La Fantascienza passato, presente e futuro

La FantascienzaLa Fantascienza ieri, oggi e domani

La fantascienza e l’astronomia: molti astrofili ed astronomi, abituati a scrutare nelle profondità del cosmo, sono grandi appassionati di fantascienza, ma quest’ultima è un’invenzione moderna, o affonda le sue radici nelle epoche passate?

Lo spunto per una proficua discussione e digressione storica può prendere il via dal fortunato film “The Black Hole”, prodotto nel 1978 dalla Walt Disney.

In questa pellicola, infatti, un gruppo di scienziati, a bordo della propria navetta spaziale, cade in un buco nero, l’ennesima ultima frontiera scientifica che le nostre conoscenze tecnologiche ci hanno portato ad incontrare: un luogo di cui conosciamo le forze fisiche ed i meccanismi che lo governano ma che sinora siamo riusciti a studiare esclusivamente mediante teorie e non attraverso l’esperienza diretta. In quel luogo, posto ai confini della realtà, la materia generata dal Big-Bang viene inghiottita e distrutta da forze immani ed ingovernabili. Se un giorno un’astronave riuscisse davvero a entrare e uscire indenne da un buco nero, come si ipotizza nel film, allora l’umanità sarebbe riuscita a superare l’ennesima ultima frontiera all’interno della Via Lattea?

 

Ma qual è il rapporto fra il black-hole ed i nostri antenati, in particolare con le genti  che popolarono la penisola ellenica 2.000 anni fa? La risposta va ricercata nei meandri della mente umana, da sempre alla ricerca di una spiegazione in grado di dare un senso a tutto ciò che ci circonda ed ansiosa di superare i limiti che le conoscenze correnti impongono alle nostre forze. Per essere più chiari, potremmo affermare che, se oggi l’ultima frontiera è rappresentata dalla possibilità di fare ingresso in un buco nero, senza esserne annichiliti, per gli antichi greci il limite delle possibilità umane era invece rappresentato dalla capacità di muoversi e spostarsi nell’aria.

Tralasciando infatti il fuoco, l’uomo da sempre aveva la capacità di muoversi sulla terra e successivamente aveva imparato a spostarsi sull’acqua, ma mai era riuscito ad imitare gli uccelli che si muovevano nell’aria, osservando quasi beffardamente l’umanità dall’alto.
Sconosciuta agli antichi era invece l’idea di muoversi in uno spazio al di sopra dell’atmosfera.

Il quinto elemento, l’irraggiungibile etere, dove scivolavano le sfere cristalline che separavano il nostro mondo dai pianeti e dalle stelle, costituiva un luogo inaccessibile all’umanità. Basti pensare alla sfera della Luna che, secondo il greco Plutarco, poteva essere raggiunto esclusivamente dalle anime dei defunti che dimoravano sulla superficie del nostro satellite naturale.

Se quindi il volo nell’aria era l’ultima frontiera, questo dono o capacità non poteva che essere riservato agli dei, che lo usavano per planare dal monte Olimpo al nostro pianeta. Così Zeus, il padre degli dei, assumeva la forma di un candido Cigno per andare ad amoreggiare con la bella Leda, regina di Sparta, e dalla loro relazione nasceranno Castore e Polluce, i mitici Dioscuri. Proseguendo in questo excursus mitologico, non si può non citare Pegaso, il possente destriero alato dal candido manto. Il cavallo rappresentava nell’antichità il mezzo più veloce per spostarsi e questo bianco equino, nato dal sangue del terribile mostro Chimera, realizzò il grande sogno. Era così veloce grazie ad un possente paio di grandi ali e Bellerofonte, figlio di Nettuno, il dio del mare, dapprima lo domò e poi lo lanciò al galoppo verso la sommità del monte Olimpo. Il volo era però un dono riservato esclusivamente agli dei e così Zeus ordinò al mitico equino di sbalzare l’audace cavallerizzo dalla sua sella. Quindi Pegaso raggiunse da solo la dimora degli dei, dalla quale portava a terra i fulmini divini, durante i temporali estivi.

