Vita Extraterrestre su Marte e Oltre (VIII)

Vita Extraterrestre

Vita Extraterrestre da Marte all’Infinito?

Vita Extraterrestre su Marte e dintorni si potrebbe dire, visto che Schiaparelli non si occupò soltanto del pianeta dei supposti Marziani ma prese in considerazione, nei suoi scritti, tutti i corpi del nostro Sistema Solare per capire quale fra questi avrebbe potuto ospitare la vita e gli alieni con relativi linguaggi.

Vita Extraterrestre le indagini: Schiaparelli escludeva anzitutto la Luna, la cui vicinanza avrebbe consentito via telescopio di scorgere oggetti di circa 400 o 500 metri di diametro, ma tali oggetti mai erano stati notati; Luna-Selene era invece ricca di deserti e aride rupi ed assolutamente priva di ogni elemento necessario alla vita organica per potersi sviluppare.

Vita Extraterrestre su Venere: l’astronomo piemontese poi prendeva in considerazione il pianeta a suo dire più simile alla Terra, la cui superficie sarebbe però rimasta inesplorata per secoli (se non per sempre) per via della densa copertura nuvolosa che avvolgeva perennemente il pianeta dell’amore e, per le medesime ragioni atmosferiche non vi erano speranze di poter penetrare le coltri di Giove e Saturno, Urano e Nettuno (il pianeta ottico-matematico) mentre per quanto riguardava Mercurio, il pianeta oggetto dello spettacolare fenomeno del transito, alias transito sul disco solare (o dei transiti), la sua vicinanza al Sole ne rendeva difficoltosa l’osservazione e quindi non consentiva di esprimersi con cognizione di causa sulla possibilità dello stesso di ospitare la vita.

Vita Extraterrestre sulle Stelle: pollice verso anche nei confronti di Sole, stelle, comete (o cometae alla latina), nebulosenebulae, tutti corpi la cui costituzione fisica rendeva impossibile la presenza e lo sviluppo della vita, almeno nel modo in cui la stessa veniva intesa sulla Terra o su Marte, pianeti, a suo dire, entrambi (Marte e Terra) baciati dalla fortuna di ospitare l’acqua, all’interno di canali o meno, capace di far sviluppare la vita (anche) grazie all’agricoltura.
(Continua)

English Version

Schiaparelli not only dealt with the planetMars but took into consideration, in his writings, the bodies of our Solar System to understand which of these could host life: first of all he excluded theMoon, whose proximity would have allowed the telescopes of his time to see objects of about 400 or 500 meters in diameter. And such objects had never been noticed. Selene, on the other hand, was rich in deserts and arid cliffs and absolutely devoid of any element necessary for organic life to develop. Then he took into consideration Venus, the planet he would say most similar to the Earth, whose surface would however remain unexplored for centuries (if not forever) due to the dense cloud cover that perennially enveloped the “planet of love”. For the same “atmospheric” reasons there was no hope of being able to penetrate the blankets of Jupiter, Saturn, Uranus and Neptune. As for Mercury, its proximity to the Sun made it difficult to observe and therefore did not allow to express oneself with knowledge of the facts on the possibility of the same to host life. Thumbs down also towards the Sun, stars, comets and nebulae, all bodies whose physical constitution made the presence and development of life impossible, at least in the way it was understood on Earth.
(To be continued)

Latinorum Versio

Schiaparellius non qua tellure Martis cepit considerari scribens corpora nostro solari systema intelligere horum posset exercitus vitae primis quavis lunae et propinquitas esse permisit Telescopia tempus CD metris lata et fere D ad obiecta. Et talis obiecti nunquam fuisse animadvertit. Selene, in alia manu, et irrigabit torrentem spinarum dives erat mundus in solitudinibus absolute, rupibus, et expertes vitae aliquam elementum necessarium ut vita organica. Et tulit in suis operibus considerant Venus, quod dicitur maxime similis planeta Terra, quorum superficies autem non manet in saecula non explaratum (nisi æternum) ex densa nubes obumbrans operimentum est etiam semper in “amore planeta”. Eadem “aeris” spe causae posse penetrare tegumenta Iuppiter Saturnus Uranus Neptunus. Mercurium facere difficilem propinquo Sole ideoque noluit dicere se posse eamdem scientiam hospite facta est. Et pollices usque pro Sole, stellis cometis, et nebulis, physica constitutione omnium corporum quorum praesentia et progressus fecit esse vitae, at certe in via intellexerunt erat in Terra.
(Continuat)

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