Vulcano dall’Olimpo a Star Trek

VulcanoVulcano o tanti spunti per una (fanta) storia lunga millenni…

Vulcano – Efesto: il prequel della Grande Rete

Efesto era, nella mitologia greca, la divinità del fuoco, della metallurgia, dell’ingegneria e della tecnologia (e di tante altre “arti”). E, con un po’ di fantasia, il precursore della Grande Rete…

Nell’Iliade, Omero lo descrive brutto e di cattivo carattere (pare riuscisse a camminare soltanto grazie all’aiuto di un bastone), ma dalla forza smisurata e capace di svolgere lavori di grande fattura. La sua fucina era collocata nell’Etna (mentre il romano Vulcano aveva domicilio nell’omonima isola delle Eolie). Era figlio di Zeus ed Era (anche se le varianti al mito non mancano) e quindi fratello di Ares (dio della guerra).

E, se un antico adagio recita “parenti serpenti”, proprio il focoso fratello gli fece uno scherzetto niente male…

Visto che anche fra gli dei vigeva la consuetudine dei matrimoni combinati, al non certo attraente Efesto fu data in moglie niente meno che Afrodite, la dea della bellezza la quale, è quasi inutile sottolinearlo, non ne fu certo entusiasta. E, come spesso accade nei matrimoni poco felici, il risultato fu l’inizio di una relazione extraconiugale, in questo caso fra Afrodite e il sopra citato Ares.

Efesto ne fu messo al corrente da Helios, l’onnisciente dio del Sole, e, per vendicarsi, organizzò una trappola: durante uno dei loro incontri amorosi, li bloccò nel letto con una catena o, secondo una variante, con una “grande rete”. Poi li portò sull’Olimpo per svergognarli davanti agli altri dei.

Molto prima dei social network, dunque, le grandi reti potevano rovinare un matrimonio…

Vulcano I – la fucina del silicio

Ma da dove deriva il nome assegnato al pianeta fantasma del nostro Sistema Solare e a quello di fantasia della saga di Star Trek? Dai meandri dell’antichità, of course, in particolare dalla mitologia romana.

Vulcano (in latino Vulcanus, Volcanus o Volkanus) era il dio pagano del fuoco terrestre. Appartiene alla fase più antica della religione romana, come confermato dallo studioso di grammatica, linguistica e filologia Marco Terenzio Varrone.

Il suo nome derivava, secondo la tradizione, da alcuni termini associati alla folgore (il lampo) ed era quindi in qualche modo collegato al fuoco e agli incendi; le preghiere a lui indirizzate intendevano scongiurare questi eventi catastrofici, oggi come allora; basti pensare al “grande rogo” che mise in ginocchio l’Urbe nel 64 d.C. al tempo dell’Imperatore Nerone.

Per l’osmosi fra mondo romano e greco, acuitasi dopo l’annessione della penisola ellenica all’Impero Romano (II secolo a. C.), Vulcano fu associato al greco Efesto, dio del fuoco e protettore dell’arte dei metalli (per vederlo all’opera basta ricordarlo immortalato sul retro delle vecchie monete da 50 lire); nella sua fucina veniva lavorato, soprattutto, il ferro; ma, con un po’ di fantasia, possiamo immaginare la divinità greco-romana alle prese con il silicio anche perché proprio sul luogo di lavoro nacque la prima grande rete… (continua)

Computer al “centro della Terra”: Vulcano 3 e Vulcano 2

I computer, negli anni ‘60, avevano cominciato a “scaldare” l’immaginazione degli scrittori di fantascienza (oggi noi sappiamo che alcune previsioni erano ben limitate rispetto a ciò che vediamo nella nostra realtà quotidiana).

Vulcano 3 (titolo originale Vulcan’s Hammer) è un romanzo di fantascienza scritto nel 1960 da Philip Kindred Dick (dalle cui opere verranno tratte celebri pellicole fra cui “Blade Runner”), ispirato da  un racconto breve pubblicato nel 1956 sulla rivista americana Future Science Fiction.

