Cerere il 1° gennaio avvenne

Cerere

Cerere il 1° gennaio 1801 e il primo asteroide

Cerere, Padre Piazzi, il primo asteroide oggi diventato pianeta nano: una storia da raccontare lunga due secoli e andata in scena nel giorno di Capodanno tanto tempo fa (222 years ago).
L’astronomo Giuseppe Piazzi nacque a Ponte di Valtellina (Sondrio) nel 1746, frequentò le scuole superiori a Como, nel 1765, a Milano, fece i voti per entrare nell’ordine religioso dei Teatini, mentre a Roma, nel 1769, fu ordinato sacerdote.
Dopo aver insegnato in molte università, nel 1781, ottenne la cattedra di matematica superiore all’accademia degli studi di Palermo, mentre in quel periodo l’Inghilterra stava vivendo al rivoluzione industriale, senza dimenticare gli ulteriori sconvolgimenti che facevano sussultare altri paesi dell’Europa.
Anche l’allora re di Napoli, Ferdinando IV, voleva che il regno delle due Sicilie fosse in campo scientifico al passo coi tempi e così appoggiò la proposta che il suo viceré di Sicilia, Francesco Caramanico, di costituire a Palermo una cattedra speciale di astronomia e di costruire un nuovo osservatorio astronomico.

Nel 1787 venne nominato direttore dell’osservatorio Padre Piazzi e, fra le clausole per la sua nomina vi era però l’impegno a recarsi per due anni a Parigi e Londra, per apprendervi i metodi di lavoro dei più famosi astronomi e anche le tecniche per costruire nuovi strumenti osservativi.
Fra i personaggi che Piazzi conobbe in quei due anni vi furono Lagrange, Lalande e William Herschel, scopritore del pianeta Urano nonché tra i migliori costruttori di strumenti astronomici.

Frattanto veniva completata la costruzione dell’osservatorio dal quale l’astronomo iniziò le proprie ricerche, a partire dai primi mesi del 1791. Il lavoro di Piazzi fu, all’inizio, mirato alla misurazione delle posizioni stellari già note, per ottenere dati più precisi. Poi si dedicò alla misurazione di stelle non ancora catalogate. Fu un lavoro che effettuò grazie all’assidua collaborazione del suo assistente Nicola Cacciatore. Dopo 10 anni di ricerche diede alle stampe, nel 1803, il proprio catalogo che segnalava la posizione di 6748 stelle.
Tra le opere del grande astronomo vanno anche segnalati due volumi intitolati Lezioni di astronomia (pubblicati nel 1817) e la storia celeste dell’osservatorio di Palermo che non fu però pubblicata per motivi finanziari. Fu poi data alle stampe, nel 1845, dopo la morte dell’astronomo, a spese del overno austriaco, e inserito negli annali dell’osservatorio di Vienna.
Nel 1817, per ordine di re Ferdinando di Borbone, l’astronomo valtellinese fu nominato sovrintendente alla costruzione dell’osservatorio di Capodimonte e poi direttore generale degli osservatori di Napoli e della Sicilia.
Il suo nome, nella storia dell’astronomia, è comunque legato alla scoperta del primo pianetino, uno fra le migliaia di corpi celesti che si trovano nella zona compresa fra le orbite di Giove e Marte e conosciuta come fascia degli asteroidi. Alla fine del secolo XVIII, gli astronomi erano molto incuriositi dalla mancata presenza di un corpo celeste fra questi ultimi due pianeti. In quegli anni, in particolare, la legge di Titius-Bode (dal cognome dei due astronomi tedeschi che l’avevano elaborata) prevedeva una precisa successione matematica per calcolare le orbite dei diversi pianeti del Sistema Solare. Una legge che era stata apparentemente confermata dalla presenza di Urano, ma restava l’enigma nella zona fra Giove e Marte, dove non si segnalava la presenza di alcun corpo celeste. Partì così la caccia lungo al fascia dello Zodiaco, al centro della quale si trova l’eclittica, che rappresenta la proiezione in cielo del piano del Sistema Solare lungo il quale orbitano tutti i
corpi celesti del sistema stesso.
La notte del 1° gennaio 1801 (pertanto nel primo giorno del XIX secolo) Padre Piazzi stava effettuando una verifica sulla posizione delle stelle che si trovavano sul catalogo dell’astronomo francese Lacaille. Una stella, quella sera, comparve nel suo telescopio, nella costellazione zodiacale del Toro: un astro non registrato nel catalogo dell’astronomo transalpino. La stella non attirò immediatamente la sua attenzione, al contrario della sera successiva, quando si accorse di un suo leggero spostamento. Dapprima
pensò di aver sbagliato le proprie misurazioni, ma i suoi dubbi svanirono la notte successiva, quando osservò un suo ulteriore spostamento.
Piazzi continuò le proprie osservazioni, che confermarono la natura nuova dell’oggetto osservato e diede notizia della propria scoperta il 24 gennaio e decise di assegnare al nuovo corpo celeste il nome di Cerere (la greca Demetra), che era protettrice della Sicilia, l’isola dalla quale osservò il primo asteroide della storia.
Dopo la scoperta di Cerere (che ha un diametro fra i 900 e i 1000 km), si susseguirono nel tempo le scoperte di questi oggetti dalla forma irregolare, la cui origine si deve alla grande forza gravitazionale di Giove che impedì l’aggregazione del materiale presente in quella zona della nube gassosa che diede origine al il Sistema Solare. Anziché in un pianeta, quindi, la materia si aggregò in questi corpi dalla forma irregolare:

  • nel 1802 Olbers scoprì il pianetino Pallade;
  • nel 1804 Harding osservò per primo Giunone;
  • nel 1807 fu scoperto Vesta, ancora da parte di Olbers;
  • a seguire ne sono già stati numerati e catalogati oltre 600 000 asteroidi (probabilmente altre centinaia di migliaia se no non addirittura oltre il milione secondo alcune stime) attendono ancora di essere scoperti.

Dopo la Rivoluzione Copernicana del nostro Sistema Solare, targata 2006, insieme a Plutone Cerere è stato riclassificato Pianeta Nano in quanto presenta le seguenti quattro caratteristiche (nell’elenco/catalogo stilato dalla IAU alias International Astronomical Union ovvero Unione Astronomica Internazionale rientrano anche Haumea, Makemake ed Eris ndr).

  • essere un corpo celeste di tipo planetario orbitante attorno a una stella;
  • non essere quindi un satellite;
  • avere una massa sufficiente a conferirgli una forma quasi sferica;
  • non essere stato in grado di “ripulire o sgomberare ” la propria fascia orbitale da altri oggetti di dimensioni confrontabili

Detto che dalla Terra appare come un oggetto stellare la cui magnitudine varia tra 6,7 e 9,3, quindi troppo debole per essere osservato a occhio nudo, il 27 settembre 2007 la NASA (vedi Apollo et Space Shuttle) ha lanciato la missione Dawn che ha visitato la sopra citata Vesta, nel biennio 2011–2012, per entrare in orbita attorno a Cerere il 6 marzo 2015 e mandarci le prime immagini ravvicinate.

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