Rivoluzione Russa a ottobre o novembre?
Rivoluzione Russa quale il mese giusto o meglio quale il computo usare per classificarla a livello temporale? Una questione di calendario in realtà.
Rivoluzione, quella Russa, che raggiunge l’acme (o meglio l’incipit definitivo) nella notte fra il 25 e 26 ottobre 1917 (o 7 e 8 novembre) a seconda dei calendari con la presa del Palazzo di Inverno (sede del Governo provvisorio); sì perché all’epoca in quel della Russia era in vigore ancora il Calendario Giuliano e non il suo omologo Gregoriano (utilizzato invece in Occidente): una discrasia che oggi si registra ed è ancora in essere per quanto riguarda le ricorrenze religiose (vedi per esempio il Natale Ortodosso che cade il nostro 7 gennaio, quando in Italia, per esempio, si registra la fine delle vacanza natalizie, post Befana o Epifania che dir si voglia, nonché il ricordo della nascita della bandiera tricolore).
Rivoluzione Russa della quale inizia, appunto, l’ultima fase con la caduta del Palazzo d’Inverno e l’annuncio di Lenin (pseudonimo di Vladimir Il’ič Ul’janov) della presa di potere da parte dei Soviet; capita tutto in quel di Pietrogrado come si chiamava dal 1914 la città, per volere dello zar Nicola II, in onore di Pietro il Grande (1672-1725) che ne fu il fondatore nel 1703 e che l’aveva ribattezzata San Pietroburgo; da ricordare come nel 1924, per la precisione cinque giorni dopo la morte di Lenin stesso, sarebbe diventata Leningrado per chiudere il cerchio e ritornare San Pietroburgo, nel 1991, sullo sfondo immutabile invece del chiarore delle notti bianche.
Ricordato come gli eventi di quei giorni determinarono la nascita della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa, nucleo di quella che nel 1922 sarebbe stata l’URSS (o USSR o ancora CCCP) ovvero l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, nata dall’unificazione delle Repubbliche sovietiche Russa, Ucraina, Bielorussa e Transacaucasica (costituita da una federazione di Stati comprendente la RSS Georgiana, la RSS Armena e la RSS Azera, tradizionalmente conosciute con il nome di “Regioni Transcaucasiche” con capitale Tbilisi oggi capitale della Georgia); decisione ufficialmente ratificata il 30 dicembre 1922 dall’assemblea del I Congresso dei Soviet dell’URSS, riunitosi in quel di Mosca.
Rivoluzione Russa e momento topico nella genesi della rivoluzione era stato l’arrivo, il 3 aprile 1917, di un treno speciale alla stazione Finlandia di Pietrogrado bordo del quale si trovava Vladimir Lenin, carismatico capo del partito bolscevico e teorico del comunismo di ritorno in patria dopo anni di esilio.
Rivoluzione che prese il via, di fatto, anche sulla scia di vari avvenimenti storici tra i quali il dramma della Grande guerra (finita di fatto per l’Italia il 3 novembre 1918) nella quale i russi erano impegnati contro Germania, Austria-Ungheria, Impero ottomano e Bulgaria; mentre da una parte, con un Paese allo stremo le ripetute richieste al già sopra citato Zar Nicola II di uscire dal conflitto erano rimaste inascoltate, dall’altra serpeggiava già da tempo un malcontento popolare che, tra l’altro, aveva portato alla nascita di vari gruppi politici, marxisti e non; tra i vari il Partito operaio socialdemocratico russo che, nato nel 1898, nel 1903 si era diviso in due fazioni: i bolscevichi (maggioritari e anti borghesi) e i menscevichi (per i quali il partito doveva rappresentare una comunità di persone indipendenti con le medesime opinioni politiche); attorno ai primi si coagulò presto la classe operaia e, in parte, quella contadina, che diedero vita ai primi Soviet, alias consigli di lavoratori, impregnati di spirito sovversivo e che con la Rivoluzione di Ottobre (o novembre?) e la presa del Palazzo d’Inverno, sede, come detto sopra, dell’allora governo provvisorio (in realtà formato dai leader rivoluzionari più liberali e moderati) si imposero definitivamente.