Lario e astronomia

LarioLario e Lago di Como a braccetto con l’Astronomia?

Lario e Astronomia: esiste un rapporto fra la nascita del bacino del lago di Como e la scienza degli astri?

La risposta sembrerebbe positiva se si fa riferimento alle ere glaciali.

La storia del nostro pianeta può essere divisa in diversi periodi, detti anche ere, durante i quali vaste zone della superficie terrestre vengono ricoperte, rimodellate e modificate dalla grande massa di ghiaccio trasportata dai ghiacciai. Questo “movimento” è ovviamente, determinato dal mutare della temperatura. Le cause di questo mutamento sono state principalmente rinvenute in tre fenomeni, il secondo e il terzo dei quali hanno una spiccata connotazione astronomica.

Il primo è la deriva dei continenti. Il lento, ma incessante, movimento delle masse continentali, che i geologi sono riusciti a ricostruire sino a 550 milioni di anni fa, ha sempre causato cambiamenti di temperatura derivati dal blocco delle varie correnti marine. Per esempio, la presenza attuale di due grandi calotte polari è la conseguenza dell’ubicazione nell’emisfero australe dell’Antartide che blocca l’arrivo a sud delle correnti marine calde dell’Equatore. Lo stesso fenomeno si verifica per la presenza di Groenlandia e Islanda a nord.

Il secondo fenomeno è la rotazione dell’asse terrestre. Il “perno” intorno al quale ruota il nostro pianeta compie, in circa 26.000 anni, un giro completo su sé stesso. Questo fenomeno è provocato dalla reciproca attrazione fra la Terra ed il suo satellite naturale, la Luna. Il mutamento dell’inclinazione dell’asse porta come conseguenza il differente irraggiamento di determinate zone della superficie, dove i cambiamenti climatici modificano la struttura e la superficie dei ghiacciai.

Va infine citata la radiazione solare. La nostra stella non sempre ci invia la medesima quantità di luce e ciò può derivare sia da fenomeni intrinseci – ad esempio la quantità di luce e quindi di calore che emetteva quattro miliardi e mezzo di anni fa era il 75% di quella attuale – sia estrinseci – per esempio la sospensione nell’atmosfera di particelle derivanti da un’eruzione vulcanica o la presenza di polvere cosmica che il nostro Sistema Solare incontra nella sua rivoluzione attorno al centro della nostra galassia. Queste particelle, schermando la radiazione solare possono causare dei bruschi cambiamenti nella temperatura.

Gli studi dei geologi hanno, quindi, portato a dividere la storia del nostro pianeta nelle seguenti ere geologiche: Precambriana, cui seguì la Eocambriana (600-570 milioni di anni fa), Ordoviciana (450-430), del Pernocarbonifero (300-280) e infine la Quaternaria (2,5 milioni fino a oggi).

Tornando ai ghiacciai, va ricordato che l’inizio di un periodo particolarmente freddo conduce alla loro nascita. Il fenomeno è semplice: l’abbassamento della temperatura porta a inverni più lunghi e rigidi ed estati più corte e meno calde. Di conseguenza, la neve caduta durante l’inverno rimane sulla superficie più a lungo e la sua riflessione della luce solare diminuisce ulteriormente la temperatura e ciò fa sì che a volte la neve stessa non si sciolga del tutto. L’accumularsi di vari strati di neve provoca una compressione dei singoli cristalli che, perdendo l’aria, danno vita ad un’unica massa di ghiaccio. Si forma così un ghiacciaio, che viene normalmente ricompreso in tre categorie: gli Inlandis, che sono coltri ghiacciate presenti nelle zone polari e aventi forma biconvessa, da cui si dipartono correnti di ghiaccio che si muovono a velocità che possono raggiungere i sette chilometri all’anno. Vi sono poi i Ghiacciai a circo, così chiamati poiché la loro coltre ghiacciata si trova in una conca alimentata dalle masse di neve che cadono dalle pareti che la neve stessa non riesce a superare accumulandosi. Vi è infine, il Ghiacciaio di valle detto anche alpino, anche se non è esclusivo della zona delle Alpi. Qui la neve riesce a superare i circhi sopra citati – che sono meno profondi dei precedenti – ed a spingersi verso fondo valle attraverso diverse lingue di ghiaccio che spesso hanno la tendenza a fondersi fra loro.

