Crux prima e dopo Dante (parte III)

Crux

Crux prima e dopo Dante fra Commedia ed Emisfero Australe

Crux, la mitica costellazione nella storia prima e dopo Dante Alighieri, o Alighiero, battezzato Durante di Alighiero degli Alighieri e anche noto con il solo nome Dante, della famiglia Alighieri…

Sir Joseph Norman Lockyer, astronomo inglese del XVII secolo, ne confermava l’utilizzo come puntatore, visto che era la costellazione più facilmente identificabile nei pressi del Polo Sud Celeste, benché la sua stella base sia posta, come già detto, a circa 25° da quel punto e a circa quattro volte e mezza l’estensione del braccio verticale della Croce.

Il naturalista portoghese Cristoval D’Acosta definì la costellazione della Crux come l'”orologio celestiale meridionale”.

Un pensiero che Mrs Felicia Hemans, poetessa inglese del XIX secolo, espresse splendidamente nel suo “Croce del Sud” dove i viaggiatori spagnoli dicono:

“Ma a voi, mentre le vostre stelle polari bruciano risplendenti

nelle loro chiare profondità di blu, con devozione mi giro,

Brillante Croce del Sud! E guardandoti splendere,

non rimpiango l’amata terra dell’ulivo e del vino.

Tu richiamasti le epoche quando primo sopra il mare

Mio padre mostrò le insegne della Spagna

E impiantò la loro fede nelle regioni che vedono

Il suo imperiale simbolo per sempre blasonato in te”.

Il già citato Von Humboldt aggiunge:

“Le due grandi stelle, che segnano la sommità e la base della Croce (Crux ndr) avendo all’incirca la medesima ascensione retta fanno sì che la costellazione sia quasi perpendicolare al momento in cui passa al meridiano. La circostanza è conosciuta dai popoli delle nazioni situate oltre il Tropico (del Capricorno ndr) nell’emisfero meridionale. È stato osservato a quale ora della notte, in ogni stagione, la Croce è dritta o inclinata. È utilizzata per calcolare il tempo, visto che avanza con regolarità all’incirca quattro minuti al giorno. Nessun altro gruppo di stelle consente di effettuare a occhio nudo una misurazione del tempo così agevole”.

Quante volte abbiamo ascoltato le nostre guide esclamare nelle savane del Venezuela e nei deserti che si estendono da Lima a Truxillo (città del Perù ndr) “Mezzanotte è passata, la Croce incomincia a scendere”.

Quante volte queste parole ci ricordarono quella scena affettuosa quando Paolo e Virginia, seduti presso la sorgente del fiume Lataniers, conversavano per l’ultima volta, e quando un uomo vecchio, alla vista della Croce (Crux), li avverte che è ora di separarsi, dicendo “la Croce del Sud è dritta sull’orizzonte”.

Queste parole dal suono poetico ci portano al rapporto geografico-religioso presente in alcuni riferimenti a questa costellazione.

L’atlante Ptolaemeus stampato a Roma nel 1508, riporta nella prima mappa incisa del nuovo continente, come definizione per il Sud America, “la terra della Santa Croce”.

Sempre Von Humboldt nel suo “Viaggio verso le regioni equinoziali del nuovo continente” scrisse infatti non a caso:

“Un sentimento religioso lega essi (gli abitanti del Sud America ndr) a una costellazione la cui forma richiama il segno della fede posato dai loro antenati nei deserti del nuovo mondo”.

Passando a tempi più moderni, ricordiamo il poeta statunitense del XIX secolo, John Greenleaf Whittier, nel suo Cry of a lost soul (Il lamento di un’anima perduta) dice:

“La Croce del Perdono illumina i cieli meridionali”.

Lord Edward  Lytton, poeta inglese sempre del XIX secolo, nella sua Regina Ginevra, declama:

“Poi mi sentii come uno che, molto confuso,

guidato da strane leggende e dalla luce delle stelle

sopra lontane regioni della sabbia di mezzanotte

oltre la rossa distesa delle piramidi,

è improvvisamente trascinato a guardare sopra il cielo,

dalla percezione di luce sconosciuta, e vede

rivelata sopra la volta celeste

la Grande Croce del Sud”.

Alcune curiosità, prima di concludere. Nella moderna Cina è identificata come Shih Tsze Kea, che significa “Croce del Sud”. Nell’Australia centrale queste stelle erano invece chiamate la “zampa dell’aquila”.

Le quattro stelle della Croce, compresa Mimosa, compaiono infine sul mappamondo celeste presente sulla bandiera del Brasile, il paese “scoperto” dal navigatore portoghese Pedro Alvares Cabral, l’1 maggio del 1500.

 

STELLE E OGGETTI PRINCIPALI

α – Acrux, 0.8, bianco-azzurra. Il nome, un composto da “alfa-Crux”, fu probabilmente coniato all’inizio del 19° secolo dall’astronomo americano Elijah Burrit.

β – Becrux o Mimosa, 1.3, bianco-azzurra.

γ – Gacrux, 1.6, rossa. Anche a questa stella il nome fu probabilmente dato da Burrit.

Il Sacco di Carbone

Fra Acrux e Mimosa compare questa nebulosa oscura, distante da noi 400 anni luce. Si estende per più di 30° di cielo e  la sua forma è facilmente rintracciabile sullo sfondo della Via Lattea.

NGC 4755: Lo Scrigno dei Gioielli. Conosciuto anche come “ammasso κ Crucis”, è un ammasso aperto di oltre 50 stelle lontano 7600 anni luce.
(Fine)

Dante e la Croce del Sud (parte I)

Dante Alighieri e la Croce Australe (parte II)

Polo Sud Celeste come trovarlo?

Stelle doppie spettacolo celeste

Mimosa un fiore e una stella australe

Altri spunti e curiosità @

Navigazione astronomica – Approfondimenti sulla stella Polare e la costellazione Croce del Sud