Egitto e astronomia nella Valle del Nilo

Egitto

Egitto e astronomia nella Valle del Nilo

Egitto, astronomia e civiltà: lungo fu il periodo durante il quale la civiltà egiziana irradiò il suo sapere nel modo antico.
Egitto e storia, secondo le leggende la storia unitaria della terra dei faraoni ebbe inizio nel 3400 quando Menes, re dell’Alto Egitto, conquistò il Basso Egitto e l’epoca aurea poi continuò fino al XII a.C, quando iniziò la decadenza a causa delle ricorrenti scorrerie di popoli libici ed indoeuropei, fino al tracollo finale dovuto all’invasione macedone (IV a.C.) e romana (I a.C.).
Egitto e scienza, lungo 23 secoli di storia tutte le branche del sapere ebbero il tempo di svilupparsi e prosperare e, fra queste, naturalmente l’astronomia; partendo dal calendario, gli egizi misuravano il tempo lungo un anno solare (al contrario Babilonesi che utilizzavano invece un calendario lunare),

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ossia sulla base del cammino del Sole,

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la stella del giorno lungo la volta celeste”. L’anno egiziano iniziava dalla levata eliaca di Sirio la quale, tra l’altro, coincideva con delle piene del Nilo che portavano nei campi il limo che li rendeva fertili.

Egitto e calendario, l’anno egizio era formato da 12 mesi di 30 giorni più 5 giorni supplementari; da buoni osservatori del cielo gli Egiziani si erano accorti dei ritardi nella levata di Sirio (accorgendosi quindi della precessione equinozi), e avevano calcolato un ciclo completo di 1460 anni per ritrovare l’astro più luminoso del firmamento sorgere insieme al Sole in un preciso giorno. Questo ciclo era detto “anno sotiaco” da Sothis, nome egiziano della stella Sirio;  va ricordato, inoltre, che il periodo della levata eliaca di Sirio veniva indicato con l’appellativo di “canicola” per indicare il caldo torrido legato alla stella del Cane (ricordiamo che Sirio è l’astro più luminoso, oltreché del cielo, della costellazione del Cane Maggiore).

Egitto e tempo, per la sua misura, in frazioni più brevi di un intero anno, gli abitanti della valle del Nilo usavano meridiane durante il giorno e clessidre (a sabbia o acqua) durante la notte, ma anche i decani: dividevano infatti l’eclittica in 36 zone di circa 10°, associate a stelle singole o gruppi di stelle, all’interno delle quali potevano scorgere la levata del Sole

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e che venivano, quindi attraversate dal Sole stesso durante l’anno. I decani erano dunque raffigurati su un reticolo che rappresentava lo spostamento del Sole durante le ore notturne. Ed allora, dopo 10 giorni da quello in cui il Sole era sorto in un decano, passava in quello successivo, e conseguentemente il sorgere del primo decano segnalava che ci si trovava nell’ora decanica prima dell’alba. Era poi tenuta in grande considerazione l’ora decanica rappresentata dalle stelle del Leone, che si verificava al momento della già citata levata eliaca di Sirio. Quest’ora leonina segnalava infatti non solo l’inizio dell’anno, ma anche, secondo la tradizione, la configurazione del cielo e della Terra

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nel momento in cui era stato creato il mondo.

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Va aggiunto poi che il periodo in cui il Sole transitava all’interno della citata costellazione zodiacale era detto Solleone, e coincideva anche col periodo della grande calura estiva durante la quale i leoni abbandonavano le loro tane nel deserto per andare verso il fresco del Nilo, seminando gravi danni e distruzione.

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