Il Volo su Vienna di D’Annunzio

Il Volo su ViennaIl Volo su Vienna e Gabriele D’Annunzio

Il Volo su Vienna andò in scena il 9 agosto del 1918 a cura di Gabriele D’Annunzio e, nonostante la sua valenza puramente simbolica, è considerato una delle imprese decisive per le sorti della Grande Guerra che poi terminerà da lì a poco con l’Armistizio del 3 novembre 1918.
Il Volo su Vienna fu il modo con il quale il Vate D’Annunzio, decise di celebrare il quarto anniversario della guerra con un atto di straordinaria audacia, capace di affermare il nuovo spirito aggressivo dell’esercito italico, al pari della Beffa di Buccari, andata in onda pochi mesi prima.
Il Volo su Vienna, compiuta da 8 Ansaldo S.V.A. della 87ª Squadriglia Aeroplani, fu un’impresa che partì all’alba del 9 agosto 1918, alle ore 5,30, quando gli apparecchi della così battezzata squadriglia Serenissima, comandata dal maggiore Gabriele D’Annunzio e dal capitano Natale Palli, si levavano in volo da un aeroscalo ubicato nei dintorni di Padova, per la precisione dal campo di San Pelagio, in località Due Carrare, non lontano da Monselice.
Il Volo su Vienna, progettato da D’Annunzio già un anno prima, lanciò alla volta della Capitale dell’Impero, oramai prossimo alla fine, sette aeroplani monoposto pilotati da Giordano Granzarolo, Gino Allegri, Antonio Locatelli, Pietro Massoni, Aldo Finzi, Giuseppe Sarti e Ludovico Censi oltre a un biposto, guidato dal capitano Palli e che ospitava anche il Vate D’Annunzio; ciascun velivolo (termine peraltro coniato dal poeta nativo di Pescara); ciascun apparecchio portava in dotazione un carico di venti chilogrammi di carta stampata, ovvero manifestini sui quali era stato vergato, in due messaggi, quanto segue:

Il primo messaggio recitava:

“Viennesi! imparate a conoscere gli Italiani.
Noi voliamo su Vienna, potremmo lanciare bombe a tonnellate. Non vi lanciamo che un saluto a tre colori: i tre colori della libertà.
Noi non facciamo la guerra ai bambini, ai vecchi, alle donne. Noi facciamo la guerra al vostro governo nemico delle libertà nazionali, al vostro cieco testardo crudele governo che non sa darvi né pace né pane, e vi nutre d’odio e d’illusioni.
Viennesi!
Voi avete fama d’essere intelligenti. Ma perché vi siete messa l’uniforme prussiana? Ormai, lo vedete, tutto il mondo si è volto contro di voi.
Volete continuare la guerra? Continuatela. E’ il vostro suicidio. Che sperate? La vittoria decisiva promessavi dai generali prussiani? La loro vittoria è come il pane dell’Ucraina: si muore aspettandolo.
Popolo di Vienna, pensa ai tuoi casi. Svegliati!
Viva la libertà!
Viva l’Italia!
Viva l’Intesa!

Il secondo messaggio declamava:

“In questo mattino d’agosto, mentre si compie il quarto anno della vostra convulsione disperata e luminosamente comincia l’anno della nostra piena potenza, l’ala tricolore vi apparisce all’improvviso, come l’indizio del destino che si volge. Il destino si volge. Si volge verso di noi con una certezza di ferro. E’ passata, per sempre l’ora di quella Germania che vi trascina, vi umilia e vi infetta.
La vostra ora è passata.
Come la nostra fede fu la più forte, ecco che la nostra volontà predomina.
Predominerà sino alla fine. I combattenti vittoriosi del Piave, i combattenti vittoriosi della Marna lo sentono, lo sanno con un’ebbrezza che moltiplica l’impeto; ma se l’impeto non bastasse, basterebbe il numero, e questo è detto
Per coloro che usano combattere dieci contro uno.
L’Atlantico è una via che non si chiude ed è una via eroica come dimostrano i novissimi inseguitori che hanno colorato l’Ourcq di sangue tedesco.
Sul vento la vittoria che si leva dai fiumi della libertà, non siamo venuti se non per la gioia dell’arditezza, non siamo venuti se non per la prova di quel che potremo osare e fare quando vorremo, nell’ora che sceglieremo.
Il rombo della giovine ala italiana non somiglia quello del bronzo funebre nel cielo mattutino.
Tuttavia la lieta audacia sorprende fra Santo Stefano e il Graben una sentenza non revocabile, o viennesi. Viva l’Italia!
GABRIELE D’ANNUNZIO

Il Volo su Vienna l’itinerario: dopo il decollo passarono sopra Cervignano del Friuli, risalirono la valle dell’Isonzo, fin sopra a Tolmino, volarono sulla valle del Fiume Drava, sulla Carinzia, per passare sopra gli abitati di Reichenfels, Kapfenberg, Nenberg, per approdare nel cielo sopra la capitale imperiale dove, alle 9 e 20, la Serenissima ridotta a sette apparecchi, per la defezione dell’apparecchio pilotato dal tenente Sarti, che aveva dovuto lasciare il gruppo per tentare, con successo, un atterraggio di fortuna vicino a Wiener Neustadt, giungeva sopra la Capitale e prendeva a volteggiare nel cielo viennese, lasciando cadere, a decine e decine di migliaia di copie, i due sopra riportati messaggi stampati – con il testo italiano e tedesco – su volantini che recavano impressa una piccola bandiera tricolore.
Oltre a questi due messaggi, i sette velivoli italiani lasciarono cadere sulla capitale austriaca tre grandi manifesti, nei quali erano riaffermate le idealità di guerra dell’Intesa e le sue vedute per la pace, definitiva e durevole, promessa ai nemici qualora si fossero arresi.
Dopo aver fatto queste evoluzioni per oltre venti minuti nel cielo viennese, la squadriglia si allontanò verso sud-ovest; al ritorno sorvolarono invece Graz per puntare su Trieste e da lì a Venezia per ritornare alla base alle 12 e 40; mancava, come detto sopra, solo il tenente Giuseppe Sarti che, costretto prender terra vicino a Vienna, prima della cattura era riuscito a bruciare il suo aereo; fatto prigioniero e rientrò dalla prigionia solo al termine del conflitto, sancito dall’armistizio del 3 novembre 1918.
Il Volo su Vienna il prequel: va ricordato anche che un primo tentativo di portare a termine l’impresa era stato compiuto il 2 agosto 1918, quindi una settimana prima, ma a causa nebbia incontrata su Alpi e Pianura Padana i tredici apparecchi impegnati dovettero rinunciare all’impresa; mentre sette velivoli riuscirono a ritornare alla base, i rimanenti furono costretti ad atterraggi di fortuna e tre aerei risultarono inutilizzabili per la grande impresa on air la settimana successiva.

Fonti

https://www.storiologia.it/aviazione/annunzio.htm

https://it.wikipedia.org/wiki/Volo_su_Vienna

Gabriele D’Annunzio e le Pleiadi

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Le imprese e la Beffa di Buccari

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Il volo su Vienna