Ipparco e la precessione degli equinozi

Ipparco

Ipparco e la precessione degli equinozi

Ipparco è tra i più grandi astronomi dell’antica Grecia: vissuto nel II secolo avanti Cristo e nativo di Nicea, in Bitinia, regione dell’Asia Minore nord occidentale,
inaugurò il grande periodo dell’astronomia geometrica che raggiungerà la propria apoteosi con Tolomeo di Alessandria.

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Ipparco è quindi legato a filo doppio proprio al suo successore Tolomeo che, vissuto un secolo dopo, baserà i propri studi su molti risultati ottenuti dal suo predecessore, visto che il suo Almagesto, secondo alcuni studiosi dell’antichità, sarebbe in gran parte basato sull’opera del suo antesignano Ipparco che, a sua volta, per effettuare i propri studi, si era servito dei modelli matematici e geometrici del suo predecessore, Apollonio Pergeo, vissuto 75 anni prima di lui.

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Ipparco fu quindi il primo ad accorgersi della precessione degli equinozi, fenomeno astronomico che consiste nel graduale spostamento che subisce l’asse di rotazione terrestre, a causa dell’attrazione del Sole e della Luna sul nostro pianeta; detto che l’asse compie un giro completo su se stesso in circa 26 000 anni, tale fenomeno si riflette sulla posizione degli oggetti celesti osservabili in cielo e con il trascorrere del tempo, infatti, alcuni di questi, dalla medesima latitudine terrestre, non sono più visibili, mentre ne divengono visibili altri e ciò è dovuto al fatto che, se cambia l’inclinazione dell’asse terrestre, muta, di conseguenza, anche la porzione di cielo visibile da una determinata località.

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Ipparco e il dettaglio del fenomeno a causa del quale i punti equinoziali risalgono lungo l’eclittica e anticipano, gradualmente, l’incontro con il Sole. I punti equinoziali sono quelli in cui si incontra l’eclittica (che segna il cammino apparente del Sole stesso lungo la volta celeste) e l’equatore celeste (la proiezione sul firmamento dell’equatore terrestre) e segnano rispettivamente l’inizio della primavera e quello dell’autunno.
Ipparco calcolò, con grande precisione, lo spostamento annuale di questi punti e la prima osservazione, di cui si sia venuti a conoscenza, è proprio quella legata alla posizione del Sole all’Equinozio d’Autunno del 26 settembre 147 a.C.

Ipparco equinozi e oltre: altri furono infatti gli studi effettuati dall’astronomo greco tra i quali:

  • il calcolo sulla durata dell’anno tropico, ovvero il calcolo del tempo impiegato dal Sole per fare ritorno nel punto vernale (detto anche punto gamma), alias il punto del cielo dove transita il nostro Sole all’Equinozio di Primavera e dove si incontrano l’eclittica (che è la proiezione del cammino del Sole medesimo sulla volta celeste) e l’equatore celeste (che è invece la proiezione in cielo di quello terrestre);
  • la misurazione del mese sinodico, che segna l’intervallo fra due noviluni successivi e che fu calcolato dall’astronomo greco in 29 giorni, 12 ore e 44 minuti, contro i 29 giorni, 12 ore e 44 minuti e 2,8 secondi calcolati dagli astronomi moderni;
  • aver tramandato la classificazione delle costellazioni antiche, provenienti dall’antica Mesopotamia, e che fu poi fatta propria da Tolomeo (ma questo lo vedremo in una prossima puntata…).

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