Celiachia quali soluzioni?

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Celiachia ovvero un’intolleranza permanente al glutine, ovvero la componente proteica presente nel frumento ma anche in altri cereali quali farro, orzo, segale, avena, kamut, spelta, triticale, bulgur, malto, greunkern e seitan.
Tecnicamente l’intestino del celiaco non riesce ad assimilare il glutine, che quindi viene considerato un agente tossico.
Il glutine, vale la pena di ricordarlo, non è presente nel chicco del cereale o nella farina, ma si forma solo in seguito all’aggiunta di acqua e alla formazione dell’impasto.

Il celiaco, quando inserisce il glutine, attiva in maniera anomala il sistema immunitario che risponde rifiutando il glutine e danneggiando quindi l’intestino.

La celiachia, però, non è causata esclusivamente dal glutine ma anche da alcuni fattori genetici.
Le persone affette da questo disturbo tendono infatti a sviluppare altre malattie in cui il sistema immunitario attacca le cellule e i tessuti sani dell’organismo. Il collegamento tra la celiachia e queste malattia potrebbe quindi essere di natura genetica. Tra di esse citiamo diabete di tipo 1, malattie autoimmuni della tiroide, malattie autoimmuni del fegato, artrite reumatoide, morbo di Addison (una malattia che danneggia le ghiandole che producono gli ormoni più importanti), sindrome di Sjögren (malattia che danneggia le ghiandole lacrimali e salivari.
Per stare in salute, le persone celiache devono evitare il glutine per tutto il resto della vita. Anche una piccola quantità di glutine può danneggiare l’intestino tenue.
Per combattere la malattia celiaca l’unica terapia attualmente valida è quella dietetica. Il celiaco è quindi costretto ad eliminare dalla propria tavola tutti quegli alimenti che contengono anche solo piccole quantità di glutine (pasta, dolci, pane, birra, biscotti ecc.).
I miglioramenti cominceranno dopo pochi giorni dall’inizio della dieta. L’intestino tenue di solito guarisce in un periodo che va dai tre ai sei mesi nei bambini, ma potrebbe impiegare diversi anni nel caso degli adulti. Guarigione dell’intestino significa che i villi intestinali ritorneranno ad assorbire le sostanze nutritive dagli alimenti e le trasferiranno correttamente nel sangue.
I sintomi della celiachia possono manifestarsi a qualsiasi età con segni e sintomi sia intestinali, (per esempio diarrea e distensione addominale), sia extraintestinali quali astenia, calo ponderale o dolori articolari.
Particolarmente delicata è la situazione per quanto riguarda i bambini. In questo caso una diagnosi precoce è fondamentale per scongiurare e/o anticipare possibili complicazioni o vere e proprie patologie future. Inoltre, gli esami di laboratorio (semplici esami del sangue) sono importanti per la diagnosi di celiachia: non sono invasivi e sono altamente predittivi, ossia sono davvero affidabili per la diagnosi.
La diagnosi precoce inoltre si deve basare non solo sugli aspetti tipici della malattia, ma anche sugli aspetti che caratterizzano le forme atipica e silente di celiachia. Per esempio, le alterazioni dell’umore, l’irritabilità, l’apatia, ripetuti mal di pancia, stati anemici, bassa statura, l’essere come distaccati dall’ambiente circostante.
Altro interessante argomento riguarda lo svezzamento: quindi, quando si può introdurre il glutine nella dieta del bambino?
Tendenzialmente l’introduzione dei primi cereali (biscottino, pappe, etc) avviene intorno al sesto mese. Sembra probabile che introdurre prima alimenti contenenti glutine possa favorire in qualche modo la comparsa della celiachia.
Molto probabile invece è l’effetto benefico di un allattamento al seno prolungato almeno fino a sei mesi: sembra che le pareti intestinali del bambino si rinforzino e proteggano dall’intolleranza al glutine.

By Luna Verde

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