Polo Sud Celeste come trovarlo?

Polo Sud CelestePolo Sud Celeste: come orientarsi nel Cielo Australe (passato, presente e futuro) 

Polo Sud Celeste come il Polo Nord Celeste?

Ovviamente no!
Facciamo un po’ di ordine boreale: “Cercate le due stelle anteriori del Grande Carro e poi riportate verso nord questa distanza cinque volte. A quel punto apparirà la stella polare”.

Quante volte abbiamo sentito ripetere questo concetto che, se applicato in maniera corretta, ci fa dire: “trovare il polo nord celeste è proprio un gioco da ragazzi”.

Polo Nord Celeste: il Settentrione

Ma per i nostri “cugini” australi, che come noi devono orientarsi (e non necessariamente hanno con sé bussola e Gps), trovare il Polo Sud Celeste e/o mettere in stazione il telescopio, la situazione è decisamente più complicata.

Telescopio il primo acquisto

E visto che, spesso nel periodo invernale, negli astrofili e non scatta il desiderio di andare verso sud alla ricerca di climi caldi, cerchiamo di capire perché sia così difficile trovare il polo sud celeste. Proviamo quindi a orientarci in quelle lande lontane. Ne vale la pena, visto che osservare il cielo a gennaio (ovviamente non nella Terra del Fuoco) in maglietta è un’esperienza davvero da far accapponare la pelle (al contrario…).

Tornando dalle lande terrestri alle plaghe celesti: al di sotto dell’equatore (terrestre) per trovare il Polo Sud Celeste è necessario cercare la costellazione dell’Ottante, costellazione australe come il Microscopio.

Microscopia una passione astronomica

Con questa piccola costellazione l’abate francese Nicholas Louis de la Lacaille volle ricordare l’importante strumento di navigazione inventato dal matematico inglese John Hadley nel 1730. Il nome originale del gruppo era in effetti Octans Hadleianus. L’ottante, precursore del sestante, veniva utilizzato per la misurazione dell’altezza dei corpi sull’orizzonte.

La costellazione, che contiene il Polo Sud celeste, non comprende però alcuna stella luminosa che ne indichi l’importante posizione (come accade per la stella Polare nell’emisfero boreale). Il ruolo di custode di questo polo spetta alla debole stella sigma Octantis, di magnitudine 5,5 e quindi difficilmente visibile. Questo astro ha raggiunto la minima distanza dal Polo intorno al 1870, e ora si sta lentamente spostando tanto che, ai nostri giorni, la sua distanza apparente dal Polo Sud è di circa 1°. Nonostante questo, rintracciarla a occhio nudo è impresa assai difficoltosa (visto che la magnitudine massima visibile in condizioni ottimali è di 6,0).

Ma a causa del conosciutissimo fenomeno dell’oscillazione dell’asse terrestre, causato dall’attrazione di Sole e Luna (e per effetto del quale in un ciclo che dura 26 000 anni, la direzione verso cui punta l’asse di rotazione terrestre in cielo si sposta lungo una grande circonferenza con un raggio di circa 23,5 gradi) gli abitanti dell’emisfero australe saranno più fortunati tra il 5000 e l’11 000. In quel tempo lontano il Polo Sud Celeste attraverserà le costellazioni di Carena e Vela, in cui spiccano stelle più luminose: nel periodo compreso fra l’anno 8000 e 9000, la “falsa croce” fungerà da splendido indicatore del polo.

La falsa croce è formata dalle stelle delta, kappa, iota ed epsilon della Nave di Argo (“smantellata” dal sopra citato Lacaille in Carena, Poppa e Vela o Vele). Viene chiamata così perché può essere scambiata per la Croce del Sud.

Tornando ai giorni nostri, l’identificazione del polo risulta quindi difficoltosa e richiede l’utilizzo di altri astri più brillanti. Le stelle alfa e beta del Centauro (Rigil Kentaurus e Agena), consentono di trovare un’estremità dell’asse della Croce del Sud che, prolungato per circa 27° in direzione sud, porta in prossimità del Polo Sud Celeste.

Usando questo allineamento si possono così rintracciare anche le altre costellazioni invisibili alle nostre latitudini. Facendo partire dal polo una retta che formi con la precedente un angolo circa 90°, dopo aver attraversato le deboli stelle dell’Ottante, si giungerà alla costellazione del Pavone. La stessa linea che dalla Croce del Sud conduce al polo, porterà ad Achernar, in Eridano, posta fra Tucano (dove c’è la piccola Nube di Magellano), Orologio e Indiano. La Croce del Sud può costituire un utile punto di partenza per identificare anche le vicine costellazioni della Mosca, del Camaleonte, del Triangolo Australe e dell’Uccello del Paradiso. L’antica costellazione della Nave di Argo, facilmente riconoscibile per il gran numero di stelle luminose che la “popolano” costituisce infine un ottimo punto di riferimento per orientarsi nel cielo australe: ad esempio Mensa e Dorado che ospitano la Grande Nube di Magellano.

Ritornando all’oscillazione del polo australe, ricordiamo che dal III millennio alla nascita di Cristo le stelle di riferimento sono state quelle dell’Idra Maschio (Hydrus): epsilon (magnitudine 4,11) e beta (2,80).

Lasciato l’Ottante il polo si avvicinerà intorno al IV millennio dapprima a delta 1 e delta 2 del Camaleonte (rispettivamente di magnitudine 5,46 e 4,45) per poi sfiorare gamma Cha (4,11).

Fra il 6.000 e il 10 000 d.C farà l’occhiolino (come detto sopra) in sequenza a omega della Carena (3,32), upsilon Car (2,97) e Turais o Aspidiske – iota Car (2,25) – Markeb kappa della Vela (2,50), Koo She – delta Vel (1,96) e Regor – gamma Vel (1,78).

Fra il 12 000 e 14 000 spazio a L2 nella Poppa (var 2,6 – 6,2), con la compagna L1 Pup (9,50 separata di 62”) ed eta Pup (3,17).

Seguirà un lungo vagare in zone “buie” delle costellazioni di Colomba, Dorado e Orologio prima di far ritorno all’Idro dopo circa 26000 anni di pellegrinaggio fra le stelle.

Binocolo o binoccolo il dibattito è aperto

Ispirato da Calendario della Luna Verde

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