Il Calendario di Roma prima di Giulio Cesare
Il Calendario di Roma prima di Giulio Cesare e della riforma Giuliana, era conosciuto come il Calendario di Romolo.
Il Calendario di Roma, revisionato diverse volte, in origine era lunare (come quello cinese)
era diviso in dieci mesi con inizio alla luna piena di marzo (convenzionalmente il 15 marzo, le famose, in tempi successivi Idi di Marzo).
Il Calendario di Roma, istituito, secondo la tradizione, da Romolo, fondatore di Roma, nel 753 a.C., pare fosse basato sul calendario lunare greco.
Il Calendario di Roma, i mesi, in realtà non lunari in quanto la durata del mese avrebbe dovuto essere di 29,5 giorni, erano:
- Martius (31 giorni)
- Aprilis (30 giorni)
- Maius (31 giorni)
- Iunius (30 giorni)
- Quintilis (31 giorni)
- Sextilis (30 giorni)
- September (30 giorni)
- October (31 giorni)
- November (30 giorni)
- December (30 giorni)
In totale, quindi, il calendario durava 304 giorni e se ne contavano 61 giorni in inverno
che non venivano assegnati ad alcun mese; di fatto, dopo dicembre, si smetteva di contare i giorni per riprendere nuovamente il conteggio al marzo successivo (al salir della Luna Piena).
I primi mesi prendevano il nome dalle principali divinità legate alle attività umane
- Martius Marte (Dio della guerra)
- Aprilis – Afrodite (Dea delll’amore)
- Maius – Maia (Divinità della fertilità della terra)
- Iunius – Giunone (Dea della maternità e della procreazione)
I restanti mesi invece portavano il nome che ricordava la loro posizione (numero progressivo) nel calendario:
- Quintilis derivava da quinque (cinque)
- Sextilis da sex (sei)
- September da septem (sette)
- October da octo (otto)
- November da novem (nove)
- December da decem (dieci)
Numa Pompilio, il secondo dei sette re di Roma, modificò il calendario nel 713 a.C., aggiungendo i mesi di gennaio e febbraio ai dieci preesistenti.
In totale furono aggiunti 51 giorni ai 304 del calendario di Romolo, secondo questo schema: togliendo un giorno da ciascuno dei sei mesi che ne avevano 30 (facendoli diventare in questo modo dispari).
La riforma portò a 57 giorni il totale a disposizione dei mesi di gennaio e febbraio.
La decisione fu questa: a gennaio vennero assegnati 29 giorni, mentre a febbraio 28.
Tirando le somme: degli undici mesi con un numero dispari di giorni, quattro ne avevano 31, mentre sette ne avevano 29.
Già allora era in gran voga la numerologia,
e siccome i numeri pari erano ritenuti sfortunati, febbraio, che ancora non aveva 29 giorni…
fu considerato mese di purificazione. Fu quindi diviso in due parti, ciascuna con un numero dispari di giorni: la prima parte finiva il giorno 23 con i Terminalia, considerati la fine dell’anno religioso,
mentre i restanti cinque giorni formavano la seconda parte del mese.
E già ma l’astronomia reclamava la sua parte.
Quindi, in attesa della riforma del Calendario Giuliano…
(continua)
Fonte
https://it.wikipedia.org/wiki/Calendario_romano