Una Terra Piatta da Tolomeo al Medioevo (II)

Una Terra Piatta Tolomeo chiama Medioevo

Una Terra Piatta al centro dell’Universo? La storia continua: i testi in rosso sono tratti da Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Terra_piatta

Nel II secolo l’astronomo alessandrino Tolomeo avanzò molti argomenti in favore della sfericità della Terra. Tra questi c’era l’osservazione che quando si naviga verso delle montagne, esse appaiono come emergere dall’acqua, indicando che esse erano nascoste dalla superficie incurvata del mare. Egli disegnò le sue mappe considerando la Terra sferica e sviluppò il sistema di latitudine e longitudine. I suoi scritti furono basilari per l’astronomia europea nel corso del Medioevo, sebbene ancora nella tarda antichità e nel primo Medioevo si trovi qualche raro autore (come Cosma Indicopleuste) che sostiene la piattezza della Terra.
Nella tarda antichità diversi autori come Macrobio (IV secolo) e Marziano Capella (V secolo) discussero riguardo alla circonferenza terrestre, la sua posizione centrata nell’universo, la differenza delle stagioni negli emisferi settentrionali e meridionali e molti altri dettagli geografici. Nel suo commentario al Somnium Scipionis di Cicerone, Macrobio descrive la Terra come un globo di dimensioni insignificanti rispetto al resto del cosmo.
Nella tarda antichità, il periodo in cui si formò la teologia cristiana, la conoscenza della sfericità della terra era ormai assodata: solo una piccola minoranza continuava il dibattito sulla piattezza della Terra. Si discuteva, invece, ancora sulla possibile esistenza degli abitanti degli antipodi, che erano immaginati come un continente separato dal vastissimo e invalicabile oceano equatoriale: l’idea di popolazioni abitanti territori irraggiungibili era difficile da riconciliare con la visione cristiana di un’umanità discendente da un’unica coppia e redenta da un solo Cristo.
Sant’Agostino (354-430), uno dei teologi più autorevoli (tanto da essere riconosciuto dottore della chiesa), affermò che l’esistenza degli abitanti degli antipodi era un’ipotesi arbitraria e priva di conferme sperimentali:
Sant’Agostino non nega l’idea che la Terra sia sferica e nei suoi scritti la descrive esplicitamente come un globo.
Pochi autori cristiani si opposero alla sfericità della Terra: Lattanzio (250–320), dopo la sua conversione al cristianesimo, polemizzò contro le teorie proposte dalla filosofia greca, fra cui la sfericità della Terra. Egli la definì follia perché la presenza di gente dall’altro lato della sfera gli sembrava contrastante con la gravità.
San Basilio Magno (330-379) credeva che la questione della forma della Terra fosse teologicamente irrilevante e si potesse leggere la Bibbia in modo letterale senza preoccuparsi su quale fosse la teoria cosmologica esatta. L’enfasi sulla lettura letterale della Bibbia era dovuta alle esagerate interpretazioni allegoriche dei teologi alessandrini. Nacque perciò in quei decenni la scuola letteralista antiochena, i cui esponenti si trovarono ovviamente in difficoltà a giustificare alcuni testi biblici.
Diodoro di Tarso (morto nel 394), fondatore della scuola letteralista antiochena, avrebbe argomentato in favore della Terra piatta basandosi sulle Scritture, ma la sua opinione in merito è conosciuta solo attraverso una critica di Fozio. Più nota la posizione del suo discepolo San Giovanni Crisostomo (344-407), che, commentando alcune frasi bibliche in cui la Terra è detta poggiare sulle acque, le accetta come vere letteralmente, ma solo per un qualche miracolo divino (notava infatti che i ciottoli vanno a fondo). Egli afferma che questa frase equivale ad altre bibliche come “la terra poggia sul vuoto” (infatti l’acqua è priva di consistenza solida) e “i quattro angoli della Terra sono nelle Sue mani” (ecco perché la Terra “galleggia”!). La natura poetica dei testi biblici non sfugge a Giovanni Crisostomo, che osserva che Dio non ha mani e che i testi biblici vogliono solo attribuire alla potenza divina tutto ciò che tiene assieme e sostiene la Terra. Le omelie di Giovanni Crisostomo, quindi, appartengono all’esegesi biblica e poco dicono sulle sue convinzioni cosmologiche.
Il mercante, viaggiatore e infine monaco egiziano Cosma Indicopleuste (VI secolo) nella sua Topografia Cristiana argomentò su basi teologiche che la Terra fosse piatta, un parallelogramma circondato da quattro oceani. Egli riteneva che la descrizione biblica dell’Arca dell’alleanza dovesse essere intesa rappresentare tutto l’universo.

Alchimia astronomica o Astronomia e Alchimia?

