San Petronio festa il 4 ottobre a Bologna

San Petronio

San Petronio a Bologna il 4 ottobre

San Petronio la celebrazione va in scena a Bologna, la Dotta, città della quale è patrono, in data 4 ottobre, con un curioso accavallamento con quella di San Francesco patrono di tutta Italia, la Patria del Tricolore.

San Petronio, rectius Petronio, chi era costui? Detto come secondo una fonte fosse addirittura cognato di Teodosio II (Imperatore Romano d’Oriente dal 408 al 450, nato e morto a Costantinopoli rispettivamente il 10 aprile 401 e il 28 luglio 450), non appena divenuto vescovo della città felsinea, l’avrebbe ricostruita dopo la presunta distruzione ordinata da Teodosio I (più precisamente Flavio Teodosio Augusto), ultimo imperatore dell’impero romano prima della separazione tra Impero Romano d’Occidente e Impero Romano d’Oriente (avvenuta per la precisione alla sua morte nel 395 d. C.).

San Petronio (meglio il futuro Santo), secondo altre fonti, sarebbe stato invece discendente della famiglia consolare Petronia: nato in Spagna avrebbe poi abitato in Gallia e quivi ricoperto alte cariche civili prima della conversione; ordinato sacerdote dal vescovo di Milano, per i motivi che vedremo oltre, città del Carnevale Ambrosiano, intorno al 421, fu l’ottavo Vescovo di Bologna in un periodo difficile della storia d’Italia, causa rovine, lutti e ribaltoni creati dalle invasioni barbariche in una parte dell’Impero avviato mestamente alla sua fine (occorsa nel 476 d.C. ndr).

San Petronio, verso il quale i fedeli di Bologna hanno una grande devozione (al punto di essere comunemente indicati come Petroniani), affiancò l’opera di San Ambrogio (Bologna era allora, rispetto a Milano Diocesi suffraganea, ovvero Diocesi o Arcidiocesi retta da un vescovo suffraganeo e legata a una sede metropolitana, guidata da un arcivescovo) che nell’attuale Capoluogo dell’Emilia Romagna consacrò diverse chiese, tra le quali quella dei Martiri Vitale e Agricola, costruendo altri edifici sacri e facendo nascere il complesso di monumenti denominato le sette chiese (circondate da un intero quartiere eretto a immagine e somiglianza di Gerusalemme e dei suoi santuari); ma al sacro affiancò, se così si può dire, il profano e così aveva fatto allargare e rinforzato la cerchia delle mura cittadine e, dopo la sua morte, avvenuta verso il 480, le sue reliquie  vennero onorate costruendovi sopra una chiesa che divenne poi una delle più grandi e più belle della cristianità, ovvero la Basilica di San Petronio.

San Petronio (la cui etimologia significa originario di luogo pietroso, dal latino), l’Inferno e Maometto: proprio la sopra citata basilica negli ultimi anni, in particolare dopo l’attentato dell’11 settembre, è stata messa sotto la lente di ingrandimento per quanto riguarda l’ordine pubblico, vediamo il perché.
All’interno della Cappella dei Re Magi, compare un raffigurazione del profeta Maometto all’Inferno di Dante Alighieri (che lo aveva posto nel Cerchio VIII insieme ai cosiddetti seminatori di discordie), al quale si è ispirato l’autore degli affreschi, Giovanni da Modena che, all’inizio del XV secolo, dipinse gli episodi della vita di San Petronio; e, nella sezione bassa del Giudizio Universale, compare una grande figura di Lucifero e il profeta Maometto avvolto dalle fiamme.

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