Tunguska cometa asteroide e dinosauri

TunguskaTunguska l’Evento 

Tunguska 30 giugno 1908, ore 07 e 17: un bolide luminescente, stimato da alcuni osservatori più brillante del Sole, illuminò il cielo della taiga siberiana, spostandosi velocemente in cielo da sud-est verso nord-ovest e lasciando dietro a sé una densa nube di fumo; pochi secondi dopo, scomparve dietro l’orizzonte inghiottito da un bagliore bluastro e, a stretto giro di posta, un tuono terribile si propagò attraverso quella zona desolata, l’altipiano di Tunguska delimitato dai fiumi Chambe e Khushma. Al tuono (percepito fino a una distanza di 1500 chilometri) seguì, immediatamente, una forte onda d’urto, percepita da vari osservatori meteorologici, compreso quello di San Pietroburgo che si trovava a circa 4000 chilometri di distanza. Se quest’oggetto fosse arrivato con tre ore di ritardo, l’Osservatorio di San Pietroburgo (che si trova quasi alla stessa latitudine di Tunguska) avrebbe, probabilmente, cessato ogni tipo di attività insieme alla città, che sarebbe stata completamente rasa al suolo.

Le notti delle latitudini settentrionali, nei giorni successivi all’evento, furono illuminate da un crepuscolo color cremisi, causato dalle particelle rimaste in sospensione nell’atmosfera. Il fenomeno, pur attenuandosi di intensità, durò fino ad agosto di quell’anno, favorito, tra l’altro, dal fatto che d’estate, a quelle latitudini, la nostra stella del giorno scende pochi gradi sotto l’orizzonte, dando vita al conosciutissimo fenomeno del “Sole di mezzanotte”.

Estinzione di massa sulla Terra… sfiorata 

Nonostante tutte queste testimonianze, l’evento passò quasi sotto silenzio e fu catalogato dai giornali dell’epoca come un lontano terremoto, con l’epicentro in luoghi lontani ed inaccessibili, o anche come un’altra grande eruzione vulcanica, paragonabile a quella di Krakatoa del 1883 in Malesia. Ben altri eventi stavano per abbattersi sulle pianure caucasiche e non, attirando l’attenzione delle masse russe: la rivoluzione d’ottobre e la prima guerra mondiale.

Soltanto nel 1921, trascorsi gli avvenimenti che segnarono la storia di quel lontano paese fino al termine dello scorso millennio, uno studioso dell’Università di San Pietroburgo, il geologo Leonid Kulik, si interessò a quel misterioso fenomeno, occorso tredici anni prima. Dopo un attento esame dei giornali dell’epoca, decise di fare un sopralluogo nei lontani villaggi siberiani, siti nella zona del misterioso impatto, raccogliendo le testimonianze citate precedentemente. Tornato a San Pietroburgo, riuscì, dopo sei anni di insistenze, a far finanziare una spedizione nella taiga. Nel marzo del 1927, accompagnato da guide locali e da uno sparuto gruppo di volontari, si addentrò, nel gelo della primavera siberiana, fra le foreste che contornano Tunguska. Il 13 aprile raggiunse la meta e vide comparire, davanti ai suoi occhi, uno spettacolo da tregenda… (continua)

Estinzione di massa sulla Terra… sfiorata il sopralluogo

Centinaia di pini e betulle giacevano a terra, sradicati e bruciati ed i loro tronchi sembravano indicare una direzione ben precisa. Nonostante la defezione di alcuni portatori, impauriti da quel paesaggio infernale, Kulik seguì il “sentiero” tracciato dal bolide celeste ed il 30 maggio giunse ad una vasta depressione, incastonata fra un gruppo di colline. All’interno di quell’anfiteatro naturale, si trovava uno specchio d’acqua, conosciuto dai nomadi della zona come “la Palude meridionale”. I tronchi, abbattuti a raggiera, indicavano che fu quello l’epicentro del fenomeno. Al centro del sito d’impatto (60° 55’ di latitudine nord e 101° 57’ di longitudine est) Kulik non trovò, però, nessun cratere. Anzi, gli alberi di quel “fazzoletto di terra” erano ritti ed erano stati risparmiati dal fuoco.

