Bora la Strega al vento (parte II)

Bora la Strega

Bora la Strega e un vento terribile

Bora la Strega e una leggenda a colpi di refoli; si narra che tanto tempo fa, il Vento, mentre vagava per il mondo con i suoi figli, approdò a un verde altipiano che scendeva ripido verso il mare.

Bora la strega (non ancora…), che era la più bella e la più amata figlia del Vento, incantata dalla bellezza del paesaggio dell’Alto Mare Adriatico, si allontanò dalla nidiata di Vento e, correndo nel cielo, iniziò spostare le nuvole e far vibrare i rami. Ma a un certo punto si stancò e così entrò in una grotta dove riposava Tergesteo (uno degli Argonauti reduce dalla grande impresa compiuta domando le onde con la mitica Nave di Argo o Argo Navis che dir si voglia). Ma anche una dea non riesce a sopravvivere al fascino e alla bellezza, così Bora si innamorò, ricambiata dal prode e vissero felice e contenti ma… non per sempre, visto che i due vissero felici nella grotta per tre, cinque, sette splendidi giorni.

Bora la Strega e perché solo una settimana di felicità? Detto che il nome Bora deriva da Borea, personificazione del vento del nord nella mitologia greca, si narra che Vento accortosi della fuga dell’amata figlia, si mise tempestosamente a cercarla, fino a quando grazie a una soffiata, in tutti i sensi, trovò il rifugio dei due amanti. Da padre padrone (e molto geloso evidentemente della figlia) grazie alla sua forza scagliò il povero Tergesteo (che avrebbe poi dato il nome alla città di Trieste) contro le pareti della grotta fino a ucciderlo; poi, tutt’altro che placato per l’affronto, lasciò la povera Bora al suo destino. La ragazza, disperata urlava piangeva con una tale forza che ogni sua lacrima si trasformava in pietra.

Presero allora il via i tentativi di consolarla:

  • Madre Natura dal sangue di Tergesteo fece nascere il Sommacco (pianta della famiglia Anacardiacee che allo stato naturale si presenta come un arbusto di 2-3 m. di altezza ndr) che da allora colora di rosso l’autunno sull’altipiano del Carso alle spalle di Trieste.
  • Eolo concesse a Bora di rivivere ogni anno quei tre, cinque, sette giorni (la scansione temprale di cui sopra) d’amore fra le braccia del suo Tergesteo.
  • Nettuno ordinò alle Onde di ricoprire con conchiglie, stelle marine e verdi alghe il corpo dell’eroe affinché diventasse un alto colle, quello alle spalle della città Giuliana sul quale gli uomini fondarono prima un villaggio e poi una città dove ancora oggi la Bora soffia sovrana (detta chiara se è fra le braccia del suo amore, scura se si sta preparando a incontrarlo).

Bora la Strega (un’altra leggenda): secondo un altro racconto Bora anziché una divinità minora del pantheon greco o romano, è una terribile strega che vive nelle caverne del Carso (e delle Alpi Dinariche) dove si nasconde alla vista degli uomini. Ma si fa sentire… in tutti i sensi, visto che durante l’inverno, esce furiosamente dal suo rifugio e sparge vento e tempesta; accompagnata dal figlio, tale Borino, si lancia verso il mare e, con i suoi refoli violenti e gelidi, sradica e solleva tutto ciò che incontra lungo il suo cammino. Gli uomini, per placarla, o quanto meno limitarne la forza, tentano di imprigionarla chiudendo la grotta dove vive con grosse pietre ma, ogni volta sempre con maggior forza esce e, prorompe fino al mare Adriatico e al litorale natio di Ruggiero Boscovich e Niccolò Tommaseo.
Il suo rapporto con l’Adriatico e Trieste, in particolare, è confermato da un antico detto dei vecchi della Venezia Giulia secondo il quale: la Bora nasce a Segna (località dalmata a sud di Fiume ndr), si sposa a Fiume e muore a Trieste.
O ancora: la Bora nasce in Dalmazia, si scatena a Trieste e muore a Venezia (la patria de Il Carnevale più famoso del Globo Terracqueo ndr).
(Fine?)

La Bora il vento della strega (parte I)

La Nave di Argo (parte I)

Nave di Argo la mitica (parte II)

Alpi Dinariche carta d’identità

Solstizio di inverno 22 dicembre

Boscovich un dalmata sulla Luna

Tommaseo un dalmata maestro d’Italiano

Venezia e il Carnevale (parte I)

Il Carnevale di Venezia (parte II)

Fonti

https://www.discover-trieste.it/Cose-da-fare/We-are-Trieste/Curiosit%C3%A0-leggende/leggenda-bora

https://mementosolonico.blogspot.com/2011/03/la-leggenda-della-bora-il-fortissimo.html

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