Il Medioevo e la Terra Piatta (parte III)

 Medioevo

Il Medioevo e la Terra Piatta

Il Medioevo e la Terra Piatta fino a Copernico e oltre… La nostra guida, come nelle precedenti puntate, sarà Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Terra_piatta e i testi visualizzati in rosso.

La Terra piatta e Aristotele (parte I)

Una Terra Piatta da Tolomeo al Medioevo (II)

Anche nel Medioevo la convinzione che la Terra fosse sferica non venne abbandonata. Durante il XIX secolo la concezione del Medioevo come età buia conferì molta più rilevanza al modello della Terra piatta di quanta non ne ebbe storicamente. La credenza comune che, prima dell’età delle esplorazioni, la gente credesse che la Terra fosse piatta, entrò nell’immaginario popolare dopo la pubblicazione nel 1828 del libro di Washington Irving La vita ed i viaggi di Cristoforo Colombo.
Ormai tutti i medievalisti di professione sono d’accordo con Russell che la “Terra piatta medievale” è un’invenzione del XIX secolo e che i pochi conosciuti sostenitori della piattezza della Terra costituiscono solamente un’eccezione.
Con la fine della civiltà romana, l’Europa occidentale entrò nel Medioevo con grandi difficoltà che afflissero la produzione intellettuale del continente. Molti trattati scientifici dell’Antichità classica (in greco) andarono persi nonostante il lavoro di salvaguardia e ricopiatura operato dai monaci benedettini, rimanendo soltanto sommari e compilazioni semplificate. Tuttavia i più importanti trattati dell’Alto medioevo sostenevano ancora la sfericità della Terra. Per esempio: molte copie medievali degli scritti di Macrobio contenevano mappe della Terra includendo gli antipodi, le zone climatiche come descritte da Tolomeo e diagrammi del cosmo rappresentanti la sfera della Terra (globus terrae) al centro di tutte le altre sfere celesti.
La concezione della forma terrestre in Europa nella tarda antichità e nell’Alto medioevo è bene espressa dagli scritti dei seguenti studiosi cristiani:
Boezio, nella sua influente e diffusamente tradotta opera La consolazione della filosofia, riportava il modello macrobiano di una Terra piccola ed insignificante posta al centro di un cosmo sferico.
Sant’Isidoro di Siviglia nella sua opera enciclopedica Etimologie insegnava che la Terra è “rotonda”. Il senso di questa affermazione potrebbe sembrare ambiguo e si potrebbe pensare intendesse che la Terra avesse la forma di un disco, ma in un’altra opera, De natura rerum, egli dice chiaramente che la Terra è sferica.
Egli ammise inoltre la possibilità che qualcuno potesse abitare gli antipodi, ma che in realtà tali popolazioni erano puramente leggendarie e non c’era evidenza alcuna della loro esistenza.
Gli argomenti di Sant’Isidoro furono utilizzati durante tutto il Medioevo dagli autori favorevoli alla sfericità della Terra, come ad esempio il vescovo Rabano Mauro che paragonò la parte abitabile dell’emisfero settentrionale (il “clima temperato”) ad una specie di ruota immaginata come una fetta dell’intera sfera.

Il Venerabile Beda, nel suo trattato di cronologia e computo De temporum ratione, scrisse che la Terra è sferica. Il gran numero di manoscritti sopravvissuti di quest’opera, copiata per eseguire la legge carolingia che obbligava tutti i sacerdoti a studiare il computo, indica che a molti, se non alla maggior parte dei sacerdoti del tempo venne spiegata la sfericità della Terra.
Il vescovo Virgilio di Salisburgo è a volte citato per esser stato perseguitato per aver insegnato «…una dottrina perversa e peccaminosa… contro Dio e contro la propria anima», riguardo alla sfericità della Terra. In realtà egli fu accusato di credere all’esistenza degli abitanti degli antipodi, ma non per aver sostenuto che la Terra fosse sferica. 
Un’indicazione non letteraria ma grafica che nel Medioevo si credesse che la Terra fosse sferica è l’utilizzo del globo crucigero nelle insegne di molti reami e del Sacro Romano Impero. La presenza del globo crucigero è attestata già dal tempo dell’imperatore Teodosio II.
Dall’XI secolo l’Europa aveva conosciuto l’astronomia araba. Intorno al 1070 iniziò il Rinascimento del XII secolo che portò alla rivitalizzazione intellettuale dell’Europa e diede nuovo impulso allo studio della natura. Da allora, un gran numero di fonti dimostrano che ogni possibile dubbio che gli europei potessero ancora avere sulla forma sferica della Terra venne eliminato.
Ermanno il contratto fu uno dei primi studiosi cristiani a misurare la circonferenza terrestre con il metodo di Eratostene.