Fondamentale per la nascita di un lago come il Lario è il movimento del ghiacciaio. Nei periodi in cui il clima diviene più rigido, i ghiacciai avanzano. Verso il mare gli Inlandis, verso valle quelli Alpini ed a Circo. Il movimento della massa di ghiaccio, detto “scivolamento del ghiacciaio”, è provocato dalla differenza di temperatura fra gli strati superficiali e quelli sottostanti. La superficie è infatti sempre più fredda poiché, a differenza degli strati posti sotto ad essa, non viene mai riscaldata dalle rocce. Ovviamente, tanto superiori saranno le differenze di temperatura, tanto maggiore sarà la “corsa” del ghiacciaio. Le conseguenze della “corsa” sono lo spostamento verso valle dei detriti che il ghiacciaio stesso incontra lungo il suo cammino, in particolare quelle che “stacca” dalle montagne che vengono modellate dalla sua azione lungo il loro fianco.

Sulla base di quanto detto sopra, possiamo comprendere la formazione del Lago di Como e del Lario. Durante la glaciazione di Wuerm – iniziata 100.000 e conclusa 10.000 anni fa – il ghiacciaio dell’Adda, proveniente dalla Valtellina e collegato con quello del Ceresio, scese nella zona del Lario, erodendo inesorabilmente le montagne della zona, le cui pendici inferiori – più a contatto con il ghiacciaio stesso – vennero modellate in modo da assumere quella caratteristica conformazione a strapiombo del nostro lago. Questa avanzata della massa di ghiaccio incontrò però degli ostacoli naturali. Per esempio lo sperone roccioso di Bellagio deviò il ghiacciaio che si divise nei due rami di Como e di Lecco. Identico fenomeno si verificò, anche se su scala ridotta, per l’Isola Comacina. La “massa bianca” si arrestò davanti a quell’ostacolo e dovette aggirarlo. La sua grande forza, tuttavia, limò notevolmente lo sperone roccioso e l’isola ha infatti assunto una peculiare forma allungata, stretta e direzionata nel senso di marcia del ghiacciaio stesso. Il fenomeno appena descritto si è poi ripetuto – pochi chilometri a nord dell’isola stessa – dove oggi si incontra la penisola di Lavedo, un istmo che non è divenuto, a sua volta, un’isola a causa dei detriti depositati dal torrente Perlana che l’hanno collegata alla terraferma.

Nella sua inarrestabile marcia, come detto precedentemente, il ghiacciaio erode una grande massa di detriti che trasporta a valle. Nel nostro caso i detriti stessi terminarono la loro corsa dando vita alle colline che circondano la città di Como. Una piccola quantità si depositò tuttavia lungo il cammino del ghiacciaio stesso su alcune terrazze naturali, che sono diventate così zone fertili. Questo fenomeno avvenne, soprattutto, nella parte alta del Lario, nel cosiddetto ramo di Gera che prende appunto nome dal paese di Gera Lario sito a pochi chilometri dal punto in cui il Fiume Adda diventa immissario del lago. Infine, va ricordato che le depressioni, formatesi fra i materiali lasciati dal ghiacciaio, le cosiddette Morene. Quando il ghiacciaio si ritirò, si formarono infatti, accanto al Lario i piccoli bacini lacustri della Brianza, compresi nella zona fra Como e Lecco: i laghi di Montorfano, Alserio, Pusiano, Segrino e Annone.

By Calendario della Luna Verde

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Italy – Lake Como (Lago di Como) | 4K Drone

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