Giochi e giocatori prima uovo o gallina? (parte I)

Giochi e giocatori fra storia, leggenda e letteratura

Giochi e iniziamo con una citazione famosa “Dio non gioca a dadi con l’universo”, affermava Albert Einstein, uno dei più famosi mancini della storia…

Mancini, fantasmi e tastiera III

Giochi e proseguiamo con una citazione (anonima?, spiritosa e che non vuole in alcun modo risultare blasfema): “Dio non gioca a dadi ma bara a poker…”.

Gioco del Poker origini e storia

Ma almeno un dio in terra – o quasi – per la precisione un faraone egiziano, giocava a dama. Su una pergamena risalente al periodo della V dinastia (2465-2328 a. C.) è stata infatti trovata l’immagine del faraone Ramsete III intento a giocare con delle pedine in compagnia di una donna.

E a metà strada fra l’umano e il divino stazionavano anche molti personaggi delle due più conosciute saghe dell’antichità: Iliade e Odissea anche loro legate in qualche modo ai giochi…

E il termine “pessoi” (nel senso di pedine) fu usato per la prima volta proprio da Omero nel citare i pretendenti di Penelope.

Sempre in ambito “troiano” va ricordato che nel museo etrusco-gregoriano dal Vaticano si trova un’anfora del VI secolo a. C. sulla quale sono raffigurati Achille e Ajace alle prese con delle pedine.

Ma giocavano a dama o a scacchi (o magari a un altro gioco)?

Dama internazionale o scacchi? (parte II)

Bella domanda, visto che i due giochi spesso si sovrapposero nel corso dei secoli.

Anzitutto ricordiamo l’origine etimologica: la parola dama proviene dal francese Dame, per derivazione dal latino “Domina”, mentre il gioco più nobile della scacchiera, gli scacchi per l’appunto, prendono il nome dal termine provenzale escac a sua volta “figlio” del persiano Sha, ovvero Re.

Detto questo, l’utilizzo di una base comune, la scacchiera appunto, non aiuta…

E non aiutano a dipanare la matassa neanche vari poemi e canzoni: per esempio una canzone cavalleresca del francese Benois de Saint-Mor del XIV secolo; in una versione inglese del secolo successivo dal titolo “La caduta di Troia” (anche qui troviamo gli echi delle battaglie combattute sulla rocca di Priamo…) viene usato per la prima volta il termine “draughtes”, utilizzato anche in altri poemi con il significato di pedine per l’uso in campo scacchistico, della dama e anche tric-trac (l’antenato del Backgammon).

Tric Trac che passione!

Proprio Bonaparte sembrerebbe smentire questa asserzione, visto che secondo le cronache Napoleone era sì appassionati di scacchi, però il suo livello era mediocre.

Secondo alcune testimonianze, quando giocava Café de la Régence muoveva i pezzi in maniera impulsiva e si infuriava quando perdeva. Agli scacchi (che pare siano stati il suo passatempo preferito sull’Isola di Sant’Elena e le cui regole aveva appreso durante gli studi all’Accademia militare di Parigi) allora preferiva la dama che riteneva tatticamente più semplice.

Tuttavia, forse per l’adulazione che non si nega mai ai potenti, gli furono attribuite anche alcune partite brillanti e da ciò nacque una nomea di valente giocatore del tutto immeritata.

Ben più conosciuto è il generalissimo per il suo solitario con le carte.

Napoleone e le carte: un Solitario fantasma?

E se anche questo gioco lo distraeva durante l’esilio, va ricordato che il gioco con le 52 carte gli faceva compagnia anche durante le sue campagne e, secondo alcune fonti, pare che le strategie di guerra dell’Imperatore dipendessero dall’esito delle “mani” del solitario che è uno tra i più belli in circolazione, visto che la soluzione dipende anche dall’abilità del giocatore.

Da un generale “fatto e finito” a uno stratega militare in pectore: Leonardo da Vinci, che entra “in gioco” riguardo a un nuovo passatempo: il rebus. Il genio toscano ci ha lasciato traccia scritta di otto fogli di rebus “a specchio”, che si devono leggere da destra a sinistra come tutti i suoi scritti.

Proprio con Leonardo gli enigmi si nobilitano e diventano “terreno di conquista” per letterati e poeti di corte.

Gli alberi frattali by Leonardo da Vinci (I)

Fra i tanti che si districarono nel dedalo delle parole e delle lettere, spiccano Giulio Cesare Croce (autore di Bertoldo e Bertoldino) che diede alle stampe “Notte sollazzevole di cento enigmi da indovinare” seguito da “Seconda notte sollazzevole di cento enigmi da indovinare” due veri best seller dell’epoca.

Tra gli autori d’elite compare anche Michelangelo Buonarroti. Non immaginate però a rebus e indovinelli fra una pennellata e l’altra fra le volte della Cappella Visitina. Si trattava infatti di Michelangelo Buonarroti il Giovane, pronipote dello scultore, pittore, architetto e poeta, protagonista del Rinascimento italiano.

(Continua)

Ispirato by Giochi di Alfonso 

Massalia

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