Botti di Capodanno cui prosunt?

Botti di Capodanno

Botti di Capodanno che cosa rimane?

Botti di Capodanno un fenomeno di costume legato alle feste che ha però effetti pesantissimi su salute, animali e ambiente, vedi 6 tonnellate di rifiuti…

Botti di Capodanno i numeri e l’allarme o meglio gli allarmi:

  • nella notte di San Silvestro, tra il 2012 e il 2022 si sono registrati in Italia 6 morti e 3.040 feriti gravi, causa petardi e fuochi d’artificio (dati ufficiali del Dipartimento della Pubblica Sicurezza ndr);
  • si stima siano circa 5 mila gli animali, tra domestici e selvatici, che perdono la vita per cause dirette e indirette riconducibili a petardi ed esplodenti (circa l’80% sono selvatici, soprattutto uccelli, anche rapaci che,  spaventati, perdono il senso dell’orientamento in cielo e fuggono istintivamente rischiando di colpire ostacoli causa scarsa visibilità); altri, invece, abbandonano il loro dormitorio invernale (alberi, siepi o tetti), vagano al buio e, non trovando rifugi, rischiano di morire di freddo, anche a causa dell’improvviso e inaspettato dispendio energeticoin una stagione caratterizzata dalla scarsità di cibo che ne riduce, di conseguenza, l’autonomia);
  • molte specie, anche protette, sono estremamente sensibili al disturbo acustico (oltre ai sopra citati volatili, volpi, pipistrelli e altri piccoli e grandi mammiferi);
  • nei gatti e soprattutto nei cani il botto crea stress e spavento tanto da indurli a fuggire, visto che la loro soglia uditiva infinitamente più sensibile di quella umana;
  • negli animali d’allevamento (vedi mucche, cavalli e conigli), le conseguenze delle esplosioni possono provocare addirittura l’aborto per trauma da spavento;
  • da registrare un’impennata dell’inquinamento dell’aria; infatti, se durante tutto l’anno i fuochi d’artificio sono responsabili di circa il 6% di PM10 presente nelle città italiane, nella sola notte di Capodanno le polveri sottili registrano un incremento astronomico (+1900% rispetto ai valori massimi di legge);
  • petardi ed esplodenti, oltre alle polveri sottili, rilasciano in atmosfera parecchie diossine, ovvero sostanze potenzialmente cancerogene che possono poi ricadere al suolo sotto forma di pioggia acida, inquinando terreni, coltivazioni, laghi, fiumi e persino faldeacquifere, senza considerare, in assenza di precipitazioni, possibili incendi di boschi e aree verdi;
  • sul versante rifiuti da segnalare il deposito di circa 60.000 involucri (pari a circa 6 tonnellate) fra botti e fuochi esplosi che rimangono, secondo alcune stime, nelle strade e nelle piazze delle nostre città; tra l’altro sono difficili da differenziare perché composti per il 70% da cartone, plastica, legno o argilla con un restante 30% di polvere pirotecnica (in massima parte nitrato di potassio, zolfo e carbone, con aggiunta di metalli pesanti, magnesio e rame) ai quali vanno aggiunti i botti detonati in mare con tutte le conseguenze del caso; per esempio l’alluminio, a contatto con l’acqua salata, può modificarsi e rilasciare sostanze nocive, senza dimenticare la già sopra citata plastica, vera e propria Spada di Damocle per la biodiversità.

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