San Biagio e il panettone

San Biagio
San Biagio è un santo intimamente legato al Natale, nonostante cada un mese abbondante dopo la celebrazione della Natività e anche a quasi un mese dal Natale Ortodosso.

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Ma dove e da cosa nasce questa connessione? E, soprattutto, quale è il nesso?
Molto semplice: il collegamento è dovuto a uno dei dolci più amati in assoluto e da sempre sinonimo di Natale

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ovvero il Panettone.
Detto che anche (ma non solo) la grande distribuzione organizzata (GDO) ha santificato il nostro San Biagio, con offerte varie (anche per diminuire e/o azzerare) le scorte di Panettoni, senza dover aspettare la Pasqua… vediamo tutta la storia…

San Biagio e il Panettone

Una antica leggenda popolare narra che una donna, poco prima di Natale

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si era recata da un frate di nome Desiderio (nomen omen come vedremo oltre) per fare benedire il panettone che aveva preparato per la sua famiglia. Il frate, causa impegni molteplici e non essendo stato ancora inventato il multitasking, le chiese di lasciargli il dolce e tornare prenderlo dopo qualche giorno, in modo da poterlo benedire secondo tutti i crismi.

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il frate si ricordò di avere con sé il Panettone e, convinto che la donna se lo fosse dimenticato, iniziò a mangiucchiarlo, piano piano, per non sprecarlo.

Ma il 3 febbraio (oggi festa di San Biagio ndr) la donna però si presentò dal frate per riavere il suo panettone benedetto. Frate Desiderio, rassegnatosi a essere scoperto per il misfatto culinario, si recò a prendere il recipiente vuoto. Ma a questo punto: surprise!
Nel contenitore era comparso un panettone grande due volte quello che gli era stato lasciato prima del Natale. E il miracolo era avvenuto proprio nel giorno di San Biagio, protettore della gola (sia di quelle dei golosi che di quelli più morigerati). Da allora l’usanza è quella di consumare un panettone, definito appunto di San Biagio, proprio in questa giornata.

San Biagio e il Panettone

S. Biagio nacque a Sebaste (l’odierna Sivas in Turchia) nell’allora Armenia. Passò la giovinezza fra gli studi, dedicandosi in modo particolare alla medicina. Curava sia le infermità del corpo, e con la buona parola e l’esempio cristiano, tentava pure di risanare quelle spirituali. Alla morte del vescovo di Sebaste, il futuro San Biagio fu eletto per succedergli e ciò fece saltare il suo progetto di ritirarsi a vita monastica.

I tempi però non erano facili. In Armenia, come in ogni angolo dell’Impero, i Cristiani erano perseguitati. Per sfuggire alla cattura San Biagio, si era nascosto in una caverna del monte Argeo e comunicava mediante messaggi segreti con i suoi fedeli, che lo seguivano e gli erano molto devoti.
Il caso volle però che un giorno un drappello di soldati, in caccia di belve per i giochi del circo, seguendo le orme delle fiere, giunsero alla grotta che lo ospitava. Qui lo riconobbero e quindi arrestarono per condurlo dalle autorità.
Il giudice romano Agricola, tentò in tutti i modi farlo abiurare con le buone e anche con le cattive.
Visto che resisteva a tutti supplizi, decise di farlo affogare fra le acque di un lago. Ma San Biagio camminò sulle acque fino a raggiungere la riva opposta.
Allora fu dato l’ordine di decapitarlo, il che pose fine alla sua vita ma non alla devozione e alla sua leggenda…  

Fonte

https://www.santodelgiorno.it/san-biagio/

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