Le Comete ci portano lungo un viaggio attraverso le epoche quando in una lontana notte, persa nelle maree del tempo, un nostro antenato fece capolino da una grotta ed alzò gli occhi verso il firmamento, chiedendosi per l’ennesima volte l’origine ed il significato ultimo di quella calotta punteggiata da minuscole luci, che lo aiutavano, insieme alla Luna, ad avere meno paura della notte, foriera di pericoli e di morte.
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Le Comete e, mentre il nostro antenato scrutava quello spettacolo notturno, una luce apparve, accendendosi all’improvviso e solcando il cielo con la sua lunghissima coda, rinfocolando i dubbi e le domande del nostro progenitore e degli uomini che lo seguirono, i quali cominciarono a chiedersi quale fosse l’origine di quegli strani astri chiomati: questi oggetti, tanto affascinanti quanto misteriosi, hanno accompagnato l’uomo dalla preistoria ai nostri giorni, passando attraverso tappe cruciali della storia dell’umanità, quali la nascita di Gesù e la visita dei Re Magi, episodio riprodotto in ogni presepe natalizio sul quale campeggia una bellissima stella cometa.
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Spesso associate a terremoti e a pestilenze, le comete si sono liberate da questa infausta fama negli ultimi 300 anni, anche grazie all’opera di grandi astronomi, primo fra tutti Sir Edmond Halley che per primo scoprì che alcune comete visitavano i nostri cieli con scadenza regolare; questa grande scoperta è stata associata alla cometa che porta oggi il suo nome e che ci ha fatto visita nel 1986.
Questa cometa, inoltre, in uno dei suoi passaggi precedenti aveva ispirato il grande pittore Giotto, per il suo bellissimo affresco nella Cappella degli Scrovegni a Padova dedicata alla natività di Gesù.
Questi “astri chiomati”, o comete, sono i “parenti più lontani” del nostro Sistema Solare, poiché si sono formati ben al di là dell’orbita di Plutone (un tempo il pianeta più distante dal Sole e oggi riclassificato come pianeta nano) in una zona conosciuta come Nube di Oort, dal nome dell’astronomo olandese Jan Hendrik Oort che per primo ne intuì l’esistenza.
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Per spiegare la natura delle comete si dice che siano delle “palle di neve sporca”, definizione coniata dall’astronomo Fred Lawrence Whipple negli anni Cinquanta del secolo scorso. Questa definizione è molto azzeccata in quanto le comete sono formate da un nucleo di ghiaccio e rocce. Quando il nostro astro chiomato si avvicina al Sole il calore di quest’ultimo fa evaporare il ghiaccio, facendolo passare dallo stato solido a quello gassoso, ossia da ghiaccio in vapore; questo vapore, illuminato dalla luce solare, darà vita alla bellissima coda della cometa, la cui forma caratteristica rende facilmente riconoscibile questi oggetti siderali.
Dopo aver raggiunto il punto di massimo avvicinamento al Sole, detto perielio, la cometa riprenderà la sua corsa verso gli spazi siderali, oltre l’orbita plutoniana; la maggior parte delle comete, raggiunto il punto della loro orbita più distante dal Sole stesso, inizierà il suo viaggio di ritorno verso di noi. Queste Comete sono dette periodiche, in quanto periodicamente tornano a trovarci, scatenando in noi gli stessi sentimenti e le stesse sensazioni di quel nostro lontano antenato che si affacciò dalla grotta, alla ricerca dei misteri della vita e del cosmo con gli stessi occhi di chi, in questo inizio di 2023, ha alzato gli occhi verso il firmamento per scorgere il bagliore della cometa di Neanderthal, alias C/2022 E3 (ZTF).