Tommaso d’Aquino, il più importante e conosciuto teologo medievale, sapeva che la Terra è una sfera e dava per scontato che anche i suoi lettori lo sapessero. 
Comunemente nelle lezioni tenute nelle università medievali venivano avanzate molte prove a favore della sfericità della Terra.vL’opera di Giovanni Sacrobosco De sphaera mundi il più influente testo di astronomia del XIII secolo, e anche tutti gli altri testi di studio descrivevano il mondo come una sfera.
Nell’opera norvegese Konungs Skuggsjá, datata intorno al 1250, si stabilisce chiaramente che la Terra è sferica e che dall’altro lato del mondo è notte quando in Norvegia è giorno. L’autore (sconosciuto) insegna anche che le persone che vivono a sud dell’equatore, quando è mezzogiorno, vedono il Sole a nord – e che hanno l’estate quando in Norvegia è inverno.

La diffusione di testi scritti in volgare fornisce la prova che la sfericità della Terra era conoscenza comune anche al di fuori degli ambienti accademici. A quel tempo i testi di studio erano tipicamente scritti in latino, mentre opere scritte in altre lingue, come italiano od il tedesco, erano destinate ad un pubblico più vasto.
La Divina Commedia di Dante, l’ultima grande opera della letteratura medievale, scritta in italiano, descrive la Terra come una sfera. Anche l’Elucidarium di Onorio Augustodunense, un importante manuale per l’istruzione del basso clero che fu tradotto in medio inglese, antico francese, alto tedesco medio, vecchio russo, medio olandese, vecchio norvegese, islandese, spagnolo e alcune lingue romanze italiche, fa esplicito riferimento alla sfericità della Terra. Similmente, il fatto che in un suo sermone Bertoldo di Ratisbona, frate francescano e predicatore, facesse riferimento alla sfericità della Terra, dimostra che egli poteva assumere questa conoscenza come assodata nei suoi ascoltatori. Il sermone fu scritto in tedesco e non era destinato ad un pubblico colto.

Tuttavia, ancora dopo il 1400, il teologo spagnolo Alonso Tostado (1400-1455) disputava sull’esistenza degli abitanti degli antipodi. Nella prospettiva europea, le esplorazioni portoghesi dell’Africa e dell’Asia, quelle spagnole dell’America ed infine la circumnavigazione del globo da parte di Ferdinando Magellano, fornirono la prova definitiva della forma sferica della Terra.

Molti studiosi musulmani dichiararono il mutuo accordo (Ijma’) che i corpi celesti fossero sferici. 
Quelli che ritenevano che la Terra fosse sferica, utilizzarono questa teoria in modo impeccabilmente islamico per calcolare la distanza più breve tra un dato punto sulla Terra e La Mecca. Ciò determinò la qibla, ovvero la direzione verso cui pregare. I matematici musulmani svilupparono la trigonometria sferica per effettuare questi calcoli.

