Microscopia una passione astronomica

MicroscopiaMicroscopia fra infinitamente piccolo e infinitamente grande 

Microscopia la storia vera… Il microscopio nasce nel 1590 in una bottega di fabbricanti di lenti olandesi, proprio come il telescopio vent’anni più tardi. Lo sviluppo del telescopio è però rapido e travolgente, mentre il suo fratello maggiore rimane per più di cinquant’anni dimenticato insieme agli altri oggetti stravaganti che costellavano la sua epoca. Come mai questa differenza?

Il telescopio aveva rivoluzionato l’astronomia, una disciplina dalle tradizioni antichissime, e così era diventato il simbolo della nuova scienza che nel giro di pochi decenni avrebbe spazzato via la millenaria tradizione aristotelica.

Invece di una realtà microscopica non si immaginava nemmeno l’esistenza, quindi la nostra microscopia non poteva di certo essere al centro di scontri filosofici. I primi modelli non suscitavano nemmeno un grande interesse, si limitavano a mostrare la realtà quotidiana appena un po’ più ingrandita. Chi avrebbe mai potuto immaginare che quel piccolo oggetto avrebbe aperto agli uomini le porte di un universo sconosciuto, più complesso e popolato perfino di quello delle stelle?

Ci vogliono anni perché la microscopia, quindi lenti e messa a fuoco vengano perfezionati ma, alla fine, il microscopio risveglia l’interesse degli scienziati. Il lavoro che gli assicura la fama e che lancia la microscopia nell’empireo delle scienze è la Micrographia di Hooke, pubblicato nel 1665. Non è solo la precisione nelle osservazioni che decreta il successo del libro, quanto l’uso di bellissime e dettagliate tavole illustrate. Gli scienziati sono impressionati da quel mondo esotico e mostruoso, pieno di mosche dagli occhi composti e pidocchi dalle zampe pelose! La “Micrographia” viene immediatamente adottata dalle università europee, e rimane in uso per ben più di un secolo.

La storia del microscopio e della microscopia prende un’inaspettata piega quando incrocia quella di Antony van Leeuwenhoeck (1632-1723), una curiosa figura di dilettante scientifico. Anthony van Leeuwenhoeck era un ricco commerciante di stoffe, dall’incredibile manualità e dall’altrettanto smisurata curiosità. Non era uno scienziato e non capiva il latino (in cui erano scritti la maggior parte dei libri scientifici dell’epoca) ma non per questo si perse d’animo. Studiando da autodidatta raggiunse un’abilità insuperata nel taglio delle lenti, ottenendo degli ingrandimenti molto superiori a quello degli altri microscopisti. La sua curiosità sconfinata fece il resto, portandolo a esaminare non solo parti di insetti ma anche cristalli, granelli di pepe, semi, sangue, latte, rocce triturate e qualunque cosa gli capiti sotto mano!

Nell’estate del 1674 Leeuwenhoeck si trova a passare accanto a uno stagno e decide di sottoporre alle sue lenti anche quell’acqua verdastra e maleodorante. Grande fu la sua sorpresa quando vi scoprì una quantità enorme di esseri minuscoli, molto più piccoli di qualunque insetto o verme allora conosciuto, che si agitavano freneticamente: si trattava di un mondo nuovo gli si apriva davanti, pullulante di animaletti dalle strane forme. E tutto questo dentro una comunissima goccia d’acqua!

Leeuwenhoeck pubblica le sue osservazioni di microscopia. Sono i primi lavori in cui vengono descritti protozoi e batteri, e hanno una risonanza enorme. Il microscopio diventa, improvvisamente, popolarissimo: è scoppiata la moda dell’acqua stagnante. Schiere di rispettabili studiosi e semplici dilettanti abbandonano le indagini sui tessuti animali e vegetali, che forse avrebbero fornito informazioni più interessanti, e si lanciano nello studio appassionato di quei vermetti in miniatura che sembrano essere dappertutto (Leeuwenhoeck stesso è convinto di vederli perfino nel sale o nella polvere!).

Da queste ricerche, ispirate più che altro dalla semplice curiosità, si passerà pian piano ad un utilizzo metodico e rigoroso del microscopio. Grazie a questo strumento straordinario le cellule, osservate per la prima volta da Hooke, verranno riconosciute nella prima metà dell’Ottocento come gli elementi fondamentali della materia vivente. Sarà una delle più grandi rivoluzioni nella storia della scienza, e segnerà la nascita della microbiologia. E i passi da gigante che la ricerca medica ha fatto negli ultimi 100-150 anni, con tutto quello che ne segue per la nostra salute, sarebbero stati impensabili senza il microscopio. Che si evolverà ancora e diventerà microscopio a scansione elettronica e poi atomico, aumentando il suo ingrandimento fino a “vedere” addirittura gli atomi.

