Ignazio di Loyola 31 luglio la celebrazione

Ignazio di Loyola

Ignazio di Loyola e la Compagnia di Gesù

Ignazio di Loyola il papà dei Gesuiti: in data 31 luglio la Chiesa celebra questo santo dalla vita tanto avventurosa quanto fondamentale per la sua storia, vediamola insieme.

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Ignazio di Loyola la fase turbolenta della vita

Ignazio di Loyola alias Íñigo López de Loyola nasce a Loyola, comprensorio municipale di Azpeitia, nella provincia basca di Guipúzcoa, il 23 ottobre 1491; figlio cadetto ha la via tracciata verso la vita sacerdotale ma le sue aspirazioni sono ben diverse, ovvero diventare cavaliere; così suo papà lo invia in Castiglia, alla corte di don Juan Velazquez de Cuellar, ministro del re Ferdinando il Cattolico (dove si comporta da vero play boy ante litteram), da dove poi si trasferisce presso don Antonio Manrique, duca di Najera e viceré di Navarra, sotto le cui insegne combatte per difendere il castello di Pamplona, assediato dai francesi e dove un terribile destino lo attende: ferito da una palla di cannone, rimane zoppo per tutta la vita, dovendo così abbandonare ogni velleità cavalleresca.

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Ignazio di Loyola la fase meditativa della vita

Ignazio di Loyola (rectius il futuro Ignazio come vedremo ultra) durante la lunga convalescenza legge molto, in particolare la Leggenda Aurea di Jacopo da Varagine e la Vita di Cristo di Lodolfo Cartusiano; appena rimessosi in moto, parte per un pellegrinaggio in Terra Santa, fa tappa al santuario di Montserrat (Catalogna ndr), dove fa voto di castità e scambia le sue ricche vesti con quelle di un mendicante, per dirigersi poi alla volta di Barcellona, da dove pianifica di imbarcarsi per l’Italia; il capoluogo catalano è però in preda a una epidemia di peste e così fa tappa a Manresa a una cinquantina di chilometri dal porto; durante questa sosta forzata, si concede un lungo periodo di meditazione e isolamento, nel quale scrive una serie di consigli e riflessioni che, rielaborati in seguito, costituiranno la base degli Esercizi Spirituali della futura Compagnia di Gesù.

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Ignazio di Loyola la fase nomade della vita

Ignazio di Loyola giunge finalmente in Terra Santa con l’intenzione di ivi stabilirsi, ma il superiore dei Francescani glielo impedisce, adducendo come motivazione le sue conoscenze teologiche insufficienti; allora torna in Europa, per intraprendere studi di grammatica, filosofia e teologia, prima a Salamanca e poi a Parigi, dove cambia il suo nome in Ignazio, in omaggio al Santo di Antiochia di cui ammirava l’amore per Cristo e l’obbedienza alla Chiesa; nella futura Ville Lumiere inoltre conosce quelli che sarebbero divenuti i suoi primi compagni, fa con loro voto di povertà e si presenta al Papa per obbedire ai suoi ordini.

Ignazio di Loyola la fase organizzativa della vita

Il Pontefice (Paolo III ndr) nel 1538, dà l’approvazione canonica alla Compagnia di Gesù da subito animata da zelo missionario: i cosiddetti Preti Pellegrini o Riformati (solo in seguito assumeranno il nome di Gesuiti ndr) sono inviati in tutta Europa, in seguito in Asia e infine nel resto del mondo, portando ovunque il loro carisma di povertà, carità e obbedienza assoluta alla volontà del Papa. Tra gli obiettivi del fondatore la preparazione culturale e teologica dei giovani, per organizzare la quale il già Íñigo dà vita a un corpo di docenti, fonda diversi collegi che negli anni finiranno per acquistare fama internazionale, grazie all’altissimo livello scientifico raggiunto dagli insegnamenti impartiti e dagli insegnanti.

Ignazio di Loyola fino alla fine al servizio degli altri

Mentre i Gesuiti, come accennato, raggiungono ogni angolo dell’Orbe Terracqueo, lui rimane a Roma per coordinare le attività della Compagnia e occuparsi dei meno fortunati (poveri, orfani e ammalati), continuando nella sua opera instancabilmente fino alla fine; debilitato da vari problemi di salute, passa a miglior vita nel 1556, in data 31 luglio, che così diventa il suo dies natalis. Ma il seme era gettato così i Gesuiti diventeranno una vera e propria potenza spirituale e non solo… ma di questo parleremo in un’altra occasione.

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