San Paolo e le cipolle meteorologiche

San Paolo e le cipolle

San Paolo e le cipolle: la notte e il meteo

San Paolo e le cipolle. Qual è il nesso fra il Santo, uno dei padri della Chiesa, e l’ortaggio capace di far piangere, con le sue esalazioni, grandi e piccini?

San Paolo e la cipolle: ecco la storia di questo rapporto a filo doppio fra i due anche se una premessa è d’obbligo: il giorno 25 gennaio la Chiesa festeggia la conversione di San Paolo e si trattava di data importante, visto che cadeva a poco più di un mese dal solstizio di inverno; era considerato un giorno molto importante per le previsioni meteorologiche visto che rappresenta una sorta di porta di ingresso nel cuore dell’inverno, momento di decisioni irrevocabili per predisporre le semine e quindi prevedere il clima poteva essere davvero utile.
Nel medioevo nacque così la tradizione, ancora in uso ancora in alcuni paesi d’Italia, di affidare alla bianca Liliacea (accompagnata dal sale), una funzione divinatoria.

San Paolo e le cipolle e alora…  nella notte tra il 24 e 25 gennaio, si prendeva una cipolla e la si tagliava in 12 spicchi, che rappresentavano i dodici mesi dell’anno; poi si cospargevano di sale e posizionavano su un tagliere, posto tatticamente sul davanzale di una finestra rivolta ad oriente, per tutta la notte.

San Paolo e le cipolle quindi, passata a nuttata, come dicono a Napoli, patria di Totò, alias Antonio De Curtis,  che cosa andava fatto?

All’alba del 25 gennaio, non appena finito il crepuscolo si alzava il Sol Invictus, si prendeva il tagliere e si interpretando l’impatto del sale con i veli dell’ortaggio. Si guardava, quindi, se e come la cipolla avesse interagito con il sale e l’ambiente esterno; a seconda che lo iodio si fosse sciolto o meno, si poteva prevedere se durante l’anno vi sarebbero state precipitazioni o clima secco.

Ma c’era anche un secondo metodo di divinazione “cipollino” detto delle calende. In questo caso si segnava il meteo dei primi 12 giorni di gennaio, che rappresentavano i 12 mesi dell’anno (1=gennaio, 2=febbraio, etc.) e ancora dei 12 giorni successivi, sempre i 12 mesi, letti però al contrario (13=dicembre, 14=novembre, etc.): la media andava abbinata al risultato della lettura degli spicchi della cipolla.

Il termine Calende (come Idi) si riferisce all’usanza degli antichi Romani  di chiamare tutti i primi del mese, dal verbo calo, chiamare. Ciò in quanto, in epoca remota, un pontefice aveva l’incarico di osservare il primo apparire della Luna nuova (sempre al centro dell’attenzione la mitica Selene) e di annunciarlo (“calarlo”) al re dei sacrifici.

Solstizio inverno 21 dicembre 2020

Notte Polare e solstizio di inverno

Totò a colori: un film tridimensionale (I)?

Crepuscolo, notte e poi giorno…

Sol Invictus la storia vera

Idi di Marzo Primavera e Giulio Cesare

Fasi Lunari il video

Fonte
https://mincioedintorni.com/2018/01/23/san-paolo-dei-segni-le-previsioni-del-tempo-con-le-cipolle/

Altri spunti su…

Calendario della Luna Verde

Photo by Luigi Viazzo with Huawei P8 Lite 

Tutorial: la previsione del tempo con le cipolle