Cometa di Halley: la stella di Natale?

Cometa di HalleyLa cometa di Halley: anno Domini 2062, il ritorno della cometa più famosa della Storia

La cometa di Halley più celebre della storia, il cui prossimo passaggio vicino a Sole e Terra è in programma per il 2062, porta il nome dell’astronomo inglese (Edmond) Halley; questi calcolò che lo stesso “astro chiomato”, da lui osservato nel 1682, doveva essere passato varie volte, nel passato, in prossimità della Terra. E, confrontando le sue osservazioni con quelle di precedenti passaggi, predisse il ritorno della cometa dopo 76 anni circa. Un evento al quale lui non avrebbe potuto mai assistere, ma che gli regalò un posto di tutto rispetto nella storia.

Risalendo nel tempo, in base agli studi effettuati dagli astronomi, si può affermare, con sicurezza, che il primo passaggio registrato, della cometa risalirebbe al 240 a.C. (fu osservata dai Cinesi e probabilmente anche da Archimede).

Celebre il transito del 1066 immortalato nel famoso arazzo di Bayeux, sul quale è riportata la cronaca dello sbarco dei Normanni in Gran Bretagna.

Anno domini 1301: il ritorno della cometa di Halley

Un altro passaggio degno di nota fu quello del 1301: ispirò il celebre pittore fiorentino Giotto, che lo immortalò sull’affresco della natività nella cappella degli Scrovegni a Padova (da allora le comete fecero la propria apparizione nelle rappresentazioni natalizie). Fra gli altri passaggi da ricordare quello del 1456, dove si registrò una certa discrepanza fra le osservazioni degli astronomi cinesi e degli europei. Questi ultimi, infatti, la descrissero molto più luminosa e spettacolare. Il passaggio del 1607 fu osservato anche da Keplero, e il successivo del 1682, fu quello della grande scoperta. L’apparizione della cometa di Halley passò però all’inizio quasi sotto silenzio, poiché ne era passata due anni prima una molta luminosa che aveva colpito l’immaginario collettivo. Halley (astronomo reale inglese dal 1740 al 1742), aveva seguito con attenzione gli studi di Newton che, per primo, aveva suggerito la possibilità che una cometa potesse avere un’orbita parabolica, iperbolica o ellittica e che nessuno di questi corpi celesti potesse averla coincidente con quella di un’altra… 

Anno domini 1682: il ritorno della cometa di Halley, previsioni e caccia

Basandosi sugli studi di Isacco Newton, Halley calcolò l’orbita della cometa del 1682 e poi li confrontò con quelli degli “astri chiomati” osservati nel 1607 e nel 1531. E alla fine giunse alla conclusione che si trattasse della stesso corpo celeste.
Halley fu astronomo a 360°, nel corso della sua carriera, poiché non si occupò soltanto dello studio delle comete, ma redasse un accuratissimo catalogo sulle stelle dell’emisfero australe, dall’isola di Sant’Elena (più famosa nei secoli a venire per motivi napoleonici). Studiò, inoltre, ammassi stellari e nebulose e scoprì i moti propri in cielo di alcune fra le stelle più luminose.

Questi studi confluirono nelle sua “Tabulae Astronomicae”, nelle quali predisse il ritorno della sua cometa tra il termine del 1758 e l’inizio del 1759. Nonostante la sua fama di astronomo di prim’ordine, sul ritorno della “sua” cometa c’era molto scetticismo. Comunque la caccia era aperta…

Anno domini 1758: il ritorno de La cometa di Halley, nella notte di Natale

I calcoli e le previsioni di Halley si dimostrarono invece esatti e la cometa fu “riscoperta”, meglio riosservata, per la prima volta, nella notte del 25 dicembre (quando si dice il caso…) 1758 dall’astronomo non professionista (in pratica un astrofilo ) tedesco Johann Palitzsch, che la osservò da Prohlis, un paese nei pressi di Dresda.
Fra i passaggi successivi si ricordano quello del 1835, che può vantare un primato tutto italiano: la cometa fu osservata, per la prima volta, dall’osservatorio di Roma da E. Demouchel. Il ritorno seguente avvenne nel 1910 e l’astro chiomato fu osservato, su lastra fotografica, per la prima volta da Max Wolf  l’11 settembre del 1909 dall’osservatorio di Heidelberg in Germania. L’11 febbraio dell’anno dopo lo stesso astronomo tedesco la osservò per primo anche ad occhio nudo, stabilendo così un record di tutto riguardo. Tra le osservazioni da ricordare quella dell’astronomo W. G. Todd che l’aveva osservata per la prima volta all’età di 14 anni, nel passaggio precedente, e che nel 1985, all’età di 89 la osservò per la seconda volta. Ma tornando al 1910…

Anno domini 1910 e 1986: il ritorno della cometa di Halley, fino ai giorni nostri

Il passaggio del 1910 fu preceduto da una ridda di notizie tragiche, visto che la Terra sarebbe stata toccata dalla coda di gas della cometa stessa. Si diffuse così un grande allarmismo che spinse addirittura alcune persone a suicidarsi. Il passaggio nel punto più vicino alla Terra, il 19 maggio 1910, non fece però alcun danno, anzi la cometa fu seguita con i telescopi degli astronomi “sani e salvi” fino all’estate del 1911. Nella notte del 15 giugno di quell’anno venne registrata, per l’ultima volta, la sua debolissima luce su una lastra fotografica dell’osservatorio statunitense di Wilson.
Nell’ottobre del 1982 venne di nuovo fotografata e crebbe in tutti l’attesa per il passaggio, che sarebbe avvenuto fra la fine del 1985 e l’inizio del 1986. Molti rimasero un po’ delusi da quell’apparizione, ma la posizione della cometa stessa rispetto al nostro pianeta fu poco favorevole. Ma le stupende immagini inviate dalla sonda Giotto (in onore del maestro fiorentino), lanciata dall’ente spaziale europeo (Esa), che si avvicinò al nucleo della cometa stessa nella primavera del 1986, ripagarono tutti gli appassionati di astronomia, e mostrarono particolari estremamente dettagliati del nucleo della cometa più celebre della storia. Quindi Giotto tornò d’attualità…

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Photo by Wikipedia

Giotto: Halley’s Comet Flyby Animation (1986.03.14)