Maglia nera et @ Giro italia

Maglia nera

Maglia nera beati gli ultimi o meglio l’ultimo?

Maglia nera del Giro d’Italia, lo strano fascino dell’ultimo posto e un modo di dire divenuto imperituro in ogni campo dallo sport alla cultura financo all’immaginario collettivo.

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Maglia nera ma vediamone nel dettaglio vita, morte e miracoli e personaggi che le diedero i natali oltreché lustro:

  • Giuseppe Ticozzelli detto Tico che, nato nel 1894, 187 cm per 95 kg (oltreché una circonferenza di coscia enorme)  è l’unico atleta italiano nella storia ad aver giocato una partita con la Nazionale azzurra di calcio (anno 1920 et 9-4 sulla Francia @ Sempione di Milano dove si presenta proprio in bicicletta) e partecipato a un Giro d’Italia anno 1926, facendolo da indipendente (nel motociclismo si direbbe da privato) quindi senza team, assistenza tecnica e abbigliamento sportivo ad hoc, sostituito con la casacca della sua squadra di calcio, il Casale (che nel 1914 aveva vinto il su primo e unico scudetto della sua gloriosa storia), ovvero una maglia completamente nera, con una stella bianca sul petto; l’edizione targata 1926 si corre da Milano a Milano, lungo 3.429 km divisi in 12 tappe (la più lunga Terni-Bologna ne misura addirittura 357) su 253 iscritti  e 205 partenti, soltanto 40 taglieranno il traguardo tra i quali, purtroppo non Ticozzelli, ritiratosi al termine della quarta tappa a causa di una brutta caduta provocata pare dal contatto con una moto; ma la sua leggenda nasce nella tappa precedente (Genova-Firenze) quando, dopo essere andato in fuga, non avendo supporti di sorta, all’ora di pranzo si ferma in un’osteria per rifocillarsi; raggiunto dal gruppo perde la tappa che sembrava già vinta e che invece andrà a un certo Alfredo Binda; ma la memoria della sua impresa non andrà perduta e così, nella prima edizione del Giro del dopoguerra, nel 1946, viene introdotta una maglia per premiare il corridore ultimo classificato, non certo come sfottò, ma per premiare chi, pur lottando con tutte le proprie forze, viene battuto dalla malasorte; e il colore sarà nero, ispirato a quella casacca del Casale Calcio indossata dal Ticcozzelli, quello della squadra che si esibisce nello stadio Natal Palli, aviatore-eroe di dannunziana memoria al quale è dedicato anche il locale Liceo.

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  • Luigi Malabrocca, Classe 1920, tortonese, amico di lunga data di Fausto Coppi, sarà il primo a indossare la maglia nera; ottimo corridore, come testimoniato dalle sue 15 vittorie da professionista, capisce ben presto nero conviene, quasi come il rosa (vedi premi in denaro, sponsor, la popolarità tra i tifosi) e così si aggiudica le prime due maglie nere del Giro d’Italia (nel 1946 si piazza ultimo a 4 ore, 9 minuti e 34 secondi da Gino Bartali, mentre nella successiva a 5 ore, 52 minuti e 20 secondi) con la massima accortezza, per non dimenticare la spada di Damocle del tempo massimo da rispettare per evitare di essere esclusi dalla corsa;
  • Aldo Bini si aggiudica invece quella del 1948 (Giro appannaggio di Fausto Coppi ndr) anche a causa della frattura a una mano rimediata in una caduta a inizio gara; però non si ritira, nonostante il dolore sia talmente forte che, nelle tappe di montagna, sia  costretto a scendere dalla bicicletta scollinando a piedi;
  • Sante Carollo che in realtà si chiama Carolo, ma viene così chiamato per un errore di trascrizione al momento dell’iscrizione al Giro; muratore vicentino subentrato all’ultimo momento, per sostituire Fiorenzo Magni, influenzato, nel tema della Willier Triestina si impone (si fa per dire) nell’edizione del 1949 (in Rosa ancora Coppi); causa scarsa dimestichezza con i Grandi Giri e le corse a tappe, si ritrova subito molto attardato, scatenando, così, la lotta con Malabrocca per l’ultima posizione è condita da episodi al limite della fiction leggi nascondino tra fienili, granai e osterie o forature di proposito gli pneumatici; nell’ultima tappa va in scena il tragicomico con Malabrocca che si attarda facendo festa con alcuni tifosi in un’osteria e taglia il traguardo con due ore e venti minuti di ritardo dal vincitore quindi aggiudicandosi la maglia nera; in realtà, però, la giuria, stanca di attendere, aveva già abbandonato il traguardo, registrando Malabrocca con lo stesso tempo dell’ultimo corridore del gruppo; sarà quindi Carollo ad aggiudicarsi la quarta maglia nera nella storia del Giro d’Italia ai danni di Malabrocca che, per l’ira funesta, non avrebbe mai più corso il Giro ;
  • Mario Gestri se la aggiudicherà quindi nel 1950 (anno dello svizzero Hugo Koblet);
  • Giovanni Pinarello la farà sua nel 1951 (anno di Fiorenzo Magni), prima di dedicarsi alla produzione di bici da corsa tutt’altro che da ultimi…;
  • Lucillo Lievore la porta a casa nel 1967 (in Rosa Felice Gimondi ndr);
  • Markus Eichler ciclista tedesco nel 2008 (anno nel quale si impose lo spagnolo Alberto Contador) conquista il numero nero che ha la stessa finalità della maglia.

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Maglia Nera perché questa storia a strappi? A causa delle proteste dei corridori per i gesti antisportivi dei colleghi interessati al premio e per lo sfinimento della giuria, stanca di attendere per ore i ritardatari al traguardo, la maglia nera non viene più messa in palio salvo i sussulti di cui sopra negli anni ’60 e 2000.

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