Pic Nic e Pasquetta gourmet?

Pic Nic

Pic Nic, Pasquetta e lunedì dell’Angelo

Pic Nic e Pasquetta, giorno dopo Pasqua: matrimonio perfetto, ma come è nata questa tradizione a sfondo religioso culinaria? Vediamolo insieme.

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Pic Nic e la denominazione di una giornata particolare detta Lunedì dell’Angelo o anche Lunedì in Albis (in vesti bianche ndr vedi sotto) o, ancora secondo il calendario liturgico, lunedì dell’Ottava di Pasqua; detto che non è una festa di precetto, ma è un giorno festivo in Italia come Santo Stefano, il 26 dicembre, nella tradizione popolare è una giornata dedicata alle gite in campagna con relativo appuntamento culinario che diventa anche un’occasione per approfittare dei primi giorni della primavera, per sfruttare un giorno di festa per stare all’aria aperta.

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Pic Nic che potrebbe trovare la sua genesi in una interpretazione dell’episodio del Vangelo di Luca relativo ai discepoli diretti ad Emmaus e che, proprio per ricordare il viaggio dei due discepoli, si trascorrerebbe la giornata di Pasquetta facendo una passeggiata “fuori le mura” o “fuori porta”; detto che in alcune regioni italiane con il termine Pasquetta si intende il 6 gennaio, alias l’Epifania (vedi a Genova), oppure  la Pentecoste o ancora al Natale, quindi il 25 dicembre (vedi Sardegna), perché dell’Angelo e di quale angelo soprattutto?
Dal Vangelo di Marco (16, 1-8a):
Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome…
… Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui…
… Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto…

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Sottolineato come la tradizione popolare abbia fatto un po’ di confusione in merito (visto che in vangeli parlano del giorno dopo Pasqua allora è diventato il lunedì anche se in realtà i vangeli fanno riferimento alla domenica, cioè al giorno dopo il sabato, in cui cadeva la Pasqua), e come mangiare all’aperto è un’usanza che si perde nella notte dei tempi, quali sono l’origine e l’evoluzione del curioso nome Pic Nic? Detto  che sembra derivare da due termini del francese arcaico, pique (prendere, rubacchiare) e nique (cosa di poco conto), le mot viene usato a partire dal Seicento per indicare uno spuntino che non poteva considerarsi come pasto, ovvero una merenda fatta in comitiva dove ognuno portava qualcosa da consumare in breve tempo.

Pic Nic che a partire dall’Ottocento diventa un pasto gioioso, a base di uova, verdure, salumi e formaggi, da consumare freddo accompagnato da bevande alcoliche per diventare, in questi anni, sinonimo di gourmet (addirittura chef, ristoranti e relais propongono la formula Pic Nic!): il panino, quindi, è ok ma deve essere curato, sfizioso e originale, al pari delle torte salate (che devono avere qualche peculiarità), posate e bicchieri in materiale ecologico.

Pic Nic e un ricordo paterno (o meglio della famiglia dal versante paterno): I piemontesi chiamavano questa giornata (ël Lùnes ëd la Marenda o del merendin), espressione capace di rievoca novecenteschi Pic Nic sui prati o le colline del Piemonte, con i plaid scozzesi distesi sull’erba, all’ombra delle fronde, o sulla ghiaia dei torrenti, dove il menù prevedeva, per esempio, le tradizionali frittatine e insalatine con i girasoj (le foglie del tarassaco ndr), le uova sode e un immancabile (o immancabili) calici di vino

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