Giubiana the story (parte II)

Giubiana la storia e la leggenda continuano. Alcuni stuGiubianadiosi si spingono ancora più indietro nel tempo (I secolo d.c.) e attribuiscono l’evento del rogo della Giubiana a residui di riti celtici in cui fantocci e manichini di vimini intrecciati e figure umane (contenenti persone in carne e ossa) erano date alle fiamme dai sacerdoti druidici per propiziarsi il favore degli dei in battaglia o per ottenere i loro benevoli auspici nelle stagioni della semina e dei raccolti. Ma la Giubiana può essere posta sulla scia delle altre figure arse o collegate alla Candelora

Candelora 2 febbraio festa della Luce?

che identificano l’inverno e la cattiva stagione contro cui il contadino inscenava una sorta di rito apotropaico, destinato a terminare con l’allontanamento simbolico del freddo e l’invito alla bella stagione (non dimentichiamo che quando viene bruciata la Giubiana il Carnevale è alle porte o in corso…)

Carnevale, Pasqua e Luna (parte I)

Carnevale, Pasqua e Luna (parte II)

Carnevale, Pasqua e Luna e lunare (parte III)

Carnevale, Pasqua e Luna (parte IV)

di fare il suo ingresso, o quanto meno di cominciare a donare i primi raggi di un sole un po’ più caldo. Ogni rappresentazione della Giubiana è infatti destinata (come si vedrà più avanti) a finire a tavola, con un corollario di balli, musica e desiderio di far festa. In particolare, durante il rogo, le fiamme sono accompagnate da schiamazzi e suoni.

Altri interpreti delle tradizioni popolari fanno risalire infine gli attuali roghi a quelli dei sacerdoti cristiani che, nel IV secolo d.C., bruciavano simbolicamente le divinità pagane. Secondo questa interpretazione il nome Giubiana deriverebbe da Joviana, ossia Giunone. Il rogo dell’effigie della Giubiana potrebbe essere quindi interpretato addirittura come l’eco di antiche pratiche legate al sacrificio: l’accostamento è comunque difficile da dimostrare e troverebbe nei fantocci posti sulla catasta e nel lancio di oggetti tra le fiamme una sorta di rielaborazione delle più cruente pratiche pagane.
Sempre riguardo all’origine del nome di questa festa va segnalato che per alcuni deriverebbe dal dialetto piemontese Giobbia, che significa giovedì; per altri sarebbe da ricercare nelle influenze legate al nome di Giove, il re del Pantheon greco e romano.
Ritornando ai giorni nostri, la Giubiana è diventata un’occasione per incontrarsi, fare festa (l’incendio della pira si conclude sempre con spettacolari fuochi d’artificio) e mangiare in compagnia, magari il risotto con la luganiga, come prescrive la tradizione. Meglio per tutti poi se la Giubiana brucia bene: è un buon auspicio per l’anno appena iniziato.
La Giubiana resta in definitiva una figura tipica del folklore lombardo (ma non solo…) che rappresenta la cattiva stagione, oppure la strega, o semplicemente qualcosa che si cerca di allontanare trasformandolo in un simbolo che, perdendosi nel fuoco, muta la leggenda in tradizione. Una tradizione destinata a mantenere saldo il proprio legame con un passato lontano.
(Fine)

Carnevale, Pasqua e Luna (parte II)

Calendario della Luna Verde

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CANZO – #LAGIUBIANA DA CANZ 2020