Motoraduno Civenna 1 novembre 2023 le foto

Motoraduno di Civenna l’1 novembre baciati dal tempo

Motoraduno di Civenna il 1 novembre con i centauri che, se non sono stati baciati dal Sole, almeno sono stati risparmiati dalla pioggia che ha lasciato una finestra durata giusto il tempo della celebrazione (in scena da oltre 50 anni) alla quale hanno preso parte tantissimi motard i quali non si sono voluti perdere questo raduno, uno dei più sentiti e amati dagli amanti delle due ruote a motore.

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Motoraduno di Civenna

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Ecce historia…

Ecco la storia del motoraduno dell’1 novembre, organizzato a Civenna presso il monumento dedicato ai motociclisti caduti e il cui primo punto di accoglienza è previsto proprio presso il Santuario del Ghisallo, dove viene deposta una corona floreale e si tiene la benedizione solenne dei centauri che raggiungono questa località da tutta Italia e anche dall’estero. Dopo questa prima sosta (anche ristoratrice) si scende verso l’abitato di Civenna per la seconda parte della kermesse.

Ghisallo e Motoraduno di Civenna (parte I)

Motoraduno di Civenna dell’1 novembre un appuntamento per questo incontro molto speciale che si rinnova dal 1961 ed è organizzato dalla Federazione Motociclistica Italiana in collaborazione con il Motoclub Civenna. Il programma prevede il ritrovo di tutti i partecipanti a Magreglio, presso la già citata chiesa della Madonna del Ghisallo. I motoclub partecipanti alla manifestazione portano i propri gagliardetti all’interno della chiesa per la benedizione. I centauri si spostano poi a Civenna per la Santa Messa, durante la quale vengono ricordati i centauri defunti nel corso dell’anno solare. Prima di entrare in paese Mentre ai partecipanti viene consegnata una medaglia ricordo. Al termine della funzione religiosa motard and friends si spostano in processione al monumento dedicato ai caduti del motociclismo, posto presso i giardini pubblici di Civenna con vista mozzafiato sul Lago di Como.

Star Trek e il Lago di Como

Qui, dopo il saluto delle autorità sportive e politiche e la benedizione del parroco di Civenna si chiude la manifestazione e lo spettacolo incomincia, con migliaia di moto che sciamano lungo le strade della Valassina e i due rami del Lago di Como, unite da un’unica promessa: ritornare l’anno venturo.
Ma proprio in cima al Ghisallo, dove transita tradizionalmente il Giro di Lombardia, la classica delle foglie morte, dal 2006 trova posto, con vista su Lago e monti,

Lario e astronomia

tanto cari al Manzoni (ma non solo ovviamente), il Museo dedicato alle due ruote (ciclistiche). Ma questa è un’altra storia…

Il Museo del Ciclismo Madonna del Ghisallo

Ghisallo e Motoraduno di Civenna rappresentano in un certo senso due facce della stessa medaglia, capace di unire due grandi passioni che hanno in comune le due ruote: ciclismo e motociclismo.
La Madonna del Ghisallo (e naturalmente il Santuario a Lei dedicato) è infatti la protettrice di tutti i ciclisti e motociclisti (agonisti e non).

La Madonna del Ghisallo (III)

Bicicletta e pattini: itinerari per l’estate

Ghisallo e Motoraduno di Civenna la storia vera… Il legame forte e spontaneo fra il santuario e gli sportivi si creò negli anni immediatamente successivi al secondo dopoguerra per iniziativa di un sacerdote che aveva una passione per il ciclismo soltanto seconda a quella fede che l’aveva portato a vestire l’abito talare: don Ermelindo Viganò, milanese di Mediglia dove nacque nel 1906. Don Ermelindo cominciò ad amare la bicicletta quando era vice- rettore del Liceo “De Amicis” di Cantù e portava i ragazzi in giro per l’alta Lombardia a compiere sane gite sulle “due ruote” sullo sfondo del Lago di como.

Arca di Noè sul Lago di Como?

Tra i tanti itinerari c’era anche la salita del Ghisallo, di cui il sacerdote si ricordò quando diventò parroco di Magreglio. Subito pensò di fare della Madonna del Ghisallo la patrona dei corridori ciclisti d’Italia e del Mondo. Papa Pio XII approvò l’idea e benedì il comitato per la creazione della fondazione “Madonna del Ghisallo” composto da molti corridori, campioni e gregari, notabili, politici e amministratori pubblici e presieduto da don Ermelindo. A Castelgandolfo il Papa benedì anche la lampada votiva che, con una lunga serie di staffette, arrivò il 17 ottobre 1948 al Ghisallo. Bartali e Coppi accompagnarono la lampada nell’ultima tappa da Erba al santuario.

Da quel giorno la piccola chiesa accoglie tutti i più importanti cimeli del ciclismo: le biciclette e maglie di Coppi, Bartali e Magni, ma anche di corridori meno noti e le immagini e i ricordi di tutti i ciclisti morti.
Dalle due ruote dei ciclisti a quelle motociclisti il passo è ed è stato breve…

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