ovvero Federazione Internazionale del Calcio).
  • Spagna 23 gol su 31 presenze.

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Alfredo di Stefano e qualche curiosità fra le tante:

  • si aggiudica il Pallone d’Oro (massima onoreficenza dapprima per i giocatori europei, successivamente per calciatori che disputano un campionato nel vecchio continente) negli anni 1957 (davanti all’inglese Billy Wright) e 1959 (questa volta imponendosi al compagno di squadra nel Real il francese Raymond Kopa);
  • negli 11 anni di permanenza al Real Madrid (c/o le Merengues), giocò 642 partite, realizzando 405 gol (227 solo nella Liga) con cinque titoli di capocannoniere del campionato spagnolo (detto Pichici);
  • realizza nelle file dell’Huracan (dove era in prestito dal River Plate e mette a segno 50 reti in 66 partite) la rete più veloce della storia del campionato argentino, ovvero in soli 15 secondi, per ironia della sorte proprio contro i Millionarios;
  • secondo le fonti avrebbe realizzato oltre 900 reti in partite ufficiali e non;
  • quando nel 1953 arriva per una tournée in Europa, con i Milionarios, affronta il Real Madrid (gli ancora da venire Galacticos) in un test match e il leggendario presidente madridista Santiago Bernabeu lo acquista per 70.000 dollari; ma su di lui hanno messo gli occhi anche gli storici antagonisti (leggi acerrimi rivali) del Barcellona, i mitici blaugrana contro i quali si disputa il celebre Clasico; a questo punto interviene il generale Francisco Franco (detto el Caudillio) che sentenzia che avrebbe giocato un anno con il Real e uno con i Culé che però si ritirano dalla contesa;
  • dal 1964 al 1966 gioca nelle file dell’Espanyol (la squadra per la quale tifano gli spagnoli che abitano a Barcellona ndr) dove mette a segno 11 gol in 47 match;
  • non riuscirà mai a giocare un mondiale per una sorta di macumba accompagnata da una buona dose di sfortuna e avvenimenti fortunoso/rocamboleschi; nel 1950, infatti, l’Argentina rinuncia per motivi (pare) economici a partecipare alla massima competizione organizzata in Brasile; nel 1954 da una parte c’è l’Argentina che ancora decide di non partecipare, ma neanche la Colombia può prendere il via (neppure partecipare alle qualificazioni) in quanto fuori dalla FIFA; ma grazie alle sue stratosferiche prestazioni in terra Iberica si guadagna anche la convocazione nella nazionale spagnola che però… ai campionati del 1958, in Svezia, dove si rivelerà  il talento cristallino e immortale di Pelé, non si qualifica, mentre nel 1962 (in Cile) l’impresa riesce e… quando sembra finalmente tutto pronto per il suo debutto… non può giocare causa un infortunio muscolare.

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Dopo la carriera da calciatore, ecce quella da allenatore (di sicura la visione di gioco non gli mancava…) dove tra le varie esperienze da segnalare che:

  • nel 1970 vince con il Boca Juniors (storici rivali del suo River Plate con i quali danno vita al Super Clasico) un campionato argentino;
  • nel 1970-71 vince la Liga con il Valencia portandolo al titolo dopo ben 24 anni;
  • nel 1979-80 vince ancora con il Valencia la Coppa delle Coppe ai rigori contro gli inglesi dell’Arsenal di Londra;
  • nel 1981, ancora un campionato in Argentina, questa volta però con il suo River Plate;
  • allena a spezzoni (o spizzichi e bocconi) anche le sue Merengues negli anni 1982-84 e 1990-1991 con alterne fortune e senza particolare squilli prima di diventarne consigliere.

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