Befana carta d’Identità (parte II)

Befana

Befana un’altra storia…

Befana che verrà anche di notte, ovviamente con le scarpe tutte rotte, sarà anche la protagonista della celeberrima canzoncina, strofetta, cantilena etc ma è una festa dalle origini antiche ancorché pagane: vediamole insieme.

Detto che Befana, corruzione lessicale di Epifania, è una figura nota in tutta Italia (molto meno nel resto del Globo ndr) sarebbe una donna molto anziana in visita nella notte tra il 5 gennaio e il 6 ai bimbi – una specie di Santa Lucia post Natale (m)  e capace, grazie alla sua scopa, di raggiungere ogni casa, colmando le calze lasciate appese al camino o vicino a una finestra: si tratta di una sorta di magia, che tanti bimbi attendono con emozione e la cui origine fu probabilmente connessa a un insieme di riti propiziatori pagani, risalenti pare al X-VI secolo a.C. e legati ai cicli stagionali all’agricoltura che gli antichi Romani ereditarono associandoli al calendario romano; così avvenne che: la dodicesima notte dopo il Solstizio d’Inverno, la giornata del Sol Invictus, nella quale si celebrava la morte e la rinascita attraverso Madre Natura e leggende e credenze volevano che in questa notte e nelle undici precedenti delle figure femminili volassero sui campi coltivati, per propiziare la fertilità dei futuri raccolti (celebrazioni con echi e assonanze celtiche, vedi Samhain, Beltane and last but not least Halloween); probabilmente nacque da qui la figura della Befana e, da una parte nel IV d.C. la Chiesa di Roma comincia a condannare tutti i ridi e le credenze pagane, l’antica figura sopra citata venne gradualmente accettata nel Cattolicesimo, come simbologia del dualismo fra bene e male senza contare che si coniugava perfettamente con la tradizione dei doni portati dai Re Magi a Gesù Bambino, per confluire definitivamente nella festività cristiana che rappresenta la manifestazione di Gesù come Dio, con l’adorazione per l’appunto dei Magi e annesse Cometa, Stella di Natale o congiunzione Giove-Saturno

Befana che quindi arriva quindi ai giorni nostri, come festa trasformista (anticipataria in un certo senso della Giubiana o Giobba), capace di attraversare tempo, religioni e addirittura politica: non va dimenticato, infatti, che nel 1928 il Regime Fascista introdusse la Befana Fascista: una festività che prevedeva la distribuzione dei regali ai bambini meno fortunati.

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