Un altro tentativo di librarsi in cielo fu opera di Dedalo ed Icaro, padre e figlio che, per sfuggire dal Labirinto di Creta, utilizzarono un paio di ali attaccato al loro corpo con la cera. Il tentativo di fuga riuscì, ma Icaro, spinto dalla curiosità che attanaglia da sempre i giovani, volò troppo  in alto e così il calore del Sole sciolse la cera che teneva attaccate al corpo le sue ali, e lo fece precipitare in mare. Prima di abbandonare il mondo greco vorrei ancora citare il mito di Fetonte, figlio del Dio-Sole, Apollo, il quale, per amore paterno, gli lasciò le briglie dei suoi destrieri che trainavano il carro del Sole. Preso da un’incontenibile entusiasmo, Fetonte salì verso il firmamento, ma la sua mano poco salda non riuscì a tenere a freno i cavalli che iniziarono a sbandare e si diressero così verso la Terra, dove incendiarono vaste zone del pianeta. Così l’onnipresente Zeus fu costretto ad abbattere il giovane con una folgore che fece precipitare il povero Fetonte nel fiume Po (identificato da taluni mitografi nella costellazione di Eridano). Anche questo mito consolida la natura divina ed irraggiungibile del volo in cielo.

La Luna, luminosa compagna dell’umana esistenza già citata riguardo a Plutarco, non colpì solo l’immaginazione dei greci, ma si insinuò nei miti e le leggende che i diversi popoli  narrarono in ogni epoca e fece nascere il desiderio di raggiungerla: un’impresa irrealizzabile con la tecnologia dell’antichità, ma alla portata di tutti con un po’ di immaginazione. Così, col trascorrere dei secoli, vediamo “planare” sulla Luna, numerosi viaggiatori dell’immaginario: Astolfo, che vi si reca sull’Ippogrifo alla ricerca del senno di Orlando, il Barone di Muenchhausen, che la raggiunge con una pianta di fagiolo spagnolo dalla crescita prodigiosa, Keplero, che immagina di giungervi sfruttando il cono d’ombra di un’eclisse, Cyrano di Bergerac, che si serve di una scatola a reazione ed infine Giulio Verne che medita di sfruttare la forza di un enorme cannone per coprire la distanza che ci separa dal nostro satellite naturale. Con lo scrittore francese siamo giunti all’epoca moderna, ma stiamo narrando favole o ci siamo occupando di fantascienza?

Non è sempre facile discernere il filone letterario fantastico dalla vera e propria fantascienza tecnologica (science fiction) e questa linea di demarcazione sarà ovviamente tanto più sottile quanto meno saranno sviluppate le conoscenze tecnologiche. La fantascienza vera e propria si differenzia nettamente, come preciso filone letterario, solo a partire dall’ultimo dopoguerra e gli storiografi indicano nel romanzo di S.G. Weinbaum “A Martian Odissey” (Un’Odissea Marziana), l’opera, ambientata su Marte, che ha iniziato questo nuovo filone. Oggi la fantascienza deve attenersi strettamente e fedelmente ai dati scientifici, diversamente sfocia nella fantasy, dove le regole tecnologiche possono anche essere bandite. Weinbaum aprirà la strada a scrittori da tutti conosciuti come Isaac Asimov o Arthur Clarke i quali hanno abbinato l’attività di scrittori di apprezzati romanzi di science fiction all’opera di divulgazione scientifica. E con la citazione di due fra i massimi maestri della fantascienza, che nelle loro ricerche scientifiche si sono occupati dei misteri dell’Universo, si ritorna al punto di partenza, al buco nero nel quale si sono calati gli scienziati del film di Walt Disney, l’ultima frontiera dove si può finalmente comprendere quanto ampie siano le capacità della nostra mente di precorrere, medianti geniali intuizioni, i tempi anche grazie alla nostra immaginazione.

E le imprese del folle ed ambizioso dottor Rheinard, protagonista di “The Black Hole” ci aiuteranno a comprendere meglio il senso di una frase di Arthur Clarke, sceneggiatore dell’immortale 2001 Odissea nello Spazio, il film del regista Stanley Kubrik, recentemente scomparso, che nella prefazione alla raccolta di racconti “La sentinella” – ispirato all’omonimo racconto dal quale fu tratto 2001 Odissea nello Spazio:
<< La fantascienza è l’unica droga capace di dilatare davvero la nostra mente>>.

La Fantascienza dalla Grecia a oggi (parte I)

Alchimia astronomica o Astronomia e Alchimia?

Fantascienza tra passato e futuro (parte II)

Lo scontro galattico dopo il Big Bang (I)

Big Bang e la Via Lattea (parte II)

La Luna è una severa maestra (I)

Fetonte e il primo veicolo solare (I)

Veicolo solare nell’antica Grecia (II)

Luna colorata e bimbi

Marte e bufale spaziali

2001 Odissea nello Spazio il film

La Sentinella 2001 Odissea nello spazio il prequel

Altri spunti e idee su…

Calendario della Luna Verde

Photo by Luigi Viazzo – Huawei P8 Lite

The Black Hole – Trailer (HD) (1979)