Argentina 1994 quando la migliore non vinse (parte IV)

Argentina 1994 Maradona per sempre!

Argentina 1994 partenza al fulmicotone per la squadra che sembra poter diventare campione nell’Edizione numero XV dei Campionati del Mondo di Calcio, ospitata dagli Stati Uniti dal 17 giugno al 17 luglio, quando nella finale di Pasadena l’Italia perde ai rigori contro il Brasile.

Argentina 1994 un sogno per la seleccion albiceleste che aveva puntato tutto sul clamoroso ritorno in auge di Diego Armando Maradona ormai 33enne; dopo 2 finali consecutive (Messico 1986 e Italia ’90) il suo totem Diego Armando, il Pibe de Oro risponde alla chiamata del Commissario Tecnico Alfio “El Coco” Basile con il desiderio di regalare un altro grande trofeo alla nazione sudamericana del Tango.
Il ritorno di Maradona carica l’Argentina dapprima nei Play Off, ai quali era stata relegata, in quanto arrivata alle spalle della Colombia (che l’aveva umiliata a domicilio con una manita ovvero 0-5) nel girone A di Qualificazione sudamericano, contro l’Australia. In quel di Sidney Maradona scende in campo e con un assist ad Abel Balbo porta in vantaggio i platensi. I Canguri poi pareggiano e la partita finisce 1-1. Al ritorno un’autorete di Alex Tobin sancisce la qualificazione di Maradona & C. all’edizione dei mondiali a stelle e strisce.

In definitiva da una parte i bi campioni del mondo, per guadagnarsi il passaporto ad Usa 94 ed evitare così una clamorosa eliminazione, decidono di fare ricorso al proprio calciatore più rappresentativo, dall’altra i massimi vertici del calcio, con i mondiali a rischio flop in termini di audience televisiva, nonostante la ferma volontà di portare in auge il soccer negli Stati Uniti, come in una partita di Poker, decise di giocarsi la carta della presenza al torneo della sua stella più mediatica: un’operazione iniziata, secondo taluni, un paio di anni prima liberando il Pibe dal contratto con il Napoli per farlo accasare nella Liga al Siviglia.

Argentina 1994 un cammino in USA da sogno di un team che gioca bene e segna grazie a un attacco italiano top level formato da Gabriel Omar Batistuta (Fiorentina), Abel Balbo (Roma), Claudio Caniggia (sempre Roma) e appunto Maradona a supporto. Ma la marcia trionfale dura solo un paio di partite, giocate a ottimi livelli, per poi interrompersi davanti a un controllo anti-doping che va in scena dopo la vittoria sulla Nigeria, quando Maradona viene trovato positivo all’efedrina. Il numero 10 dell’albiceleste grida al complotto, a suo dire orchestrato dalla Fifa alla quale peraltro, negli anni non ha lesinato critiche, mentre l’Argentina già qualificata ma perde con la Bulgaria nel girone, per poi essere eliminata agli ottavi di finale dalla Romania di Gheorghe Hagi che si arrenderà poi ai rigori, nei quarti, alla Svezia che a sua volta, sconfitta in semifinale dal Brasile, vincerà la finalina contro la Bulgaria di Hristo Stoičkov. Tante stelle, senza dimenticare un certo Roberto Baggio, che passarono per il firmamento di quel Mondiale nelle file di tante squadre di valore, nessuna delle quali paragonabile, secondo molti analisti, all’Argentina del cosiddetto Diez.

Ecce la cronaca (trionfale) dei primi due match che fecero sognare:

21 giugno 1994 (Boston)
Argentina 4 – Grecia 0 (3 Batistuta e 1 Maradona)

25 giugno 1994 (Boston)
Argentina 2 – Nigeria 1  (2 Caniggia)

In molti gridarono (e gridano) al complotto, sostenendo come l’Argentina desse fastidio e non si potesse permettere che diventasse campione del mondo, soprattutto con Maradona come capitano (senza dimenticare che fu l‘unica volta nella storia del calcio nella quale una infermiera va a cercare un giocatore all’interno del rettangolo di gioco per fargli l’antidoping). Sia come sia, l‘uscita di scena del Pibe fa crollare l’Argentina che non sarà più la stessa…

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