Cometa o Stella di Natale?

cometaCometa o Stella di Natale? Questo è il dilemma!

Cometa sì, cometa no… Non c’è presepe senza la sua cometa, si potrebbe dire… ma una cometa, con la Natività e l’adorazione dei Magi, sembra non aver molto a che fare. Vediamo perché.

Nel Vangelo di Matteo si legge che Gesù nacque a Betlemme, al tempo di re Erode, e che, dopo la sua nascita, alcuni uomini sapienti provenienti dall’Oriente dissero di aver visto apparire la sua stella.

E l’evangelista prosegue affermando che allora re Erode chiamò, in gran segreto, quei sapienti venuti da lontano per farsi dire con esattezza quando fosse apparsa la stella.

Grazie ai moderni software astronomici sappiamo che, a cavallo dell’anno 0, nessuna cometa si era avvicinata al Sole, raggiungendo una luminosità degna di nota. Ma, sulla base di incrocio di dati e fonti storiche, taluni hanno spostato la nascita di Gesù attorno all’anno 6 a.C.

E in quel periodo si verificò un contatto ravvicinato (tecnicamente una congiunzione) fra due pianeti luminosi quali Giove e Saturno. La stella, di cui parlano i Vangeli, avrebbe potuto dunque essere quella congiunzione.

I Magi (sapienti) provenienti da Oriente erano sicuramente molto ferrati in materia astronomica. Provenivano dalla Mesopotamia, terra di studi astrologici e astronomici e, sulla base delle simulazioni effettuate al computer, sappiamo che, nei primi mesi dell’anno 7 a.C., Saturno e Giove (insieme a Mercurio), tramontavano immediatamente dopo il Sole in direzione Sud-Ovest e potevano indicare loro proprio la via verso la Palestina. Nel corso di tutto l’anno i due pianeti rimasero “a braccetto”, mentre negli ultimi gironi di dicembre, al tramonto, si affiancarono loro Marte e anche la Luna.

Ma ci sono altre fonti che ci vengono in soccorso… Il Protovangelo di Giacomo, considerato il più importante dei Vangeli apocrifi, narra che a Betlemme ci fu un gran trambusto, dovuto alla presenza di Magi che dicevano di voler adorare un re di cui avevano visto una stella in Oriente. E che, alle domande di Erode, risposero di aver visto una stella grandissima e che oscurava le altre… Sempre secondo il protovangelo, all’uscita dalla città la stella doveva indicare la direzione Sud, esattamente dove si trovava Betlemme rispetto a Gerusalemme. Ma anche qui si parla di stella e non di cometa…

A ulteriore conferma della teoria della congiunzione planetaria fra il “pianeta gigante” e “il Signore degli Anelli”, va ricordato come nell’iconografia antica la stella cometa non venga mai rappresentata con la coda. Giotto fu il primo a dipingere la Natività, nell’affresco della Cappella degli Scrovegni, in quel di Padova, sormontata da una stella dotata di coda. Ciò fu probabilmente dovuto a un fenomeno astronomico che lo impressionò, ovvero il passaggio della cometa di Halley nel 1301, uno dei più spettacolari in assoluto.

Da allora i pittori si ispirarono a questo affresco, probabilmente perché la coda rispondeva alla necessità di presentare un corpo celeste che indicasse una direzione. E dall’arte alla vita di tutti i giorni il passo fu breve. Così l’iconografia della cometa fu “sdoganata” in tutto il mondo cristiano e divenne parte integrante di ogni presepe (vivente o meno) che si rispettasse. Se la cometa di Halley è la musa ispiratrice dei moderni presepi, possiamo affermare che nulla ebbe a che fare con la Natività vera e propria. Il suo passaggio più prossimo alla venuta di Gesù si verificò infatti nell’anno 12 a.C. Anche il suo “scopritore”, l’astronomo inglese Edmond Halley, sulla base dei suoi calcoli, capì che non poteva trattarsi dell’astro dei Magi. Poco male, il loro posto nella storia lo hanno entrambi: cometa e astronomo (e per l’eternità…). E rimaniamo nell’orbita della cometa di Halley.

