Dinosauri il popolo delle stelle

Dinosauri

Dinosauri popolo delle stelle e della Terra

Dinosauri popolo delle stelle e per meglio comprendere questo rapporto, o meglio ancora, prima di tutto, la loro presenza nell’immaginario collettivo di noi umani, partiamo dal cinema e dalle pellicole dedicate a questi lucertoloni.
Dinosauri popolo delle stelle ecco alcune pellicole incriminate o meglio serie cinematografiche o televisive: il primo riferimento è targato Flinstones, alias divertenti cartoni animati di Hanna e Barbera dedicati ad un’inverosimile vita di una famiglia di cavernicoli che potevano disporre di tutti gli strumenti tecnologici dell’epoca attuale anche se rigorosamente realizzati in pietra. Ed il cagnolino dei Flinstones, che in un film uscito sugli schermi a inizio anni 2000, impegnati nella versione giurassica di Las Vegas, ovvero Rock Vegas, è un simpatico dinosauro chiamato naturalmente Dino.
Il secondo rifermento è naturalmente legata ai Dinosauri resuscitati grazie all’ingegneria genetica, vedi “Jurassic Park”, “Il Mondo Perduto”, “Jurassic Park III”, “Jurassic World, Jurassic World – Il regno distrutto”, “Jurassic World – Il dominio” che, partendo da Steven Spielberg e attraverso vari registi, e prendendo le mosse dalla penna di Michael Chricton, è arrivato alla puntata numero sei, recentemente uscito nelle sale (con incassi, of course record)…
E dopo varie vicissitudini, grazie a un putsch animalista, ci narra di un inquietante futuro dove uomo e Dinosauri convivono in un futuro tutto da scrivere e scoprire (ça va sans dire, forse, in una prossima pellicola…).
Il terzo capitolo è una puntata della serie Star Trek Voyager ha mostrato una razza evolutasi da una particolare specie di Dinosauri fuggita poco prima dell’estinzione di massa che mise fine al loro dominio sul nostro pianeta, in un angolo remoto della Via Lattea. E l’equipaggio dell’astronave Voyager, nella moderna Odissea che sta vivendo per ritornare sulla Terra, si imbatte in questi nostri lontani cugini.
La puntata della serie iniziata negli anni ’60 del secolo scorso i intitola… e fornisce lo spunto a interessanti riflessioni: molti studiosi sostengono infatti che, se non si fossero estinti, i Dinosauri si sarebbero evoluti fino a diventare bipedi e dominerebbero oggi il “pianeta azzurro” che invece avrebbero lasciato libero alla nostra specie che l’avrebbe via via colonizzato.
Ma vita, morte e miracoli dei Dinosauri sembrano sempre più legati all’astronomia. Vediamo il perché…

Dinosauri e Stelle corsi e ricorsi

Dinosauri e Stelle una storia cinematografica:  l’arrivo dei Dinosauri
Una grande catastrofe cosmica spianò infatti la strada allo sviluppo dei Dinosauri. La conferma di questa teoria giunge dalla località di “Woodleigh”, sulla costa ovest dell’Australia.
L’impronta di un cratere, largo 120 chilometri e coperto da un centinaio di metri di suolo, è ciò che resta del terribile impatto di un bolide celeste, un asteroide o una cometa.
La conseguenza di questo avvenimento fu la peggiore estinzione di massa delle specie allora viventi sul pianeta. Ma il drammatico episodio ebbe anche un risvolto positivo poiché lo sconvolgimento ambientale che ne seguì creò le condizioni perché la vita potesse evolvere meglio.
L’impatto, secondo gli studi effettuati dai geologi sul sito, deve essere avvenuto tra i 280 e 250 milioni di anni fa. I paleontologi già sapevano che in questo periodo erano avvenute due grandi estinzioni. Almeno una di queste sarebbe legata al cratere ora identificato poiché le conseguenze generate dall’impatto furono sicuramente tali da provocare un vero e proprio cataclisma ambientale. La montagna di polveri e detriti sollevata dall’esplosione, valutabile in milioni di tonnellate, deve infatti aver sconvolto l’atmosfera ed innescato disastrose alterazioni climatiche, con la conseguente scomparsa del 90% delle specie viventi. Tra queste i trilobiti, i temibili predatori del mare, centinaia di altri invertebrati marini, oltre agli insetti ed ai primi rettili presenti sulla Terra. Ma l’evento cosmico ebbe anche risvolti positivi: proprio queste due grandi estinzioni finirono per imprimere una svolta all’evoluzione biologica e crearono così le condizioni per lo sviluppo dei Dinosauri e aprirono anche nuove nicchie biologiche nelle si svilupparono i lontani progenitori dell’uomo.
Il sita da impatto australiano è il quarto di maggiori dimensioni finora ritrovato sulla superficie del nostro pianeta: il più grande è in Sud Africa – diametro di 296 chilometri – il secondo – 248 km – è a Sudbury, in Canada, seguito dal cratere di “Chicxulub”, in Messico che probabilmente firmò la sentenza di morte dei Dinosauri.

