La Balena fra cielo e mare

La BalenaLa Balena – Il Mostro Marino

La Balena, o Ceto, è il mostro marino apparso nel celebre mito di Andromeda, la principessa incatenata alla roccia in sacrificio al dio del mare Nettuno anche se oggi di questi splendidi e affascinanti mammiferi marini si parla soprattutto per I Segreti delle Balene, la serie prodotta da James Cameron, il regista di Terminator e Aliens, che esplora il mondo dei cetacei.

La Balena, Ceto, richiamata dal tridente di Poseidone, il Romano Nettuno, aveva iniziato la sua opera di distruzione delle coste dell’Etiopia, che si sarebbe dovuta concludere solo dopo il sacrificio della bella principessa; e mentre Andromeda ed i suoi genitori attendevano inermi che il mostro marino, oramai emerso dalle acque in tutta la sua terrificante sagoma, compisse la sua terribile missione, intervenne Perseo che, con il miraggio di poter impalmare la bella principessa, ebbe la meglio sul mostro.

La Balena e la leggenda 1: in base a questo racconto, l’eroe confuse il mostro, attirandolo verso la sua ombra e, quando Ceto si lanciò contro la sua immagine, riflessa sull’acqua del mare, Perseo gli piombò addosso dall’alto e, con il falcetto magico donatogli dalla Dea Atena, lo uccise squarciando il suo corpo di durissime scaglie.
La Balena e la leggenda 2: secondo un’altra variante dell’epica battaglia, l’eroe attaccò improvvisamente Ceto, cogliendolo alla sprovvista, mentre la sua attenzione era oramai rivolta alla sua preda sacrificale che, in lacrime, attendeva sullo scoglio la sua triste fine. Piombando come un fulmine sul dorso del mostro, Perseo gli conficcò la spada sulla spalla destra. Il mostro, sorpreso da quest’improvviso attacco, si girò verso l’eroe, cercando di inghiottirlo fra le sue enormi fauci. Il promesso sposo, non si lasciò però spaventare dalla reazione del cetaceo e proseguì nella sua opera continuando a far penetrare la spada nel suo corpo. Così gli trapassò le costole fino a giungere alla coda. Con un ultimo conato di vita Ceto sputò un fiotto di sangue dalla bocca e poi cadde senza vita nelle acque del mare. Perseo, allora, portò la carcassa del mostro a riva, dove, tra ali festanti di folla, lo pose sulla spiaggia. Qui il pubblico che aveva assistito al terribile duello, spellò il mostro, esponendo al sole ed al ricordo dei posteri le ossa di Ceto. Una folla ora in delirio, e che invece, poco prima, aveva vinto le ultime titubanze di Cefeo e Cassiopea. I due, infatti, erano ovviamente titubanti riguardo al corso da dare ai voleri dell’oracolo di Ammone, che aveva prescritto il sacrificio di Andromeda. Ma i sudditi d’Etiopia, visto il perdurante pericolo per le loro proprietà e la loro vita, obbligarono i due genitori ad incatenare la bella principessa.
Secondo un’ultima variante del mito, Perseo avrebbe sconfitto il mostro, semplicemente mostrandogli la testa di Medusa la Gorgone che lo avrebbe pietrificato.
Varie sono state le rappresentazioni del mostro marino: un drago-pesce, un serpente di mare coperto di scaglie avvinte in enormi spire, una semplice balena, ma anche una creatura ibrida per metà marina e per metà terrestre con le zampe anteriori protese in avanti.
Secondo un altro mito ellenico rappresentava l’animale inviato sempre da Nettuno a devastare le terre di Laomedonte, re di Troia che, dopo aver chiesto l’aiuto del dio del mare, per erigere le mura della città, non lo aveva ricompensato. Fu allora obbligato a dare in pasto al mostro marino la figlia Esione che fu, poi, salvata da Ercole. Quando, poi, non mantenne la propria parola anche con l’autore delle dodici fatiche, quest’ultimo lo uccise.
Nella mitologia greca, poi, Ceto era anche il nome della mitica figlia di Ponto (il Mare) e di Gea (la Terra). Andata in sposa al fratello Forco, fu madre di tutta una genia di terribili creature, tra i quali vari mostri marini, le Gorgoni, Echidna (creatura per metà donna e metà serpente), ed il drago che custodiva il giardino delle Esperidi, celebre per i suoi pomi d’oro e, secondo una variante della leggenda, delle stesse Esperidi.
I Romani chiamarono questo gruppo di astri, la Balena, seguito da vari aggettivi nereide, fiera, nettunia, acquatica e ricoperta di squame.
Questi riferimenti latini a una Balena, più che ad un vero e proprio mostro marino, potrebbero avere delle connessioni con un episodio narrato in un racconto. Sembra, infatti, che una terribile tempesta marina avesse un giorno sbattuto sulle coste del Lazio, location di un altro mito legato alla città di Ardea,  un enorme cetaceo, lungo ben dodici metri, e con vertebra di quasi due metri di diametro.

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