Oggi il microscopio è uno strumento insostituibile in laboratorio, ed è diventato il simbolo stesso della ricerca scientifica.

Ma dall’infinitamente piccolo passiamo all’infinitamente grande, dalla microscopi alla cosmologia… alzando gli occhi al cielo per osservare la costellazione del Microscopio; visibile con difficoltà alle latitudini italiane si alza in cielo mano a mano che si scende verso sud.

MICROSCOPIUM

Mic – Microsopii / Microscopio

Passando al cielo, ecco il Microscopium, piccola costellazione australe a sud del Capricorno. Molte delle figure celesti del 17° e 18° secolo celebrano il progresso della scienza, e l’infaticabile Abate Nicolas de Lacaille, creatore del Microscopio, fu primo in questo spirito dell’“Era dell’Illuminismo”, avendo creato 14 delle nuove costellazioni; dedicato a quest’invenzione rivoluzionaria, decisiva nell’avanzamento della scienza, è però composto da stelle deboli di 5a grandezza, che lo rendono molto difficile da osservare. La stella più luminosa è la γ, un debole astro di magnitudine 4.7, e giallo.

L’unico oggetto del profondo cielo di discreta importanza è IC 5086, galassia lenticolare, di magnitudine12.7 e dimensioni apparenti1,30′ × 1,3′.

Ma ci sono altre costellazioni scientifiche, “gemelle” del Microscopio

Da segnalare

RETICULUM

Ret – Reticuli / Reticolo

Piccolo gruppo di stelle australi a metà strada fra Achernar (α Eri) e Canopo (α Car); la costellazione fu pubblicata postuma per de Lacaille nel 1763, e chiamata Reticulum Rhomboidalis, “Reticolo Romboidale”. L’abate aveva in mente il reticolo usato nel cercatore del telescopio, che consente di ingrandire e posizionare gli oggetti celesti. R.H. Allen nel suo libro Star Names, il Nome delle stelle, assegna  la vera paternità della costellazione a Isaak Habrecht di Strasburgo, che la pubblicò con il nome di Rombo, prima di Lacaille. α è di magnitudine 3.35 e gialla, β (3.85) è arancione; infine ζ (5.24) è un’ampia doppia formata di stelle quasi identiche, ζ2 (4.98) e  ζ1 (5.5), entrambe simili al nostro Sole.

TELESCOPIUM

Tel – Telescopii / Telescopio

Inventato da de Lacaille durante le sue osservazioni del 1751 e1752, il Telescopio si trova a sud di Sagittario e Corona Australe. Vicino al suo angolo sud orientale si trova Peacock, la stella più luminosa del Pavone; α è di magnitudine 3.51 e di colore bianco-azzurro.

Non è sorprendente trovare rappresentata in cielo questa invenzione astronomica rivoluzionaria; tubi per l’osservazione, infatti, erano stati usati sin dall’antichità, ma la prima chiara prova dell’esistenza di un telescopio, con lenti ingrandenti, appare in una lettera del 1608 di un Comitato di Conciliatori nello Zeeland, in Olanda. Nel 1610 Galileo aveva raggiunto ingrandimenti di 20-30 volte.

PYXIS

Pyx – Pyxidis / Bussola

A est della Poppa si trova la Bussola, e, benché si trovi in parte nella Via Lattea, contiene pochi oggetti interessanti. Il suo “ideatore”, l’Abate Nicolas de Lacaille, che negli anni 1751 e 1752 catalogò le stelle dell’Emisfero Australe, volle onorare l’invenzione della bussola usata dai navigatori, il che rende sensata la sua vicinanza alla Nave di Argo. La denominazione originale era Pyxis Nautica, la Bussola Nautica; benché siano poco appariscenti, queste stelle furono conosciute nel 2° secolo a.C. da Tolomeo, che creò nella stessa zona l’Albero (Malus), una parte della Nave di Argo. La stella α è di magnitudine 3.68 e bianco-azzurra.

HOROLOGIUM

Hor – Horologii / Orologio

L’Abate Nicolas de Lacaille creò questa figura negli anni 1751-1752 da un “filo” di stelle sulla sponda orientale di Eridano, vicino a Achernar (α Eri). In origine Horologium Oscillatorium, l’“Orologio a Pendolo” , fu dedicato all’invenzione (1650 circa) dello scienziato olandese Christiaan Huygens. Lo studioso vittoriano R.H. Allen nel suo Star Names, il Nome delle Stelle, cita un’isolata occasione in cui queste stelle furono conosciute come Horoscopium, l’Oroscopo. La costellazione può essere vista dai Tropici e nell’emisfero australe. La stella α (3.86 gialla) segna la parte inferiore del pendolo, mentre β (4.99 bianca), è il quadrante  dell’orologio.

Articolo ispirato da Calendario della Luna Verde

Anton van Leeuwenhoek

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