Cielo Mesoamericano e dintorni

Cielo Mesoamericano e dintorni ovvero il cielo prima di Colombo

Cielo Mesoamericano e dintorni: un racconto interessante perché spiegare l’origine del mondo fu per tutti quei popoli fu un’esigenza di fondamentale importanza, poiché consentiva loro di dare un senso a ciò che li circondava.

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Cielo Mesoamericano e dintorni I:
Per gli indiani Irochesi, in principio vi era solo l’acqua. In essa vivevano animali e mostri favolosi.
In alto si estendevano i cieli, popolati da esseri sovrannaturali. Una volta Ataensic, una dea, cadde da un’apertura del mondo celeste sulle acque primordiali e una tartaruga l’accolse sul proprio dorso.
Allora la dea prese un po’ di fango portatole da una rana e da esso, con divino potere, creò il mondo: così lasciò il dorso della tartaruga ed ebbe un luogo dove risiedere.
Secondo la tribù indiana dei Midu, in principio era tutto oscuro e non esisteva che l’acqua. Allora una tartaruga chiese al Creatore del mondo se non potesse crearle un pezzo di terra asciutta, in modo da poter qualche volta uscire dall’acqua. Il Creatore la accontentò, ma la tartaruga fece un ulteriore richiesta, un po’ di luce in modo per poter vedere il paesaggio circostante.
Il creatore le rispose di guardare verso oriente e invitò la propria sorella a fare capolino nel firmamento.
Così iniziò a farsi luce e spuntò il Sole, i cui raggi iniziarono a scaldare il mondo.
E ancora la Tartaruga chiese se non potesse fare altro ed il Creatore chiamò le stelle col proprio nome ed esse fecero capolino nel firmamento.
Per gli indiani Pima, il Dottore Terra creò una termite che crebbe fino ad avere la proporzioni della nostro pianeta. Mentre il Dottor Terra cantava e danzava, il meraviglioso mondo si sviluppava introno a lui. Poi egli creò un cielo per coprirlo: ma la Terra si scosse, si stese e divenne così inadatta per ospitare la vita. E allora il Dottore Terra diede vita un ragno grigio al quale ordinò di filare una tela ai limiti disgiunti della Terra e del cielo. Quando ciò fu fatto, la Terra divenne ferma e solida.

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Cielo Mesoamericano II e dintorni:

Al centro dell’universo dei Navajo vi era l’hogan, la casa di famiglia. Dall’hogan si sviluppava la struttura del cosmo, dove il dio dell’arcobaleno custodiva il cielo, rischiarato dalla Via Lattea, mentre due giovani guerrieri accompagnavano il cammino celeste della Luna e del Sole. Al di sopra del firmamento si trovavano i territori governati dal Grande Vento e dal Tuono.
La Via Lattea, la striscia biancastra che attraversa il cielo ed è formata dalle stelle più lontane della nostra galassia, aveva suscitato la curiosità di tutti i popoli dell’antichità: per gli indiani d’America era il sentiero percorso dalle anime per recarsi nell’aldilà.

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Cielo Mesoamericano III e dintorni:
Passando ai popoli dell’America centrale e meridionale, l’universo era composto dal firmamento, dalla Terra (che costituiva il centro del creato) ed il mondo dell’oltretomba.
Secondo i Maya l’universo inscritto in una grande piramide che poggiava sul dorso di un coccodrillo che le impediva di sprofondare nel mare cosmico. Quattro divinità sostenevano invece il firmamento,
raffigurato come un grande drago a due teste, sul cui corpo trovavano dimora le stelle. Lo spazio fra cielo e terra ospitava il passaggio di Sole, Luna e del brillante pianeta Venere.

Secondo le leggende, i progenitori degli Incas, provenivano da tre caverne molto profonde. Secondo una variante dello stesso mito, gli antenati del popolo andino avrebbero visto la luce dalle profondità
del lago Titicaca che si trova al confine fra Perù e Bolivia. Questa origine misteriosa e divina, faceva sì che il re Incas fosse considerato il figlio del Sole che dominava sull’universo, al centro del quale si trovava il tempio di Cuzco dedicato appunto alla divinità solare. Dal tempio dipanavano i cheques, ossia le linee che lo collegavano ai luoghi sacri dove era venerato il Dio Sole.
Anche gli Incas veneravano la Via Lattea, considerata la figura centrale del cosmo, che si muoveva nel cielo, prima di tuffarsi nell’oltretomba. Fra il firmamento e la Terra si muovevano il Sole e Luna, le cui luci rischiaravano il giorno e la notte.

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