In un futuro (lontano?) le decisioni in materia di politica, economia e cultura vengono assunte da un mega computer, Vulcano 3, nascosto nelle viscere della Terra e consultabile da una sola persona. Ma esiste anche un predecessore, Vulcano 2, più lento e mano efficiente, che talvolta però viene utilizzato. Ma qualcuno lo farà esplodere…

Mega Server in luoghi protetti, sistemi operativi superati, attacchi a grandi computer… Vi dice qualcosa?

Vulcano (4): un mondo virtuale ante litteram

Nettuno, ultimo pianeta del nostro sistema planetario, in ordine di distanza dal Sole e Vulcano, il pianeta apparentemente più vicino alla nostra stella, hanno un comune denominatore: la matematica, oltre che un astronomo francese di nome Urbain Le Verrier.

Nettuno venne scoperto nel 1846 grazie ai calcoli matematici di Le Verrier, con il telescopio dell’Osservatorio astronomico di Berlino, da Johann Gottfried Galle e Heinrich Louis d’Arrest, basandosi sui citati calcoli matematici.

Il la alla ricerca era stato dato dall’osservazione di moti orbitali di Urano. Ma anche il pianeta Mercurio segnalava dei “sussulti” e del problema si occupò il sopra citato Le Verrier. Un medico francese appassionato di astronomia, il dottor Lescarbault, gli comunicò i risultati di una osservazione solare del 26 marzo 1859, durante la quale aveva osservato una macchiolina scura attraversare il disco del Sole. Nonostante la frammentarietà delle osservazioni, Le Verrier calcolò per il nuovo pianeta una massa pari a 1/17 di quella di Mercurio, un periodo di rivoluzione di 19,7 giorni e lo battezzò con il nome di Vulcano, il dio romano del fuoco che ben si identificava con un mondo posto a un passo dal Sole. Il pianeta, però, nonostante vari tentativi non fu  mai osservato. Più tardi si scoprì, grazie alla Teoria della Relatività Generale, che le irregolarità orbitali di Mercurio erano dovute alla vicina e cospicua massa del Sole. Ma la storia di Vulcano non era del tutto finita…

Vulcano (5): un mondo reale in un altro Universo…

Ma Vulcano allora esiste? Sì, c’è anche se in un universo “parallelo” rispetto al nostro, prevalentemente popolato da Trekkies (i fan delle varie serie di Star Trek)…

Nella saga, ideata negli annni ‘60 del secolo scorso da Gene Roddenberry, ribattezzato “il Grande Uccello della Galassia”, Vulcano è un pianeta di classe M (di classe terrestre quindi), in orbita attorno a una stella posta a 16 anni luce dal nostro Sole.

Viste le coordinate spaziali, la controparte planetaria, nel “nostro” universo, potrebbe essere la stella 40 Eridani A. Nella fiction non ha lune ma nel suo moto di rivoluzione è accompagnato dal pianeta gemello T’Kuth al quale si avvicina ogni sette anni.

Nei meandri di sceneggiature, libri, film e telefilm, si scopre che la sua superficie è prevalentemente desertica e montagnosa e che le temperature sono elevate (ovviamente, visto il nome). Ha un’atmosfera più sottile di quella terrestre, anche se respirabile per gli esseri umani.

Tra le forme di vita autoctone si segnalano il Favinit, una pianta simile all’orchidea, il Sehlat, una sorta di orsacchiotto con le zanne, molluschi e vermi che vivono nelle sabbie vulcaniane.

E parliamo di specie autoctone visto che gli attuali abitanti, dalle caratteristiche orecchie a punta, in realtà sono dei coloni… (continua ?).

By Parole di Cielo

By Luna Verde

Photo by Wikipedia

VOLCANO KRAKATOA – parte 1/7