Polo Nord Celeste: il Settentrione

Polo Nord CelestePolo Nord Celeste e la storia del Settentrione

Polo Nord Celeste la storia vera: come i nostri antenati, quando alziamo gli occhi al cielo, osserviamo la volta celeste ruotare attorno a noi.

È l’effetto del moto di rotazione che il nostro pianeta compie su sé stesso in circa 24 ore. Questo moto, combinato a quello di rivoluzione intorno al Sole (che si compie in poco più di 365 giorni) fa mutare l’aspetto del cielo “minuto per minuto”.

Il fenomeno si percepisce già a occhio nudo, soprattutto quando si osservano gli oggetti posti vicini all’orizzonte est e ovest. Diventa però particolarmente evidente quando poniamo l’occhio al telescopio e notiamo transitare gli oggetti attraverso l’oculare.

Telescopio il primo acquisto

Se ci sembra strano veder “viaggiare” così velocemente gli oggetti nel campo dell’oculare, basti ricordare come all’equatore terrestre la rotazione avvenga a una velocità di 1668 chilometri orari.

Questo spostamento di un oggetto sulla volta celeste rende inoltre impossibile fotografare lo stesso senza che questo risulti, come si dice in gergo “mosso”, e quindi si trasformi in una lunga strisciata.

Il metodo per annullare questa “fuga” (tanto più evidente quanto più stretto è il campo dell’oculare) è compensare con un moto uguale ma contrario il moto apparente della volta celeste.

Lo si può fare in modo manuale (agendo sulle manopole del nostro telescopio) o accoppiando allo strumento uno speciale motorino.

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Questo particolare tipo di inseguimento può essere facilitato se si dota il telescopio di una montatura equatoriale. Essa si muove lungo due assi: il primo è parallelo all’asse di rotazione della Terra e diretto verso il Polo Nord Celeste dell’emisfero dal quale si osserva, prendendo così il nome di asse polare o orario. L’angolo che si verrà a formare tra tale asse e l’orizzonte sarà pari alla latitudine del sito di osservazione. Questo movimento in orizzontale è detto A.R. (ascensione retta) ed è misurato in ore, minuti e secondi.

Il secondo sarà chiamato asse di declinazione, in quanto intorno ad esso il tubo dello strumento verrà spostato lungo la coordinata celeste che assume tale nome.

La declinazione è un movimento in verticale e si misura dai –90° del Polo Sud Celeste ai +90° del Polo Nord Celeste.

Ma sia nel caso in cui si utilizzi la correzione manuale sia nel caso in cui si usi quella elettronica, è di fondamentale importanza che lo strumento venga correttamente posizionato.

Va infatti messo, come si dice in gergo, “in stazione”.

Questa operazione è più o meno semplice a seconda che lo strumento sia dotato di cannocchiale polare oppure no.

Nel primo caso, una volta scelta la postazione osservativa, va orientato il telescopio con l’asse polare rivolto verso nord e qui entra in gioco il cannocchiale polare. All’interno di questo tipo di strumenti è posto un crocicchio che indica la posizione in cui va posta la stella polare, in modo che l’asse orario del telescopio risulti parallelo a quello di rotazione terrestre e quindi sia direzionato verso il Polo Nord Celeste.

Gioco fatto? Neanche per idea, visto che la stella polare non coincide esattamente con il Polo Nord  Celeste, per cui anche se a pochissima distanza, ruota attorno a essa come tutte le altre.

La sua posizione dipende dalla data e dall’ora locale in cui viene svolta l’osservazione. Quest’ultima si determina semplicemente in base alla longitudine del luogo di osservazione rispetto al meridiano centrale del fuso a cui appartiene.

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Una vola noti questi dati, basterà impostarli sui cerchi graduati del cannocchiale polare: se la polare cadrà nella giusta posizione del crocicchio, allora il telescopio sarà pronto per l’uso.

Quando il telescopio viene messo in stazione non si fa altro che rendere l’asse polare dello strumento parallelo a quello di rotazione della Terra. Quindi mentre la Terra ruota verso est, l’osservatore compie un movimento corrispondente verso ovest e in questo modo una stella può venire inseguita nel cielo con il solo movimento dell’asse polare.

Orientamento in cielo come fare?

Nel caso in cui non si disponga del cannocchiale polare, l’asse polare dello strumento va inclinato rispetto all’orizzonte dello stesso valore della latitudine dell’osservatore. Se la montatura dispone di un asse polare che sporga molto dalla struttura esterna, risulta molto comodo misurare l’angolo da questa posizione. Un altro metodo consiste nel misurare l’inclinazione dell’asse di declinazione, considerando il complemento dell’angolo al polo. Ad esempio, trovandosi alla latitudine 40°, l’angolo di complemento dovrà essere di 50° (90°-50°=40°). Sebbene sia un metodo più approssimato, l’inclinazione dell’asse polare si può determinare anche utilizzando il tubo del telescopio, una volta puntato verso il Polo Nord Celeste.

Naturalmente la massima precisione è richiesta per potersi dedicare all’astrofotografia.

Ispirato by Calendario della Luna Verde

Photo by Luigi Viazzo with Huawei P8 Lite

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