PizzAut storie di pizza inclusiva

PizzAut

PizzAut storia di una pizza 100% inclusiva

PizzAut è una storia straordinaria capace di coniugare pizza e autismo, per superare tutte le barriere con un dolce retrogusto di mozzarella e pomodoro.

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PizzAut è sinonimo (anche) di Nico Acampora che, nato a Napoli arriva a Cernusco sul Naviglio (non lontano da Milano oltreché città natale dell’indimenticato Gaetano Scirea), dove svolge la sua attività professionale come educatore, occupandosi di politiche giovanili (con una particolare attenzione agli adolescenti e alla prevenzione) ma anche disabilità, argomento che entra nella sua vita nel 2010, quando al secondogenito viene diagnosticato la sindrome da autismo.

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PizzAut in un certo senso prende le prime mosse da uno degli appuntamenti più tradizionali nella vita delle famiglie italiane e non, ovvero la cena con gli amici a base di cibo, certo, ma (anche) di pizza, magari (perché no?) fatta in casa: e così, notando che, quasi per gioco, il figlio metteva le mani nell’impasto per poi stendere il pomodoro, il nostro si è immaginato che quella stessa attività (ribattezzata nutriamo l’inclusione) potesse essere fatta da altri ragazzi affetti da autismo, ovviamente più grandi, consentendo loro di trasformare un gioco in un lavoro vero e proprio, superando altre barriere (leggi economiche), perché la sfida era dare forma/vita e un lavoro vero, continuativo e in grado di stare sul mercato.

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PizzAut così inizia la sua avventura con vari post sull’immancabile Facebook che la fanno uscire allo scoperto, nonché dal limbo dei sogni, anche se la vera svolta arriva con la partecipazione con partecipazione al programma di Canale 5 Tu sì que vales (uno dei tanti cloni della mitica e indimenticata Corrida di Corrado) che consente alla truppa di Acampora di essere accolti in numerosi ristoranti dove fare esperienza e prepararsi al grande salto, ovvero l’apertura di un locale dedicato.

PizzAut e il Corona Virus: il Covid 19 stoppa i sogni oltreché l’imminente apertura della pizzeria? Niente affatto, perché si riparte on the road e così nasce PizzAutObus, il food truck più inclusivo della galassia, a seguire la pizzeria a Cassina dè Pecchi Alle porte di Milano) dove all’inizio ogni ragazzo/cameriere autistico è accompagnato al tavolo da un educatore che mano a mano diventa superfluo perchè i giovani sono quasi totalmente autonomi.

PizzAut diventa dapprima un locale dove si mangia un’ottima pizza ma anche un eccellente esempio di inclusione, meta (per esempio) di scolaresche per dare l’opportunità ai docenti di insegnare l’educazione civica live; a seguire meta di tanti personaggi noti al grande pubblico vedi cantanti, chef  volti dello spettacolo e della politica; a tal proposito la brigata di Pizzaut arriva fino a Roma con una pizzata per i parlamentari in piazza Montecitorio per poi trasferisi nientepopodimeno che da Papa Francesco (esperienza riportata nel link sottostante)

http://www.limedizioni.com/archive/news/pizzaut-incontra-il-papa/

PizzAut the sequel con l’apertura del secondo locale a Monza all’insegna dello slogan:

La cosa più bella che dicono di noi è che non siamo normali…

Ed effettivamente nessuno al mondo dovrebbe essere normale…

Dovremmo essere tutti speciali.

Chapeau !

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