Alexander Volkov il Tennis e un mancino per caso

Alexander VolkovAlexander Volkov un grande destro mancino 

Alexander Volkov non era un campione, anche se non può essere considerato un giocatore banale, anzi… Alexander Vladimirovich Volkov, il nome completo, è stato un protagonista, sui generis, del tennis nei primi anni ‘90 del secolo scorso.

E giusto per dare i numeri:

  • 3 titoli di singolare vinti nel Tour Atp;
  • 6 finali raggiunte (sempre nel Circuito);
  • una semifinale Slam agli Us Open nel 1993 (battuto in tre set su 5 dallo statunitense Pete Sampras che si sarebbe poi aggiudicato il torneo superando in finale il transalpino Cédric Pioline);
  • il numero 14 nella classifica mondiale agganciato in data 23 agosto sempre nel ’93. 

Alexander Volkov si è però contraddistinto per creatività e personalità con quel braccio mancino con cui usava la racchetta causa un incidente occorsogli da ragazzo al destro (si era rotto la spalla cadendo da un burrone ndr); tramontata l’idea di cambiare sport, passando all’hockey su ghiaccio, aveva iniziato a usare l’altro braccio, per necessità, non aveva più mollato la presa mancina, costruendosi una brillante carriera da quasi Top Ten.

Facendo quindi di necessità virtù, aveva acquisito una singolarità che gli regalava un tempo ed effetti particolari capaci di disorientare gli avversari.
Tra le sue vittime Stefan Edberg che, campione in carica a Wimbledon, fu superato al primo turno degli Us Open del 1990, passando in questo modo alla storia come il primo numero 1 del tabellone del torneo eliminato all’esordio dal lontano 1971, senza dimenticare che quella sconfitta interruppe una striscia di 21 match consecutivi dello svedese.

Proprio contro Edberg andò in scena una delle grandi delusioni nella finale di Coppa Davis del 1994 fra la sua Russia e la Svezia; quando sembrava aver ultimato una clamorosa rimonta, nel singolare d’apertura, all’ingresso del premier Boris Etsin in tribuna, si disunì e perse 6/4 6/2 6/7 0/6 8/6.

Altro calo di concentrazione, con la collaborazione della Dea Sfortuna peraltro, nel quarto turno di Wimbledon 1991, contro il teutonico Michael Stich; Volkov sul punteggio di 6/4 3/6 5/7 6/1 5/3 30-15 fu superato da una palla che, destinata ad andare out, rientrò invece  in campo grazie a un beffardo tocco del nastro. Dopo quel colpo “mancino” Stich non solo vinse al quinto set per 7/5, ma addirittura di aggiudicò quell’edizione dello slam londinese…

Appesa la racchetta al chiodo, intraprese la carriera di allenatore; fu anche coach di Marat Safin, tennista russo numero 1 del mondo tra il 2000 e il 2001, e che, tra l’altro, sotto la sua guida batté il sopra citato Pete Sampras, nella finale degli Us Open del 2000, vendicando così la sconfitta nelle semifinali del 1993 proprio nel torneo newyorkese.

Ma proprio i passaggi a vuoto denotavano un male interiore per questo personaggio molto sensibile ed introverso che, dopo aver accusato qualche problema con l’alcol, è morto in circostanze non del tutto chiarite il 19 ottobre 2019, a soli 52 anni.
Di lui disse proprio l’allievo Safin: “… Sfortunatamente, non ha potuto far fronte ai suoi problemi interiori, che probabilmente aveva accumulato”.
Gli appassionati italiani lo ricordano per il successo, arrivato a Milano nel 1991 (il primo dei tre titoli ATP), superando in finale il nostro Cristiano Caratti per 6/1  7/5. Nel torneo indoor della città di Sant’Ambrogio era già stato finalista nel 1989 superato da Boris Becker per 6/1 6/2.

Numeri, Numerologia e segreti (parte II)

Mancini, fantasmi e tastiera III

Ice Hockey mondiali Gruppo A 2022

San Ambrogio a Milano ma non solo

Fonti

https://www.ubitennis.com/blog/2019/10/19/lutto-nel-mondo-del-tennis-e-morto-alexander-volkov/

https://www.supertennis.tv/News/Campioni-internazionali/191021-Volkov-profilo-dopo-scomparsa-improvvisa

Altri spunti e curiosità @

Calendario della Luna Verde

Photo by Luigi Viazzo with Huawei P8 Lite

Alexander Volkov vs. Thomas Muster US Open 1993 Quarterfinal PART 2