Pilato e il suo lago italico
Pilato è il nome del prefetto della Giudea, in carica durante il regno di Tiberio e che, secondo i Vangeli e altre fonti, ebbe un ruolo ben preciso nella condanna a morte di Gesù con la susseguente resurrezione nel giorno di Pasqua.
Pilato, o meglio Ponzio Pilato, il personaggio storico famoso (letteralmente) per essersene lavato le mani, ha portato con sé in dote, nel corso dei secoli, leggende e storie fantasiose che hanno attraversato il Mediterraneo per arrivare nella nostra penisola e non solo.
Pilato, o meglio Pilatus, è il nome di un lago della Svizzera interna, nei dintorni della città di Lucerna, teatro di fenomeni magico/occulti ma anche il suolo italico, per la precisione la regione delle Marche, ha il suo lago di Pilato, uno specchio d’acqua speciale (rectius formato da due specchi d’acqua simmetrici che in estate diventano comunicanti) ubicato tra i Monti Sibillini; situato a circa 2000 metri di altezza, sulla cima del Monte Vettore in provincia di Ascoli Piceno, è uno dei pochi specchi d’acqua glaciali di tipo alpino dell’Appennino.
Pilato il suo lago (a volte detti anche laghi di Pilato per la sua origine gemellare, doppia) e le sue leggende: una storia tramandata da secoli narra come nelle acque del lago si trovi proprio il corpo di Ponzio Pilato che, dopo e in seguito agli avvenimenti di cui sopra, fu lasciato alla sorte di un carro guidato da due tori infuriati; e il currus, durante il tragitto da Roma ai Monti Sibillini, sarebbe caduto nelle lago, per dare il via alla credenza secondo la quale gettare sassi all’interno del lago potesse risvegliare l’anima di Ponzio Pilato e portare terribili tempeste; ma non è tutto: a partire dal Medioevo iniziarono a diffondersi racconti che narravano come il lago di Pilato fosse infestato da demoni alla base di strani fenomeni naturali quali innalzamento e abbassamento improvviso del livello dell’acqua, oltre a frequenti terremoti; in realtà all’origine di tutto ciò, secondo le leggende popolari (e locali), l’opera malefica di Negromanti, i quali si riunivano per invocare i demoni in quella lingua di terra che, in inverno, divide il lago e detta, non certo a caso isola del Diavolo; questi ivi si manifestava e prestava la sua opera in cambio dell’anima del Negromante e, per scongiurare l’arrivo del demonio, pare che un tempo, con cadenza annuale, gli abitanti di Norcia scegliessero un delinquente e lo facevano gettare nel lago come tributo alle creature degli inferi contro le calamità naturali.
Pilato, il lago, da un punto di vista geologico è caratterizzato da un bacino idrografico instabile visto che, a seconda dello scioglimento dei ghiacciai, il suo bacino può contenere un volume d’acqua molto variabile che, soprattutto in Estate si riduce in modo sensibile, assumendo la caratteristica forma a occhiali. Il mistero che lo ammanta sembra riguardare anche la sua alimentazione, visto visto che non dispone di fiumi o meglio immissari che affluiscano e ne garantisca il ricambio delle acque; in realtà sul fondale sono presenti degli inghiottitoi, ovvero delle sorte di falle nelle superfici carsiche all’interno delle quali penetrano le acque, raggiungendo il sottosuolo; secondo i geologi tali inghiottitoi potrebbero collegare il lago con le acque della sorgente del fiume Aso, tramite dei canali sotterranei.
Pilato flora e fauna: in virtù della sua peculiare posizione ospita specie floreali protette; fra le 1800 presenti da segnalare la Stella Alpina, la Scutellaria Alpina dal caratteristico colore violaceo oltre a circa 150 specie di mammiferi tra i quali il lupo, l’istrice ed il gatto selvatico, e 50 specie di uccelli, tra i quali aquila reale, falco pellegrino e gufo reale.