Thomas Muster: il tennista che vinse due volte…

Thomas Muster

Thomas Muster: dalle stampelle alla Cima del Mondo

Thomas Muster il tennista che vinse due volte: raccontiamo la storia di questo formidabile atleta che, investito a un passo dal successo, seppe risorgere come l’Araba Fenice, fino a conquistare uno Slam e il primo posto nella classifica ATP.

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Thomas Muster, nasce a Leibnitz (Austria) il 2 ottobre del 1967 e appena ventunenne, in piena ascesa (all’attivo già cinque titoli ATP), nel torneo di Miami, location isola di Key Biscayne, ha appena battuto in semifinale il francese Yannick Noah (5-7, 3-6, 6-3, 6-3, 6-2) uno che aveva conquisto uno Slam (nel 1983 il Roland Garros sconfiggendo in finale Mats Wilander 6-2, 7-5, 7-6). Muster arriva a questa finale, contro Ivan Lendl, che può diventare una sliding door della sua carriera ma quel match non si disputerà: all’uscita dall’impianto infatti, mentre era intento a sistemare l’attrezzatura nel bagagliaio della propria auto, gli piomba addosso a tutta velocità una vettura guidata da un uomo ubriaco; per l’urto viene sbalzato, alcuni metri più in là e così il ginocchio sinistro e la carriera sembrano compromessi; per fortuna così non sarà e, infatti, di lì in poi…

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  • si fa costruire da un falegname una sedia speciale che gli permette di riprendere gli allenamenti anche durante la riabilitazione, ricominciando a giocare da seduto, allenando il busto e il braccio, mantenendo, al contempo, ferma e sollevata da terra la gamba ingessata;
  • rientra nel mese di settembre del 1989, ad appena cinque mesi e mezzo dall’incidente;
  • nel 1990 arriva agli Internazionali d’Italia e conquista il torneo, superando in finale il russo Andrej Chesnokov, un altro terraiolo (6-1, 6-3, 6-1), che lo aveva appena battuto a Montecarlo, oltreché un altro grande del tennis ex sovietico anni ’90 come Alexander Volkov e Andrei Cherkasov;
  • vince il Roland Garros in quel di Parigi (vero e proprio campionato del mondo su terra rossa) nel 1995 (batte in finale Michelino Chang, già vincitore del torneo parigino nel 1989, per 7-5, 6-2, 6-4);
  • sempre nel 1995 si aggiudica 12 tornei e 40 match di fila sulla terra (record superato soltanto anni dopo da Rafael Nadal con le sue 81 vittorie sul rosso) e bissa il successo a Roma contro lo spagnolo Sergi Bruguera per 3-6, 7-6, 6-2, 6-3;
  • e ancora nel 1995 si aggiudica per la seconda volta il torneo di Montecarlo (vinto già nel 1992 contro lo statunitense Aaron Krickstein per 6-3, 6-1, 6-3 e poi nel 1996 contro l’iberico Alberto Costa per 6-3, 5-7, 4-6, 6-3, 6-2) dopo due epiche partite in semifinale contro il nostro Andrea Gaudenzi e nell’atto finale contro il teutonico Boris Bum Bum Becker con il punteggio di 4-6, 5-7, 6-1, 7-6, 6-0;
  • diventa numero 1 del ranking ATP (Association of Tennis Professionals) nei primi mesi del 1996;
  • sempre nel 1996 si laurea di nuovo campione a Roma, battendo in finale l’olandese Richard Krajicek, campione quell’anno sull’erba di Wimbledon (6-2, 6-4, 3-6, 6-3);
  • si aggiudica complessivamente 44 titoli ATP (40 sulla terra rossa); l’ultimo nel 1997, uno dei quattro extra rosso e, neanche a farlo apposta, proprio in quella Miami (not Vice…) dove tutto sembrava essere finito 8 anni prima, superando in finale ancora Sergi Bruguera (7-6, 6-3, 6-1 lo score).

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Thomas Muster si ritira una prima volta nel 1998, dopo altre due finali ATP perse, ovvero sempre 1997 a Cincinnati (USA) contro Pete Sampras (3–6, 4–6) e nel 1998 all’Estoril (Portogallo) contro lo spagnolo Alberto Berasategui (6–3, 1–6, 3–6); viene ricordato come atleta eccezionale, con gambe e fiato da maratoneta, fisico da iron man, solido, resistente con colpi arrotati e martellanti da fondocampo: un tennis non certo bello, il suo, ma consistente.

Detto che la terra era il suo habitat naturale (era stato soprannominato The King of Clay alias il Re della terra rossa) vince però anche quattro titoli sul cemento/sintetico, dove raggiunge anche a livello Slam risultati significativi quali due semifinali agli Australian Open (1989 e 1997) e tre quarti @ US Open (1993, 1994, 1996), mentre a Wimbledon ha giocato solo quattro volte e ha sempre perso all’esordio (il che ne fa l’unico tennista numero 1 del mondo a possedere il più basso risultato in una prova del Grande Slam). Nel 2010, all’età di 42 anni, prova a tornare, con alterna fortuna, nel Tour giocando alcuni tornei Challenger e ATP, grazie a delle wild card: avventura che si conclude, un anno dopo, quando ha appende definitivamente la racchetta al fatidico chiodo.

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