Copenico e il Sistema che cambiò il Mondo

Nato il 19 febbraio 1473 a Torun, in Polonia, Niklas Kopernik (Nicolò Copernico) si iscrisse all’Università di Cracovia nel 1491. Nell’ateneo della città polacca seguì corsi di grammatica, dialettica, retorica, aritmetica, geometria, musica e astronomia. Fu instradato agli studi dallo zio Lucas, futuro vescovo e governatore di Ermlandia, l’attuale regione della Warmja in Polonia. Nell’autunno del 1496 si recò all’Università di Bologna, dove divenne aiutante di un noto astronomo che insegnava nell’ateneo felsineo, Domenico Maria da Novara. Questi aveva pubblicato uno scritto in cui, sulla base dello spostamento della latitudine delle città mediterranee dal tempo di Tolomeo, aveva dedotto il lento spostamento dell’asse di rotazione terrestre. Da questa opera Copernico trasse la conclusione che, se l’asse di rotazione del nostro pianeta era soggetto a mutamenti, la Terra non avrebbe potuto essere immobile. Oltre a quella di Bologna, frequentò le università di Padova e Ferrara (dove conseguirà il dottorato in diritto canonico). E in quel periodo compì anche le prime osservazioni del cielo: il 9 marzo del 1497 l’occultazione della stella Aldebaran nel Toro, da parte della Luna, ed il 6 novembre 1500 un’eclisse parziale del nostro satellite naturale. Si tratta di dati molto importanti visto che, nel corso della propria carriera di astronomo, Copernico compirà soltanto 27 osservazioni visuali del cielo e , sul letto di morte, si lamenterà di non aver visto neppure una volta il pianeta Mercurio. Nel 1506 ritornò in Polonia e si recò nel castello di Heiselberg, presso lo zio, che accompagnò nelle sue missioni. Gli rimase, però, molto tempo libero che sfruttò per i propri studi astronomici, per effettuare i quali utilizzava strumenti molto rudimentali, quali una ballestriglia (strumento a forma di croce latina utilizzato per puntare le stelle e conosciuto anche come ‘bastone di Giacobbe’) e una meridiana. Nel 1512, alla morte dello zio Lucas, assunse le funzioni di canonico presso la cattedrale di Frauenburg, una carica che ricoprì sino alla morte. La sua prima opera di astronomia è il Commentariulus e risale ai primi anni in cui dimorò a Frauenburg. Dall’opera emergono sette postulati che, successivamente sviluppati nel De orbitis orbium Coelestium, cambieranno la storia dell’astronomia: tutti i corpi celesti non si spostavano attorno a un unico centro; la Terra non era al centro dell’universo, ma solo a quello dell’orbita lunare; il Sole era al centro del sistema planetario e, quindi, dell’universo; paragonata a quella delle stelle fisse la distanza fra Terra e Sole era trascurabile; la rotazione diurna del cielo era dovuta al moto della Terra intorno al proprio asse; la rivoluzione annuale apparente del Sole era dovuta al fatto che la Terra (al pari degli altri pianeti) ruotasse intorno al Sole, un moto che era la causa delle stazioni e regressioni del moto dei pianeti. Sulla reale natura del cielo delle stelle fisse Copernico preferisce lasciare il campo ai filosofi e alla loro speculazione. Un grande impulso agli studi dell’astronomo polacco fu fornito dall’arrivo, nel 1539, del matematico Georg Joachim, che ne proseguì l’opera dopo la morte. Era conosciuto con l’appellativo di detto Retico in quanto proveniva dal Tirolo, l’antica Rezia. Retico raggiunse Copernico quando questi aveva già 66 anni e iniziò a studiare il manoscritto del De revolutionibus orbium coelestium (I moti di rivoluzione dei corpi celesti). Ne redasse immediatamente un summa da inviare all’astronomo e matematico Johannes Schoener di Norimberga, conosciuta come narratio prima. L’opera che rese celebre l’astronomo polacco venne pubblicata nel 1543, lo stesso anno della sua morte. Copernico aveva iniziato a effettuare i propri studi per pubblicare il libro nel 1503. Molti hanno affermato che tale ritardo fosse dovuto al timore che le sue teorie rivoluzionarie gli creassero dei problemi con le gerarchie ecclesiastiche della chiesa cattolica. Secondo altri studiosi, invece, il ritardo era dovuto all’incompletezza degli ultimi due libri della sua opera, il quinto ed il sesto.

  • Nel libro I era contenuta la descrizione cosmologica generale del mondo e i fondamenti fisici sui cui l’astronomo polacco aveva basato le proprie ricerche.
  • Il libro II conteneva un trattato sull’astronomia sferica e il suo catalogo stellare.
  • Il libro III trattava il moto apparente del Sole;
  • Il IV la teoria della Luna e delle Eclissi, mentre gli ultimi due riguardavano i moti in longitudine e latitudine dei pianeti.

Il punto focale della ricerca copernicana è il seguente: una volta dimostrato che tutti corpi celesti hanno forma sferica ed un orbita circolare, perché non pensare che anche la Terra non avesse queste caratteristiche? Le conseguenze di questa sua affermazioni furono naturalmente rivoluzionarie, anche perché, nel corso della sua opera Copernico traeva la conclusione che fosse la Terra ad orbitare intorno al Sole e non viceversa, come oramai consolidato da millenni. Il Sole diventava il centro del nostro sistema solare e dell’universo, e nasceva così la teoria eliocentrica. La via all’astronomia moderna era lanciata. Preparata da un silenzioso e modesto studioso polacco, la cui fama divenne consolidata solo dopo la sua morte. Grazie alla sua opera l’universo era diventato più facile da spiegare. Era uscito dalle sabbie mobili del geocentrismo e di tutti i cervellotici marchingegni necessari per comprendere il moto dei corpi celesti.
(continua)

Photo by Luigi Viazzo with Canon Digital

Eclisse Lunare 16072019