TOLOMEO E IL SUO SISTEMA MILLENARIO

Dopo la conquista di Alessandro Magno (avvenuta nel 332 a.C.) l’Egitto ritornò al suo splendore che si era offuscato due secoli prima quando il paese era stato suddiviso in un regno settentrionale e uno meridionale. Una divisione a cui era seguita, poco dopo, la conquista da parte delle truppe persiane. La ripresa economica e culturale dell’Egitto continuò sotto i successori di Alessandro e la capitale del regno, Alessandria, divenne il centro culturale più importante del mondo antico. Nella città, tra l’altro, trovava posto la grande biblioteca in grado di ospitare fino a 700 000 manoscritti. In questo ambiente fiorì la scuola di astronomia il cui esponente più conosciuto fu, nel II secolo dopo Cristo, Claudio Tolomeo che svolse la propria attività scientifica fra il 127 e il 150 d. C. L’opera per la quale Tolomeo è entrato nella storia dell’astronomia e della scienza occidentale è l’Almagesto, il nome che assegnarono alla sua opera gli Arabi che la tradussero. Il titolo originale dell’opera era “He’ Megale‘ Syntaxis” (“Il grande trattato”). Tolomeo apriva il proprio trattato con la presentazione della sue teorie cosmologiche ed esaminava quindi la posizione della Terra rispetto ai cieli che la sovrastavano. Seguiva lo studio sull’eclittica (il cerchio che attraversa il cielo e lungo il quale il Sole transita durante l’anno), sulla posizione delle varie località sulla terrestri e sulle differenze esistenti fra una località e l’altra in base ai diversi orizzonti delle località medesime; venivano poi considerati i moti del Sole, della Luna con le loro particolarità.

Luna e Saturno giganti in cielo

Seguiva un accurato catalogo con la posizione di 1022 ‘stelle fisse’ che si trovano nella zona dell’eclittica. L’opera si concludeva con la descrizione della sfera su cui si trovano le stelle fisse e, infine, la descrizione dei cinque pianeti. L’approccio di Tolomeo per spiegare i fenomeni era prettamente scientifico: egli poneva come principi e base di ciò che vuole trovare, i fatti indubitabili e le osservazioni incontestabili. Dopo ciò, con l’uso degli strumenti messi a disposizione da geometria e trigonometria, deduceva dalle osservazioni i parametri per calcolare i modelli che spiegano i moti degli oggetti osservati. Secondo l’astronomo alessandrino, il cielo era una vasta sfera in perenne rotazione attorno a un unico centro per tutte le stelle, determinato da un proprio asse. Un’affermazione confermata dalla rotazione del firmamento intorno al polo celeste. Tolomeo asseriva che anche la Terra fosse una sfera e la conferma di ciò poteva essere rinvenuta nel fatto che il Sole e le stelle non sorgessero nello stesso istante, ma prima nelle località che si trovavano più a oriente rispetto a quelle poste più ad occidente. La Terra era però al centro del cielo e, quindi, dell’universo. Diversamente le diverse zone del cielo, che sembravano uguali in qualsiasi punto le si osservassero sarebbero apparse invece diseguali. Da ciò si poteva agevolmente trarre la conseguenza che la Terra fosse immobile. In caso contrario, se avesse avuto quindi un proprio moto, si sarebbe allontanata dal centro del mondo stesso. La sua immobilità derivava anche dalla necessaria presenza di un punto preciso verso cui tutti i movimenti dei corpi degli astri dovessero fare riferimento.
Un eventuale movimento di rotazione della Terra, vista la sua grande massa, sarebbe così forte da lasciare indietro qualsiasi corpo di trovasse sulla sua superficie. Per quanto riguarda i pianeti, la sua teoria gli diede lustro per circa 1400 anni e rimase, per quel lungo periodo di tempo, intatta. Il sistema delle sfere (ideato da Eudosso e ripreso da Aristotele) considerava i pianeti in movimento intorno alla Terra a distanze invariabili, anche se un dubbio rimaneva aperto, riguardo al differente splendore che i pianeti stessi mostravano. La questione delle distanze andava quindi riconsiderata. Il fenomeno venne spiegato (probabilmente per la prima volta da Apollonio di Rodi) con il seguente meccanismo: il moto dei pianeti è costante e circolare rispetto al proprio centro dell’orbita che però non si trova sulla Terra ma spostato rispetto ad essa, cosicché a noi non sembra regolare. Un altro problema riguardava i moti planetari, che sembrano fermarsi (le cosiddette ‘stazioni’) poi tornare indietro (il cosiddetto moto retrogrado) sulla volta celeste. Queste “stazioni” e “retrogradazioni” non sembravano però verificarsi sempre nello stesso punto della volta celeste. Per ovviare a questo problema venne inventato il concetto di epiciclo. Secondo tale teoria il pianeta ruotava intorno ad un preciso punto che si trovava al centro del cerchio, che rappresentava l’orbita del pianeta stesso. Il pianeta, però, ruotava lungo un cerchio minore, il cosiddetto “epiciclo”, il cui centro si trovava sulla circonferenza stessa. Si allontanava ed avvicinava da noi, spiegando così le differenze di brillantezza. Con questa teoria si comprendevano, così, anche i moti di longitudine dei pianeti, ma non quelli di latitudine. A ciò l’astronomo alessandrino ed i suoi seguaci non diedero risposta. La mancata spiegazione di questo moto dei pianeti sulla volta celeste può anche essere ricercato con la poco sensibile variazione del moto di questi pianeti, per via della loro inclinazione minima sul piano dell’eclittica. Per trovare una spiegazione a tali moti, la cui natura sfuggirà anche a Tycho Brahe e a Copernico, si dovrà attendere l’opera di Keplero.
E, in qualche modo, un’eco del sistema delle sfere s può trovare in una teoria del XX secolo: la sfera di Dyson…

Sfera di Dyson e volta celeste

(continua)

Fasi lunari e mese lunare