Fra gli altri suoi passaggi da ricordare quello del 1456, quando si registrò una certa discrepanza fra le osservazioni degli astronomi cinesi e degli europei. Questi ultimi, infatti, la descrissero molto più luminosa e spettacolare. Il passaggio del 1607 fu osservato anche da Keplero e il successivo del 1682, fu quello della grande scoperta da parte del sopraccitato Halley. L’apparizione della cometa passò però all’inizio quasi sotto silenzio, poiché ne era passata due anni prima una molta luminosa che aveva colpito l’immaginario collettivo. Halley (astronomo reale inglese dal 1740 al 1742), aveva seguito con attenzione gli studi di Newton che, per primo, aveva suggerito la possibilità che una cometa potesse avere un’orbita parabolica, iperbolica o ellittica e che nessuno di questi corpi celesti potesse averla coincidente con quella di un’altra…

I calcoli e le previsioni di Halley si dimostrarono esatti e la cometa fu “riscoperta”, meglio riosservata, per la prima volta, nella notte del 25 dicembre (quando si dice il caso…) 1758 dall’astronomo non professionista (in pratica un astrofilo) tedesco Johann Palitzsch, che la osservò da Prohlis, un paese nei pressi di Dresda.

Fra i passaggi successivi si ricordano quello del 1835, che può vantare un primato tutto italiano: la cometa fu osservata, per la prima volta, dall’osservatorio di Roma da E. Demouchel. Il ritorno seguente avvenne nel 1910 e l’astro chiomato fu osservato, su lastra fotografica, per la prima volta da Max Wolf l’11 settembre (data fatidica…) del 1909 dall’osservatorio di Heidelberg in Germania. L’11 febbraio dell’anno successivo lo stesso astronomo tedesco la osservò per primo anche a occhio nudo, stabilendo così un record di tutto riguardo. Tra le osservazioni da ricordare quella dell’astronomo W. G. Todd che l’aveva osservata per la prima volta all’età di 14 anni, nel passaggio precedente, e che nel 1985, all’età di 89 la osservò per la seconda volta.

Ma i nostri Magi, sia pure senza l’accompagnamento della cometa meritano un po’ di attenzione, per tutte le curiosità e le tradizioni loro legate.

Non tutti sanno, infatti, che i bambini spagnoli sono più “devoti” ai tre Re Magi che non a Babbo Natale; nella Penisola Iberica, ma anche in tutti i paesi di lingua spagnola, i tre re (in castigliano “los Reyes Magos” o “Los Tres Reyes Magos” e in catalano “els Reis Mags d’Orient”) ricevono letterine dai bambini e portano loro dei doni, per magia, la notte precedente l’Epifania. E il 6 gennaio tutti i bambini si svegliano presto e corrono a vedere i regali che Gaspare, Baldassarre e Melchiorre hanno lasciato loro. Per propiziarne l’arrivo, il giorno precedente i niños mettono davanti alla porta un bicchiere d’acqua per i cammelli assetati e anche qualcosa da mangiare per alleviare a uomini e quadrupedi le fatiche del viaggio.

In molte città della Penisola Iberica, il 6 gennaio si tiene il corteo dei Re Magi, in cui dei figuranti sfilano per le vie cittadine su carri riccamente decorati. Non mancano anche parate notturne a cavallo, i cui i re e i loro servitori percorrono le vie della città, lanciando dolciumi ai bambini (e ai grandi…) che partecipano alla manifestazione.

La più famosa (e, secondo alcune fonti, la più antica del mondo) è, probabilmente, la parata dei re ad Alcoy (nella regione di Alicante della comunità autonoma di Valencia).

Ma i re magi erano tre o addirittura il doppio?

Uno studio della Oklahoma University si è recentemente pronunciato sull’argomento. Il professore Brent Landau, dell’ateneo statunitense, ha re-interpretato (dopo averlo tradotto dal siriano antico) un documento dal titolo “La Rivelazione dei Magi”, conservato nei musei vaticani per circa 250 anni. Secondo tale documento, a suo dire, i Magi non erano tre, ma sei, se non addirittura più; ma, soprattutto, erano cinesi.

Scritto meno di un secolo dopo il Vangelo di Matteo, fino a oggi considerato la fonte più affidabile sulla vicenda dei Re Magi, dipingerebbe uno scenario molto diverso dalla storia “ufficiale”. I Magi sarebbero arrivati dalla mitica terra di Shir, oggi identificata come la Cina antica, sarebbero stati una “moltitudine”, sarebbero stati discendenti di Seth, il terzo figlio di Adamo e avrebbero fatto parte di una setta che praticava la preghiera silenziosa.

Sempre secondo la storia contenuta nel manoscritto, Seth avrebbe tramandato una profezia secondo la quale una stella sarebbe comparsa in cielo ad annunciare la nascita di Dio in forma umana. E i Magi attesero per migliaia di anni fino al giorno in cui l’astro del ciel comparve…

Come dire, dopo due mila anni abbondanti, Magi, comete & C. fanno sempre parlare di sé…

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