Kulik tornò sul sito dell’impatto altre tre volte, nel 1928, nel 1929 e nel 1939 ed assai importante fu la “missione” del 1929, nella quale fu accompagnato da Evghenji Krinov, uno studioso di meteoriti, che durante il viaggio di ritorno perse un piede per assideramento. I due prelevarono molti campioni di terreno, alla ricerca di rocce meteoriche, che non furono, però, ritrovate, aumentando l’alone di mistero di quel lontano luogo della taiga siberiana.

Altre missioni, col trascorrere degli anni, si susseguirono; va ricordata la spedizione del geochimico Kirill Florensky, che nel 1958 analizzò vari campioni del terreno circostante, nei quali riscontrò la presenza di polvere meteorica e minuscole sfere vetrose, composte di magnetite e silicati. Queste, probabilmente, si generarono nella fusione dei frammenti del corpo (disgregatosi all’ingresso nell’atmosfera), causata dalle forti temperature, provocate dall’attrito atmosferico.

Estinzione di massa sulla Terra… sfiorata – un’esplosione nucleare negli anni ‘20?

Lo scrittore russo Kazantzev suggerì l’ipotesi dell’esplosione di un’astronave, spinta da un motore nucleare. Secondo lui, quest’astronave avrebbe tentato l’atterraggio nei pressi del Lago Bajkal, che si trova a circa 1500 chilometri a sud della zona dell’impatto. Questo grande bacino d’acqua sarebbe stato il luogo ideale, per iniziare l’esplorazione del nostro pianeta, in quanto è situato in una zona poco popolata ed è ricco di diverse specie di forme di vita animale e vegetale. Mentre la nave si avvicinava a questa straordinaria nicchia ecologica, sarebbe esplosa, per cause sconosciute. Per cercare di suffragare questa ipotesi, una spedizione scientifica è tornata a Tunguska nel 1978, cercando tracce di radioattività. I risultati di questa ricerca si sono rivelati, però, incerti. A favore di questa ipotesi, taluni affermano che la rigogliosa crescita di forme vegetali, nella zona interessata, potrebbe ascriversi, appunto, alle radiazioni nucleari. A sfavore si possono portare la totale assenza di resti dell’ipotetica nave ed, inoltre, il fatto che la cenere delle piante bruciate sia un ottimo fertilizzante per il terreno.

Estinzione di massa sulla Terra… sfiorata – un buco nero sulla Terra?

Alcuni scienziati hanno avanzato l’ipotesi che l’evento Tunguska sia stato causato dall’impatto di un piccolo buco nero contro la superficie terrestre. Il buco nero, come visto nel capitolo VI, è il residuo di una stella, la cui contrazione gravitazionale della materia la porta a “stiparsi” in un oggetto di dimensioni ridotte, con al contempo una massa molto grande. L’attrazione gravitazionale di questi oggetti è così forte, da impedire persino alla luce – che viaggia a circa 300.000 chilometri al secondo – di fuggire dal loro “imbuto cosmico”. La “potenza esplosiva” di un oggetto del genere è, quindi, facilmente immaginabile e su ciò si basa questa teoria.

Estinzione di massa sulla Terra… sfiorata – l’antimateria nel XX secolo

Questa teoria si fonda sull’ipotetico scontro fra il nostro pianeta ed un “grumodi antimateria. Un atomo di antimateria è costituito – oltreché da un neutrone con carica neutra come nel caso della materia – da un protone con carica negativa (anziché positiva) e da un elettrone con carica positiva (invece che negativa). L’ipotetico scontro fra un atomo di materia ed uno di antimateria determina quindi un’immane esplosione, con l’annichilimento della massa di partenza ed una grande emissione di energia. Ciò potrebbe spiegare i tanti misteri di Tunguska.

