Scacchi e leggenda: in un regno lontano lontano… (parte II)

scacchi e leggenda
Scacchi e leggenda: in un regno lontano lontano… (parte II)

Scacchi e leggenda la storia continua; invece di palazzi, Province e ricchezze il mercante (o secondo una variante della storia un bramano – sacerdote induista – di nome Lahur Sessa) chiese un chicco di grano (o di riso secondo un’altra versione) per la prima casella, due per la seconda, quattro per la terza, otto per la quarta e così via. Il re si stupì pensando che Sessa si accontentasse di pochi chicchi al posto di immani ricchezze e pensò, tutto sommato, di aver fatto un affare.

Scacchi e leggende: in un regno lontano lontano… (parte I)

Ma il giorno dopo “tutti i chicchi arrivarono al pettine” e i matematici di corte informarono il sovrano che, per soddisfare la richiesta, non sarebbero bastati i raccolti di ottocento anni nel suo regno, altro che sacchi e leggenda.

Facendo i calcoli il monaco aveva infatti chiesto 18.446.744.073.709.551.615 (ovvero 18 trilioni 446 biliardi 744 bilioni 73 miliardi 709 milioni 551mila 615) numeri che richiedono una macchina per essere calcolati.

Scacchi uomo macchina… dopo il Turco

A questo punto gli epiloghi di scacchi e leggenda sono due: nel primo Sessa viene ucciso, per evitare di dover soddisfare una pretesa irrealizzabile; nel secondo, saggiamente, il bramano/mercante si accontenta del governo su una Provincia del regno tralasciando le cifre astronomiche…

Scacchi che passione astronomica

(fine).

English Version

Traduzione in latinorun per gioco (by Web Tran)Scuola Elettrica et Glosbe

Loco regum: provinciae atque divitiis et mercator (vel secundum quosdam de historia Brahminus – Modernus sacerdos – Lahur nomine Sessa) interrogavit grano triticum (vel aliam versionem Oryzam sativam) pro prima capsa, propter duo deinde quatuor tertiae quartum sic octo. Meminissent modo ascendit Nabuchodonosor rex obstupuit pauci Suessam porttitor immensae opes pro cogitatione Omnino pepigi fœdus.

Mathematici curia nuntiasset regi obviam postulant octingenti anni non sufficeret ad eius collectio.

In hoc puncto epilogis duo sunt: ​​primum est, Suessam occidi, ne habent esse in re praesenti disceptatores satiat; in secunda, prudenter et Filius genitus / mercator subsederit, pro imperio provinciae in regno Dei.
(Finis).

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