Giubiana festa dell’inverno on line?

Giubiana festa
Giubiana festa dell’inverno fu?

Giubiana festa dell’inverno, anno 2021: tra annullamenti e manifestazioni tenutesi solo on line, anche la mitica strega quest’anno ha risentito del contraccolpo targato Covid 19, alias Corona Virus.

Giubiana festa antica e in qualche modo un po’ pagana, ecco la carta d’identità: è la protagonista una storia antica e affascinante che rivive, anno dopo anno, a cavallo fra gennaio e febbraio in molti borghi, città e cittadine del Nord Italia, e in particolare della Lombardia, dove viene bruciata.

Giubiana festa che, in accordo alla tradizione popolare, prevede che il manichino e/o fantoccio (arso su una pira, alla presenza del popolo e delle autorità, quando possibile…) rappresenti la castellana traditrice della città: è diventata, pertanto, una sorta di rito celebrativo dell’identità e dell’orgoglio cittadini e, benché se si tratti soltanto di una leggenda completamente avulsa dalla realtà storica, anche se la manifestazione nel suo complesso ha una sua originalità rispetto ai ben noti esempi di folklore lombardo dello stesso periodo diffusi in vari centri, come i falò di Sant’Antonio.

Giubiana festa con una premessa: il periodo invernale è contrassegnato da una serie di celebrazioni che coincidono con il calendario astronomico, vale a dire con le tradizioni solstiziali di antica memoria, legate appunto al Solstizio d’Inverno, ovvero un patrimonio culturale che non è mai stato totalmente spento e che ritroviamo nei segni più piccoli di un mondo contadino, che non ha voluto rinunciare alle proprie radici e che ogni anno rimette in scena un rito senza tempo; le feste invernali, infatti, hanno qualcosa di affascinante, che le lega a un passato remoto di cui spesso abbiamo perso le tracce, ma che sentiamo essere parte integrante della tradizione, qualcosa di inscritto nel nostro Dna, vedi per esempio la Candelora, oppure il Carnevale, Romano o Ambrosiano e che fa sì ancora oggi, nella nostra civiltà ipertecnologica, si celebrino feste che hanno conservato un legame con un universo di esperienze strettamente legate ai rituali agricoli: rituali che sono così radicati nella nostra tradizione, forse a livello inconscio, da essere celebrate malgrado l’attenuarsi della sensibilità per la tradizione che sembra caratterizzare i nostri tempi.

Giubiana festa e origini del mito: le ipotesi sulle origini del rito sono diverse

  • Taluni prediligono una interpretazione “politica” scorgendo nell’evento una manifestazione del conflitto tra popolo e tiranno (cioè tra libertà e dispotismo) maturato nel secolo dei lumi e sfociato nelle insurrezioni popolari contro le monarchie assolute e nella conquista del potere da parte della borghesia;
  • Altri preferiscono far riferimento ai tempi dell’Inquisizione e della caccia alle streghe. Se si prova a curiosare tra le suggestioni del folklore, si scopre una credenza particolarmente curiosa, che lega quel simulacro arso nelle pubbliche piazze a una figura densa di immagini leggendarie: la strega e, infatti, secondo la tradizione popolare, questa festa era una sorta di annuncio pubblico dell’arrivo in città delle streghe e un supporto a questa credenza ci giunge da un’autorità degli studi sui dialetti, Gian Luigi Beccaria, che nel suo libro più volte ristampato, I nomi del mondo, chiarisce che Il nome italiano è Gibigiana, voce di origine lombarda (giubiana=fantasma, significa anche riverbero), dove gianna, strega, viene dal nome della dea Diana che in tanti dialetti sopravvive con il senso di fata o strega; e così, almeno in parte, nella tradizione popolare la Giubiana ha assunto i toni della strega vera e propria ed è spesso descritta nelle leggenda come una vecchia cattiva, malefica che mangia i bambini o li rapisce, gioca a carte con i morti e, tra i suoi tratti distintivi, avrebbe una gamba di colore rosso.
  • Alcuni studiosi si spingono ancora più indietro nel tempo (I secolo d.c.) e attribuiscono l’evento del rogo della Giubiana a residui di riti celtici in cui fantocci e manichini di vimini intrecciati e figure umane (contenenti persone in carne e ossa) erano date alle fiamme dai sacerdoti druidici per propiziarsi il favore degli dei in battaglia o per ottenere i loro benevoli auspici nelle stagioni della semina e dei raccolti. Ma la Giubiana può essere posta sulla scia delle altre figure arse o collegate alla già sopra citata Candelora e quindi identificano l’inverno e la cattiva stagione contro cui il contadino inscenava una sorta di rito apotropaico, destinato a terminare con l’allontanamento simbolico del freddo e l’invito alla bella stagione (non dimentichiamo che quando viene bruciata la Giubiana il Carnevale è alle porte o in corso…) di fare il suo ingresso, o quanto meno di cominciare a donare i primi raggi di un sole un po’ più caldo; e così ogni rappresentazione della Giubiana è infatti destinata (come si vedrà più avanti) a finire a tavola, con un corollario di balli, musica e desiderio di far festa, in particolare, durante il rogo, le fiamme sono accompagnate da schiamazzi e suoni.
  • Altri interpreti delle tradizioni popolari fanno risalire infine gli attuali roghi a quelli dei sacerdoti cristiani che, nel IV secolo d.C., bruciavano simbolicamente le divinità pagane. Secondo questa interpretazione il nome Giubiana deriverebbe da Joviana, ossia Giunone e il rogo dell’effigie della Giubiana potrebbe essere quindi interpretato addirittura come l’eco di antiche pratiche legate al sacrificio: l’accostamento è comunque difficile da dimostrare e troverebbe nei fantocci posti sulla catasta e nel lancio di oggetti tra le fiamme una sorta di rielaborazione delle più cruente pratiche pagane.
  • Sempre riguardo all’origine del nome di questa festa va segnalato che per alcuni deriverebbe dal dialetto piemontese Giobbia, che significa giovedì; per altri sarebbe da ricercare nelle influenze legate al nome di Giove, il re del Pantheon greco e romano.

Giubiana festa nel mondo moderno: ritornando ai giorni nostri, la Giubiana è diventata un’occasione, in assenza di Pandemie… per incontrarsi, fare festa (l’incendio della pira si conclude sempre con spettacolari fuochi d’artificio) e mangiare in compagnia, magari il risotto con la luganiga, come prescrive la tradizione;  meglio per tutti poi se la Giubiana brucia bene: è un buon auspicio per l’anno appena iniziato; la Giubiana resta in definitiva una figura tipica del folklore lombardo (ma non solo…) che rappresenta la cattiva stagione, oppure la strega, o semplicemente qualcosa che si cerca di allontanare trasformandolo in un simbolo che, perdendosi nel fuoco, muta la leggenda in tradizione. Una tradizione destinata a mantenere saldo il proprio legame con un passato lontano.

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