Il nome delle stelle fa eco ad Aldebaran, Rigel, Deneb, Procione, Altair… termini che suonano familiari agli astronomi e agli astrofili i quali sanno trovare nel firmamento gli astri corrispondenti a queste endiadi dall’origine più varia.
Il nome delle stelle e se facciamo un elenco troveremo che non superano le 250 unità circa; in realtà il loro numero è leggermente maggiore, se consideriamo che che alcune di esse hanno due o tre nomi, frutto talvolta di una variante dello stesso termine, mentre altre volte il secondo nome è completamente differente.
Il nome delle stelle qualche esempio: alfa Capricorni assume il nome di Giedi, Gredi, Algedi tutti e tre derivanti dalla parola araba capra, mentre alpha Andromedae viene riportata sia come Sirrah che Alpheratz, entrambi derivanti dall’arabo Surrat-Al-Faras, l’ombelico del cavallo, in quanto questo astro veniva considerato facente parte della costellazione di Pegaso, il cavallo alato da non confondere con i cavalli del carro del Sole.
Anche alfa Persei ha due nomi: Algenib e Mirfak, aventi entrambi il significato de il fianco e ancora alpha Arietis viene indifferentemente denominata Hamal o Hamel, la testa del montone, mentre epsilon Virginis Vindemiatrix o Almuredin e ancora alfa Ursae Minoris, Polaris, Stella Polare o Alruccabah la guida,
ma gli esempi citabili potrebbero essere molti altri.
Il nome delle stelle – Come avete potuto constatare i nomi derivano da diverse lingue: dal latino, dal greco, dall’arabo, dall’ebraico, dal turco e dal persiano, per limitarci alle culture che gravitarono attorno al bacino del Mare Mediterraneo.
Dall’arabo derivano Rigel (il piede in Orione e nel Centauro), Deneb (la coda nel Cigno, nella Balena e l’Aquila) ed Aldebaran la stella che segue, ma che cosa? Le Pleiadi, le sette sorelle, le stelle principali del celebre ammasso aperto. Ancora dall’arabo derivano Fomalauth, la Bocca del Pesce (Australe), Achernar, la Foce di Eridano, Alphard la soltaria ed anche qui gli esempi sono assai numerosi.
Dal latino, invece, derivano Regulus, il piccolo re, Spica, la spiga, Bellatrix, la donna guerriera, Capella, la Capretta, mentre dal greco Sirio, da Seiros la splendente, Procione, da Procyon l’annunziatore ed Antares, da anti Ares, ossia anti Marte, poiché il colore rosso di questo astro ricordava quello del pianeta Marte.
La difficoltà, però, incontrata nel rinvenire nomi delle stelle con nomi latini e greci suggerisce che la maggior parte delle stelle ebbe nomi derivanti dall’arabo e collegate a questa origine vi sono alcune storie divertenti, una delle quali riguarda la stella Betelgeuse, alpha Orionis, il cui nome subì svariate peripezie e che non significa alcunché; questo astro fu denominato dagli Arabi Yad-Al-Giauza, la mano del gigante; nel 1200 una traduzione latina sostituì la Y con la B e ne sortì il nome Bedalgeuze, che, infine, Giuseppe Giusto Scaligero ridusse in Betelgeuse; ma la storia non termina qui; a causa di un’errata traduzione di Bayer i Tedeschi, spesso, scrivono il nome di questa stella in Betriegeuse.
Un’altra storia curiosa è legata alle stelle alpha, beta e gamma Aquilae. L’endiade araba Al-Nasr-Al-Tair, l’aquila volante era comune a tutte e tre le stelle, ma solo la seconda parola Altair rimase nei cataloghi successivi; gli Arabi, però, conoscevano questo terzetto anche con il nome di Al Mizan e l’astronomo persiano Al Tusi lo tradusse nella sua lingua madre Shain-I-Taruz che nelle traduzioni latine divenne Shain-Tarazed; a questo punto si inserisce nella storia l’astronomo Padre Giuseppe Piazzi che attribuì alla stella gamma la seconda parte del nome Tarazed, mentre alla stella beta la prima parte, sbagliando però la trascrizione che nel suo catalogo divenne Alshain.