Ofiuco la costellazione del Serpentario

OfiucoOfiuco avo di Ippocrate e della medicina?

Ofiuco, alias Esculapio, Asclepio, rappresenta in cielo il progenitore di Ippocrate, della scienza medica e anche, in un certo senso dell’Ippocrasso. Ofiuco è in realtà il nome della costellazione intimamente connessa con quella del Serpente che lo avvolge fra le sue spire, in una lotta senza fine che lo affaticherà per l’eternità (e Ofiuco, in greco, significa non a caso l’affaticato).

Ofiuco, vediamo la sua storia e o leggenda: per gli abitanti della penisola ellenica rappresentava la figura del leggendario guaritore Esculapio (o Asclepio), considerato progenitore di Ippocrate il più celebre medico dell’antichità nonché, pare, ideatore dell’Ippocrasso, vino speziato e medicamentoso. Il simbolo di Esculapio è il caduceo (il bastone con due serpenti avvinghiati che possono essere facilmente identificati con la costellazione sopra citata), la rappresentazione universale della medicina.

Ofiuco una nascita travagliata: il futuro medico era infatti figlio di Apollo e Coronide (anche se taluni sostengono che la madre fosse Arsinoe). La bella Coronide però era segretamente innamorata di un mortale chiamato Ischide e fu sorpresa a giacere con lui, nonostante portasse in grembo il figlio del dio della profezia. La notizia del tradimento fu portata al dio da un corvo (anch’egli presente in cielo sotto forma di costellazione – Il Corvo) e Apollo (il Dio Sole e auriga del celebre carro solare il cui controllo fu perso da Fetonte che non seppe guidare il primo veicolo solare della storia…), in un impeto di rabbia, andò alla ricerca dell’amata e la trafisse con una freccia, uccidendola. Secondo una variante della leggenda fu Diana, sorella gemella di Apollo, che su invito del fratello scaricò un’intera faretra di frecce contro Coronide. Quando il corpo della donna fu sulla pira funeraria, Apollo si pentì di aver provocato al sua morte, ma orami era tardi per poterla salvare. Il dio, allora, salvò il figlio che Coronide portava in grembo, affidandolo alle cure del centauro Chirone(anch’egli presente in cielo sotto forma di costellazione – Il Centauro). Secondo una variante della leggenda fu il Dio Mercurio, quello di Messenger, con una delle sue tipiche sortite fulminee, a portare via dal ventre della madre il figlio non ancora nato.

Ofiuco la storia continua: grazie ai consigli di Chirone, Esculapio divenne un grande cacciatore, ma, soprattutto, un grande medico che divenne celebre in tutta la Grecia. Le cose si complicarono, però, quando la Dea Atena gli donò il sangue di Medusa la Gorgone, sgorgato dalle vene della gamba destra del mostro che aveva il potere di far risorgere i morti, mentre quello fuoriuscito dalla gamba sinistra era un veleno mortale per chiunque lo toccasse. Un’altra variante di questa leggenda riguardante i segreti dell’immortalità, si ricollega alla già citata costellazione del Serpente. Una delle resurrezioni più celebri viene narrata a proposito di Ippolito, figlio dell’eroe Teseo, che morì cadendo dal suo carro. Esculapio gli toccò per tre volte il torace, dell’erede di Teseo, pronunciando una formula magica che lo riportò in vita.

Queste sue grandi capacità segnarono però la sua condanna, in quanto Plutone, re degli Inferi, si rese conto che, se le tecniche del famoso medico fossero divenute di pubblico dominio, nessuno avrebbe più visitato il suo regno. Così chiese aiuto al fratello Giove che abbatté Esculapio con una delle sue folgori. Apollo, allora, come rappresaglia per la morte del figlio, uccise tre dei Ciclopi che forgiavano le folgori per il padre degli dei. Giove, preoccupato dall’idea di perdere i suoi artigiani così preziosi, cercò di calmare il figlio Apollo, portando il nipote fra le stelle, dando vita alla costellazione di Ofiuco.

Detto che da taluni autori era identificato anche con Laocoonte, il sacerdote di Apollo che lotta contro il serpente nel celebre episodio dell’Iliade di Omero, i Romani, quelli che Le Idi di Marzo… conoscevano queste stelle come il serpentario, e colui che tiene il serpente.

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Immagine tratta da Wikipedia

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