I Pesci in cielo come in acqua

I Pesci Gemelli la costellazione e il mito 

I Pesci celesti: la prima raffigurazione di questo gruppo di stelle, costellazione dello Zodiaco, lo identificava con un solo pesce anziché con l’attuale coppia legata da una lunga corda. Secondo taluni mitografi rappresentava la citata Dea Derceto, vista nella sua trasformazione in sirena, creatura per metà pesce e metà donna.
I Pesci e un altro mito che si riallaccia alla lotta di Giove contro il mostro Tirone, o Tefeo, un creatura dalla genesi molto particolare e che seguì alla lotta degli dei dell’Olimpo contro i Titani ed i Giganti; dopo la loro sconfitta, la loro progenitrice la Dea-Terra Gea, scese nel Tartaro, la zona più profonda ed oscura degli inferi, dove erano stati imprigionati i suoi figli Titani, dove si unì a Tartaro e diede la vita a Tifone, un mostro dalla bruttezza e cattiveria inaudita, il quale poi, su istigazione della madre salì in superficie dove, al termine di un’epica lotta sarà sconfitto da Giove, Pan e Mercurio.
Il figlio di Gea, non appena arrivò alla luce del Sole, iniziò subito a terrorizzare gli abitanti del pianeta, seminando paura e distruzione ovunque passasse. E non poteva essere diversamente, visto che aveva cento teste di drago e duecento occhi dai quali eruttava fiamme. dalle sue bocche, poi, facevano capolino delle lingue nero pece, mentre le sue corde vocali emettevano suoni mostruosi, che riecheggiavano il muggito dei buoi, il guaito dei cani, il ruggito dei leoni ed il sibilo delle vipere. Tifone, dopo aver vagato a lungo, giunse lungo le rive del fiume Eufrate, in Mesopotamia e patria, più avanti nel tempo del Gioco Reale di Ur. Lì sorprese la Dea Venere (la greca Afrodite) ed il figlio Cupido (Eros) che, per sfuggire alla creatura infernale, si trasformarono in un fascio di canne lungo le sponde del fiume: un’improvvisa folata di vento fece però vibrare il canneto, spaventando la dea dell’amore che prese in grembo il figlio e poi corse verso l’Eufrate, nella cui acqua si tuffò chiedendo aiuto alle ninfe delle acque dolci (o secondo una variante del mito a Giove). Queste, impietosite dalla richiesta di aiuto della madre che voleva proteggere il figlio, li posero in salvo facendoli trasportare sul dorso da due Pesci . La dea, poi, li immortalò nella costellazione in segno di ringraziamento.

I Pesci e altre versioni del mito:

  • Venere e Cupido stessi si sarebbero trasformati in una coppia di Pesci , poi si attaccarono con una corda per non perdersi nella corrente del grande fiume, legati amorevolmente per l’eternità;
  • un uovo sarebbe caduto nelle acque tumultuose del fiume che scorre oggi fra i confini dell’Iraq, salvato dalle acque in piena e spinto riva da un gruppo di Pesci; quell’uovo avrebbe ospitato Venere,  poi allevata da un gruppo di colombe (vedi anche costellazione della Colomba) e la dea dell’amore, in segno di gratitudine volle ricordare i Pesci che l’avevano salvata, immortalandoli nel firmamento.

I Pesci e i Romani: i latini chiamarono la costellazione aquilonio o aquilonario dal nome del vento Aquilone che portava il vento del nord gravido di pioggia: altri appellativi furono il pesce gemello o anche i Pesci gemelli.

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