Cetus la balena celeste

Cetus

Cetus Ceti – CET Balena

Cetus la costellazione della Balena celeste ecce le coordinate per trovare nel firmamento le stelle di questo asterismo dell’autunno e dell’inverno: si devono collegare β (beta) a γ (gamma) del Grande Quadrato di Pegaso e poi, spostandosi di 33° verso sud-est, si giunge al centro di questo esteso gruppo.

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Cetus, Ceto, il Mostro Marino è la quarta costellazione più estesa del firmamento; si estende sopra all’equatore, col suo capo a nord e gran parte del suo corpo a sud e la sua posizione equatoriale le consente di essere visibile nella maggior parte del mondo. Le stelle del capo, inclusa la α (alfa) Menkar, si trovano a sud della parte posteriore dell’Ariete, mentre le stelle della coda, inclusa Deneb Kaitos, la β (beta), sono in una regione povera di stelle sotto il secondo Pesce occidentale della costellazione dei Pesci. La culminazione a mezzanotte delle stelle della testa della Balena si verifica all’inizio di novembre, mentre per la culminazione della coda bisogna attendere ancora un mese.

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Cetus e le stelle singole:

  • α (alfa) – Menkar, 2.5, rosso-arancio: il nome di questa stella significa il naso, benché Menkar sia spesso rappresentata come le fauci aperte del mostro; questo ha portato a considerarla portatrice di influenza malevola; in un binocolo si renderà visibile una vicina compagna ottica bianco-azzurra (93 Ceti) di sesta grandezza;
  • β (beta) – Deneb Kaitos, 2.0, gialla, ovvero la parte meridionale della coda, è la stella più luminosa della costellazione; conosciuta dagli Arabi come la seconda rana, mentre la prima rana era Fomalhaut ovvero α (alfa) del Pesce Australe;
  • γ (gamma) – Baten Kaitos, 3.9, gialla, il cui nome significa la pancia della Balena.

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Cetus e le stelle doppie:

Cetus

  • la stella ο (omicron), denominata Mira Ceti, un oggetto particolarmente importante; noto da sempre quale astro assai strano che appare e scompare in un periodo di 331 giorni, è infatti una variabile che va da una magnitudine di 2,9 sino alla 9,3; così pulsando, muta non solo di luminosità ma anche di dimensioni, colore e temperatura e costituisce così il prototipo delle stelle variabili giganti rosse, conosciute anche come variabili a lungo periodo, mentre la sua compagna è una stellina di colore blu di magnitudine 12,0 e separata di soli 0,3″ d’arco, quindi osservabile esclusivamente con strumenti di grandi dimensioni, o comunque solo quando la gigante rossa è al minimo della sua luminosità; Mira la Meravigliosa, posta nel collo del mostro, è sita a circa 23° sud di Hamal α (alfa) Arietis, fu la prima stella variabile (oltre che nova) a essere scoperta, nel 17° secolo, e tecnicamente, ut supra, è una gigante rossa variabile a lungo periodo;
  • γ (gamma) è la più bella doppia di questa costellazione, costituita dalla primaria di magnitudine 3,5 e colore biancastro, mentre la compagna è una stellina (di colore giallo) con magnitudine 7,3 e separata di 2,8″ d’arco;
  • l’astro χ (chi), di magnitudine 4,9, forma un sistema doppio con una compagna di magnitudine 6,9, separata di ben 183,8′ d’arco.

Cetus e il deep sky: tra gli oggetti del profondo cielo, va citato innanzitutto M 77 (NGC 1068): posto ad 1° est della stella δ (delta), una galassia a spirale visibile frontalmente. Facilmente osservabile con strumenti di medie dimensioni, appare di magnitudine 8,8 e dimensioni 6,9’x5,9′ d’arco; poi NGC 246, sito a 6° a nord della stella β (beta), è una bella nebulosa planetaria assai estesa e di forma circolare contenente tre stelline, delle quali la centrale appare di magnitudine 11,9; il diametro di tale nebulosa è di 125″ d’arco e la sua magnitudine apparente è di 8,0. Non va dimenticata NGC 247, a 2,6° sud della già citata stella β (beta), una galassia visibile in posizione inclinata rispetto al piano dell’osservatore che appare di magnitudine 8,9 e dimensioni pari a 20,2’x7,4′ d’arco.

Cetus, nelle leggende celesti, è il mostro marino apparso nella celebre storia di Andromeda, la principessa incatenata alla roccia in sacrificio al dio del mare Nettuno (Poseidone). E mentre Andromeda e i suoi genitori attendevano inermi che Ceto emergesse dalle acque, l’eroe Perseo, che stava tornando dalla sua vittoriosa impresa contro Medusa la Gorgone, vide la ragazza. Volando con l’aiuto dei suoi sandali alati (o secondo alcuni sul cavallo alato Pegaso), Perseo confuse il mostro, facendogli vedere la propria ombra sull’acqua e, colpendolo dall’alto, squarciò e uccise Ceto, con il falcetto magico donatogli dalla Dea Atena.
Cetus è stato raffigurato in moli modi per esempio come un drago-pesce o un serpente di mare, anche se taluni affermano che la creatura fosse una semplice Balena o una delle balene che popolano (e popolavano) il mare. Come in molte delle altre costellazioni, l’interpretazione classica di Ceto si basa su delle arcaiche origini, che ebbero larga diffusione nelle culture dell’antico Medio Oriente. Per esempio nel Libro di Isaia (51:9), Geova fa Rahab a pezzi con dei calci, e sappiamo da Giobbe (10.13 e 26:12) che Rahab era il mare, talvolta rappresentato come un serpente di mare. Questa storia ritorna nell’Epica della Creazione babilonese, nella quale il dio del cielo Marduk volava su un cavallo bianco per uccidere il mostro marino Tiamat, che rappresentava il caos primordiale. Il tema di Ceto, come portatore di sventure, è presente anche presso le popolazioni indigene del Brasile settentrionale, che vedevano in queste stelle un giaguaro, la personificazione del dio del tuono.

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