La fine dei Dinosauri
Adagiate sui fondali dell’oceano Atlantico giacciono, secondo gli scienziati, le prove definitive di una delle ipotesi formulate sull’estinzione dei Dinosauri. Questa sarebbe avvenuta a causa del devastante impatto di un enorme asteroide sulla superficie terrestre, 65 milioni di anni fa.
Gli studiosi hanno indagato al largo delle coste della Florida e trovato i fossili di molti animali che vivevano nel mare poco prima dell’impatto dell’asteroide. Gli strati successivi presenterebbero residui vetrosi, originati dalla fusione delle rocce per l’energia rilasciata dall’asteroide, oltre ad un sottile strato di colore bruno, che conterrebbe i frammenti dell’asteroide, dove abbonda l’iridio, metallo che abbonda nei pianetini, posti fra le orbite di Marte e Giove.
Immediatamente sopra lo strato dell’asteroide è stata identificata una fascia di argilla grigia spessa 5 centimetri, in cui risiedono le tracce di un mondo quasi morto: i fossili degli animali sopravvissuti all’impatto, che rimasero da soli per un periodo di 5000 anni. Il luogo in cui l’asteroide si schiantò al suolo è l’odierno Golfo del Messico. Il catastrofico maremoto, seguito all’impatto, sollevò ondate così grandi da scavalcare tutta la Florida. La prima formulazione della teoria sulla scomparsa dei Dinosauri, in conseguenza dell’impatto di un corpo celeste, era avvenuta all’inizio degli anni ’80.
Le prove raccolte sul fondo dell’Atlantico sono tale da giustificare la scomparsa di quasi ogni forma di vita: il corpo celeste aveva infatti un diametro che si aggirava tra i 10 ed i 20 chilometri e la velocità d’impatto è stata stimata in alcune migliaia di chilometri all’ora.
Lo schianto produsse una potenza superiore a quella di tutte le testate nucleari presenti oggi sul nostro pianeta.

La fine dei Dinosauri Ipotesi Nemesis
Alcuni studiosi hanno giustificato le estinzioni di massa avvenute negli ultimi 250 milioni di anni, con una cadenza più o meno regolari ogni 26 milioni di anni circa.
Anziché meteoriti, si abbatterebbero sulla Terra interi sciami di comete: l’ipotesi presuppone che, a 2.4 anni luce dalla Terra, si trovi Nemesis, una stella “nana rossa” ancora non osservata, legata gravitazionalmente al nostro Sole. Con una ricorrenza di circa 26 milioni di anni, Nemesis si avvicinerebbe al nostro Sistema Solare provocando numerose alterazioni nell’orbita di blocchi di ghiaccio e polveri – comete in incubazione e in attesa di iniziare il loro viaggio verso il Sole – che compongono la nube di Oort, “la madre di tutte le comete” posta ai confini estremi del nostro Sistema Solare. Il passaggio di questa stella invisibile provocherebbe la “caduta” verso il Sole di circa 2 miliardi di questi corpi, trasformati dal vento solare in suggestive comete. Statisticamente, nell’arco di un milioni di anni, una ventina di esse dovrebbe entrare in rotta di collisione con la Terra, provocando le citate estinzioni su larga scala.

Pleo un social network per Dinosauri

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