Il Pesce Australe alias il Pesce Maggiore
Il Pesce Australe e la relativa costellazione era conosciuti dagli antichi Greci anche col nome di Pesce meridionale per distinguerlo dall’asterismo dei due Pesci settentrionali (vedi la costellazione zodiacale dei Pesci); la mitologia dell’intera figura celeste è stata spesso inclusa nella storia della sua stella più luminosa, la brillante Fomalhaut, mentre per alcuni autori era il grande Pesce genitore dei due sopracitati Pesci zodiacali.
Il Pesce Australe, in latino Piscis Austrinus (o più raramente e meno correttamente Piscis Australis), è alla fonte di un altro mito lo ricollega alla dea siriana della fertilità Atargati (o Derceto), che stava per annegare in un lago presso la località di Bambyce più tardi fu conosciuta dai Greci come Hieropolis (la città sacra, in lingua greca) e che oggi si chiama Membij; la dea, secondo le leggende, fu tratta in salvo da un grande Pesce, che poi, in segno di ringraziamento, pose in cielo nella costellazione del Pesce Australe; fu per questo motivo che i templi dedicati ad Atargati contenevano delle vasche popolate con molti Pesci, che i suoi sacerdoti consumavano quotidianamente come rituale sacro: un privilegio concesso solo a loro, visto che si narrava che la dea punisse coloro che mangiavano Pesce facendoli ammalare.
La costellazione del Pesce Australe e un’altra variante secondo la quale Derceto si era gettata spontaneamente in un lago ad Ascalone in Palestina, nel tentativo di suicidarsi: questo atto estremo era dovuto alla vergogna che provava per essere rimasta incinta del suo spasimante, il giovane Caistro e, dopo aver ucciso l’amante si lanciò nell’acqua dove fu, però tramutata in una sirena, creatura anfibia per metà donna e metà Pesce; dopo questa trasformazione, diede alla luce la figlia Seminaride, che abbandonò sulla riva del lago; la piccola fu poi allevata da un gruppo di colombe (vedi anche costellazione della Colomba) e più tardi divenne regina di Babilonia.
Il Pesce Australe , nei miti del diluvio, la celebre inondazione avvenuta nell’antichità e citata in varie fonti dove il nostro veniva raffigurato nell’atto di ingoiare il liquido dalla giara dell’uomo che versa l’acqua (alias l’Acquario Zodiacale) e fu visto come la salvezza dall’inondazione.
Il Pesce Australe nelle raffigurazioni sembra nuotare controcorrente lungo il Fiume dell’Acquario che forma una curva scendendo dalla giara (il pesce è immaginato spesso nell’atto di inghiottire il flusso d’acqua nella sua grande bocca); comunemente dipinto col dorso rivolto a nord, in alcuni antiche raffigurazioni stellari appare invece con la pancia all’insù, mentre in alcune immagini appare come una rana che inghiotte il sopra citato Fiume dell’Acquario.
Il Pesce Australe e i Romani: Virgilio nel quarto libro delle Georgiche lo chiamò il Pesce d’acqua, mentre altri appellativi furono il grande Pesce, Pesce maggiore, il Pesce solitario, in paragone coi due citati Pesci zodiacali; fu anche conosciuto come Pesce del Capricorno per la sua vicinanza alla costellazione zodiacale, che rappresentava quella creatura anfibia.
Il Pesce Australe and friends: tante sono le creature marine ed acquatiche che popolano il cielo, oltre al Pesce Australe: fra queste ricordiamo la già citata costellazione zodiacale dei Pesci, e, per quanto riguarda i cetacei, vanno ricordati Balena e Delfino; tra le costellazioni moderne, vanno citati gli asterismi del Pesce Dorato, Dorado o Pesce Aurato e del Pesce Volante (Volans), mentre fra i mutanti va annoverato il sopra menzionato Capricorno e, per quanto riguarda le creature d’acqua dolce, il Cancro o Granchio Celeste, l’Idra e l’Idro.
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