Estinzione di massa sulla Terra… sfiorata – grazie a Nikola Tesla?

C’è anche un’ipotesi legata alle energie rinnovabili…
Tesla Motors è oggi sinonimo di automobili a zero emissioni, mentre lo scienziato Nikola Tesla, (di origine serba ma naturalizzato statunitense) è stato un fisico, inventore e ingegnere impegnato, fra Ottocento e Novecento, nella ricerca in vari campi tra cui l’elettromagnetismo.
Tra le sue invenzioni/progetti vi fu la Wardenclyffe Tower, meglio conosciuta come la Torre di Tesla, il cui scopo era ricevere e inviare informazioni e potenza senza fili comunicanti.
Ubicata a Shoreham, Long Island, a un centinaio di chilometri da New York, non fu mai completata causa di problemi economici.
Ma c’è chi non crede a questa versione dei fatti e sostiene, al contrario, che sia stata attivata eccome. E che lo start abbia provocato l’evento Tunguska, generando una scarica di energia tale da provocare, oltre lo stretto di Bering, un’immane devastazione…

Estinzione di massa sulla Terra… sfiorata – una cometa assassina e suicida?

E’ stata per molto tempo la teoria più accreditata. Secondo i suoi fautori, il 30 giugno 1908 una minuscola cometa, avrebbe incrociato l’orbita terrestre. Il suo nucleo avrebbe avuto un diametro di un centinaio di metri e sarebbe “sublimato” poco prima di toccare terra, mentre i suoi vapori avrebbero creato la terribile onda d’urto, che investì l’altipiano siberiano. Comete così piccole sono tutt’altro che rare nel nostro sistema solare e sono, ovviamente, anche molto difficili da osservare, anche perché la loro attività – la sublimazione del ghiaccio in gas, a causa della radiazione solare – è molto ridotta, se non addirittura nulla.
Nel 1978 l’astronomo cecoslovacco Kresàk, studiando l’eventuale orbita che potrebbe aver avuto l’oggetto incriminato, ha avanzato l’ipotesi che si potesse trattare di un frammento della celebre cometa di Encke, che passa vicino alla nostro pianeta ogni 3.3 anni.

Estinzione di massa sulla Terra… sfiorata – un meteorite in formato dinosauri? 

L’impatto di un grande meteorite con il suolo può provocare, come visto sopra, un immane esplosione, e la conseguente formazione di un grande cratere nel sito di impatto. A Tunguska, però, come accennato precedentemente, il cratere meteoritico sembra mancare. Secondo alcuni studiosi ciò sarebbe dovuto al fatto che l’oggetto incriminato sarebbe esploso prima di toccare terra. Si sarebbe trattato di uno dei piccoli asteroidi – con diametro inferiore ai 10 chilometri – che periodicamente si avvicinano alla Terra, chiamati asteroidi del gruppo Apollo, dal nome del rappresentante più conosciuto di quella “famiglia”.
Però, quello che in un primo tempo era stato scartato per le ridotte dimensioni, il lago Cheko (situato a circa 8 km nord-ovest dall’epicentro stimato dell’esplosione), è stato recentemente rivalutato come possibile sito da impatto. Infatti, la morfologia del lago e la struttura dei sedimenti suffragherebbero l’ipotesi. Carotaggi effettuati sul fondale del lago indicano un’anomalia nei depositi sedimentari del terreno databile attorno al 1908, con una percentuale di minerali non coerente col resto del territorio. A oggi sembra l’ipotesi più probabile.

Il link @ Luna Verde

Il link @ Sport

Il link @ Musica

Photo by Wikipedia

Russia Explosion 30 July 1908

https://youtu.be/EiXpp-i442s